Ticino

Merlani: 'Nuovi positivi, quasi la metà importati dall'estero'

Coronavirus, il medico cantonale stila un bilancio del contact tracing: il 10/12% si contagia in famiglia, una piccola quota in feste private

Ti-Press
10 agosto 2020
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«Quasi la metà dei nuovi casi testati positivi al coronavirus in Ticino sono di persone che rientrano da soggiorni all’estero». Sono «tendenze, impressioni». Perché «non è evidente poter classificare una persona in un contesto invece che un altro». Ma le parole del medico cantonale Giorgio Merlani, intervenuto durante la conferenza stampa sulle modalità di ripresa delle scuole, qualche punto fermo lo mettono. In particolar modo sull’incidenza dei casi importati «non solo da Paesi a rischio, ma anche da quelli vicini. Perché più si alzano la mobilità e i numeri, più si trovano situazioni come queste». Se i dati dell’Ufficio federale di sanità pubblica al centro delle numerose e non poche polemiche recenti attestano a poco più del 27% i casi di persone che si sono contagiate in famiglia, «in Ticino questa percentuale è tra il 10 e il 12%» rileva Merlani. Che aggiunge come «c’è una piccola quota di casi riscontrati dopo feste private e di casi importati da altri cantoni». Infine, «c’è un 20% di casi non chiari, buona parte ascrivibili a persone testate positive ma asintomatiche, che magari hanno presentato dei sintomi indietro nel tempo e quindi è difficile risalire alla causa».

Una situazione di 'relativa stabilità'

Risalire alla causa, già. Il compito principale del contact tracing. Pratica che, riprende il medico cantonale, «funziona bene se ci sono pochi casi al giorno, se si può seguirli bene e seguire altrettanto bene i loro contatti stretti. Questo permette di contenere l’evoluzione e il cercare di capire da dove arriva il contagio». E finora ci si riesce «perché in Ticino dopo un giugno estremamente basso a livello di nuovi positivi c’è stato sì un luglio altalenante, ma comunque con cifre sotto i 10 nuovi casi positivi al giorno, spesso sotto i 5». Con questa situazione di «relativa stabilità» che «non mostra segni di una rapida ripartenza», il contact tracing è molto efficace. Ma «l’attenzione resta comunque alta, se i numeri aumentassero il tracciamento diventerebbe un problema».

Attualmente ci sono 13 persone in isolamento, mentre dall’11 maggio, giorno in cui è ripartito il contact tracing, gli isolati son stati 180, illustra il medico cantonale. Le persone oggi in quarantena sono 40, cui si deve sommare chi rientra dai Paesi a rischio. Dal 6 luglio, giorno di entrata in vigore dell’Ordinanza federale a riguardo, in Ticino si sono annunciate alle autorità 769 persone, e al momento in quarantena ci sono 271 persone.

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