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Angelo Trotta: per le vacanze di Pasqua 'restate a casa'

Anche il direttore dell'Agenzia turistica ticinese consiglia caldamente agli svizzerotedeschi di non recarsi a Sud delle Alpi in questo momento

Quello che si vuole evitare (Ti-Press)
2 aprile 2020
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Il Ticino “non scomparirà, non verrà cancellato e non ha una data di scadenza”. Quindi “in questo momento vi preghiamo di rimanere a casa”. È con queste parole (in tedesco e in inglese), estratte da un filmato pubblicato recentemente, che l’Agenzia turistica ticinese (Att) invita in particolare gli svizzerotedeschi a non recarsi a Sud della Alpi in questo momento, allineandosi così alla richiesta formulata sia dal consigliere federale Alain Berset, sia dalle autorità ticinesi e grigionesi. Se questo invito sarà colto, «non lo sappiamo», dice a ‘laRegione’ Angelo Trotta, direttore dell’Att, sottolineando che sono state molte le domande di informazione ricevute in questo periodo. 

Nessuna chiusura di San Gottardo e San Bernardino

«Mi aspetto che quest’anno per Pasqua non ci saranno le solite colonne», presso la galleria del San Gottardo, ha affermato venerdì scorso in conferenza stampa Berset. I turisti e i proprietari di residenze secondarie sono invitati “a limitare al minimo i propri spostamenti e l’occupazione delle abitazioni di vacanza soprattutto nel periodo pasquale”, gli hanno fatto eco i governi di Ticino e Grigioni, in una nota diffusa lunedì. E questo “per non gravare ulteriormente sulle infrastrutture sanitarie”, già messe molto sotto pressione dall’emergenza coronavirus. «Rinunciate a qualsiasi viaggio inutile», ha riassunto oggi in conferenza stampa a Berna Stefan Blättler, presidente della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali.

Anche i sindaci del Malcantone hanno esplicitamente chiesto di chiudere gli accessi al Ticino dal San Gottardo e dal San Bernardino. Blättler ha però precisato che non sarà vietato recarsi a Sud delle Alpi. Tuttavia, ha aggiunto, la polizia sarà maggiormente presente sulle strade, effettuando controlli: alle roulotte che vogliono transitare dal San Gottardo sarà, ad esempio, chiesto di tornare indietro, visto che i campeggi sono chiusi. Insomma, «non è il momento di approfittare di questa regione affascinante», ha sottolineato il presidente dei comandanti delle polizie cantonali.

'Il Ticino vi aspetterà'

Il settore turistico è così chiamato a veicolare un messaggio che mai avrebbe pensato di dover promuovere: ovvero quello di rimanere a casa, rinunciando, per il momento, alle vacanze in Ticino. «Dall’inizio dell’emergenza la situazione è peggiorata e noi abbiamo quindi dovuto adattare sia le nostre attività, sia i nostri messaggi», rileva Trotta. «Il 27 marzo abbiamo quindi lanciato una campagna a breve termine, intitolata ‘Restate a casa - il Ticino vi aspetterà’, rivolta in particolare ai turisti confederati d’Oltralpe». Una campagna che sembra aver fatto breccia nella popolazione, almeno per quanto riguarda le visualizzazioni: «Siamo rimasti sorpresi dal successo del video, che ha iniziato a circolare moltissimo sui social media».

Nel comunicato stampa che promuove il filmato, l’Att invita i turisti a stare a casa per “superare questa crisi il più in fretta possibile”. E ciò in un periodo, quello pasquale, nel quale «normalmente molti ospiti visitano il Ticino». Insomma, il solito esodo tanto temuto dalle autorità federali e cantonali. Ciò sarebbe infatti in ampia contraddizione con le raccomandazioni che invitano la popolazione a limitare il più possibile qualsiasi spostamento. Cosa dobbiamo aspettarci dunque per Pasqua? «Di solito questo periodo è un ottimo indicatore che ci permette di fare previsioni sull’andamento turistico per l’intero anno», spiega Trotta. Tuttavia, vista la situazione eccezionale, ciò che succederà a metà di questo mese, «non lo sappiamo, anche se dubito che arriveranno molte persone. Dipenderà inoltre molto dalle condizioni meteorologiche. Chiaramente, la situazione, anche dal nostro punto di vista, è molto preoccupante». Una certezza tuttavia c’è: le persone continuano ad interessarsi all’offerta turistica ticinese: «Abbiamo notato una forte richiesta di informazioni, in particolare da parte di proprietari di residenze secondarie», sottolinea il direttore dell’Att.

Vista la situazione molto difficile, quale è l’approccio a queste richieste di informazione? «Con gli albergatori abbiamo, ad esempio, lanciato una campagna chiamata ‘no cancellations’ con l’obiettivo di non far annullare le vacanze al cliente, ma di fargliele posticipare», rileva Trotta. «Per quanto riguarda le case di vacanze e le residenze secondarie, ricordiamo ai proprietari che non vi è alcun divieto di venire in Ticino, ma allo stesso tempo sconsigliamo loro di arrivare a Sud delle Alpi. Anche perché non troverebbero le offerte a cui sono abituati normalmente: bar e ristoranti chiusi, nessun evento e la popolazione locale che esce pochissimo di casa. Inoltre, è addirittura sconsigliato fare trekking in montagna». E una chiusura totale degli alberghi non è mai stata valutata? «È di competenza delle autorità decidere quale settore deve essere chiuso», prosegue il direttore dell’Att. «In ogni caso in Svizzera abbiamo un forte senso civico e molti alberghi sono già chiusi e altri hanno deciso di posticipare l’apertura prevista nel periodo pasquale».

Una campagna di rilancio a livello nazionale

Subito dopo il primo caso di coronavirus rilevato in Ticino il 25 febbraio, è stata istituita un’unità di crisi per il turismo a livello cantonale a cui partecipano le associazioni di categoria, l’Att e le quattro Organizzazioni turistiche regionali (Otr). Si può già fare un primo bilancio sul lavoro svolto? «La prima attività è stata quella di stimare l’entità del danno economico per il settore, che è uno di quelli di gran lunga più toccati», spiega Trotta. «Non potendo contare sulle entrate generate da milioni di turisti e delle relative tasse, manca anche il finanziamento per le organizzazioni turistiche come la nostra e le Otr. Non parliamo poi degli effetti nefasti per il singolo imprenditore del settore». Per il momento non è ancora possibile stimare esattamente le perdite, «visto che non sappiamo quanto durerà questa emergenza». La task force sta anche «cercando di trovare soluzioni», per riuscire a limitare l’impatto finanziario di questa crisi.

Come ripartire quando l’emergenza si sarà almeno attenuata? «Stiamo lavorando e sappiamo abbastanza bene cosa dovremo fare. Il problema è che non sappiamo ancora quando potremo farlo. Ci sarà in qualsiasi caso una forte campagna di rilancio a livello nazionale, verosimilmente coordinata da Svizzera turismo. Da parte nostra, ci rivolgeremo in particolare al mercato nazionale, anche perché le persone non saranno sin da subito disposti a compiere viaggi lunghi», conclude Trotta.