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Giorgio Merlani: 'Difficoltà con il contact tracing'

L'impennata dei casi in Ticino aumenta il carico di lavoro dell'Ufficio del medico cantonale. Intanto, domani potrebbe esserci un inasprimento delle misure.

Il medico cantonale (Ti-Press)
7 ottobre 2020
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Oggi sono stati registrati 39 nuovi casi di coronavirus in Ticino e 1’077 in Svizzera. Sono numeri che non si vedevano più da aprile. «Non si può ancora parlare di una tendenza, ma qualcosa si sta muovendo», afferma Giorgio Merlani: nel cantone i casi positivi sono più che raddoppiati in un giorno (ieri ne sono stati registrati 17), quindi è praticamente inevitabile che nei prossimi giorni (forse già domani) il Consiglio di Stato «deciderà di adottare misure più restrittive», sottolinea il medico cantonale a ‘laRegione’.

Oggi la Conferenza svizzera delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità ha invitato i Cantoni ad adottare misure più incisive per limitare la diffusione del coronavirus. Questo in particolare se il numero di infezioni supera la soglia di 60 contagi ogni 100'000 abitanti in quattordici giorni (che Berna applica per definire le zone a rischio). In Svizzera tale quota è di 74,1. E infatti i cantoni di Berna e Zugo oggi hanno deciso di introdurre l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi. Questi cantoni si aggiungono quindi a Zurigo, Ginevra, Vaud, Basilea Città, Soletta, Neuchâtel, Friburgo, Giura e Vallese, dove questa misura è già in vigore. A Berna si è pure andati oltre: coprirsi il viso sarà obbligatorio in tutti gli spazi chiusi aperti al pubblico. Sempre oggi in Italia è stato deciso di introdurre l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Si arriverà a tanto anche in Ticino? «Negli ultimi mesi abbiamo avuto numeri di contagi più bassi rispetto al resto della Confederazione», afferma Merlani. Di conseguenza le misure adottate in Ticino erano meno restrittive, anche grazie al fatto che «la popolazione si è comportata bene. Chiaramente, vedendo i numeri che aumentano, è però logico che il Consiglio di Stato stia discutendo di un inasprimento e verosimilmente domani deciderà di adottare misure un po’ più restrittive di quelle attualmente in vigore. In particolare per quanto riguarda l’obbligo di indossare la mascherina». Ad allarmare il medico cantonale è anche il fatto che i casi risultati positivi «sono sparsi un po’ in tutto il cantone senza un legame epidemiologico tra di loro. Non si tratta dunque di un grande focolaio che sarebbe più facile da controllare e gestire, ma di casi singoli, gruppi di amici, giocatori di una squadra o familiari».

Alcuni mesi fa il Consiglio federale aveva affermato che il tracciamento dei contatti diventerebbe problematico nel caso in cui in Svizzera si superassero i 100 contagi giornalieri. Ora questa soglia viene costantemente superata da diverse settimane. E infatti il medico cantonale non nega che ciò genera difficoltà, in particolare per quanto riguarda «il carico di lavoro». Se quest’ultimo aumenta in modo importante vi è «il rischio che si diventi meno incisivi. In alcuni Cantoni le quarantene vengono praticamente limitate agli stretti contatti famigliari. E questo può diventare pericoloso». In ogni caso, attualmente l’Ufficio del medico cantonale è ancora in grado di gestire il contact tracing: «Non molliamo, anche perché è un elemento fondamentale per evitare che la diffusione vada avanti in modo incontrollato».

Le grandi manifestazioni preoccupano meno che le discoteche

Contact tracing che è più facile da garantire quando vengono adottati e messi in atto piani di protezione adeguati. Come ad esempio per quanta riguarda gli eventi sportivi con più di mille persone: «Mi preoccupano quasi meno 3’000 persone sedute al proprio posto con la mascherina ad una partita di hockey, piuttosto che una folla indistinta che balla in un locale», afferma Merlani. Ovviamente, il medico cantonale si riferisce alle discoteche: a causa di un solo caso positivo «abbiamo dovuto mettere in quarantena molte persone, perché il rischio di contagio è elevatissimo. Se invece dovesse esserci un caso positivo durante una partita di hockey metteremo in quarantena solo le persone che sono state a stretto contatto, magari senza mascherina».

In discoteca ci vanno in particolare i giovani che solitamente non presentano decorsi gravi. E infatti, intanto, sono ancora poche le persone ospedalizzate a causa del Covid-19 (oggi erano 4 e un paziente è stato dimesso). Per Merlani si tratta di «un dato positivo. Se però i casi dovessero continuare ad aumentare esponenzialmente, gli ospedali cominceranno di nuovo ad affollarsi. E questo mi preoccupa». Per quanto riguarda i giovani, il medico cantonale tiene a precisare che all’inizio della pandemia non venivano testati se presentavano sintomi lievi come tosse o mal di gola: «Si diceva semplicemente loro di rimanere a casa». Quindi «non si può dire che il virus circola maggiormente tra i giovani: semplicemente oggi vengono testate tutte le persone (dal bambino piccolo al bisnonno) che presentano sintomi». Il medico cantonale conferma tuttavia che «durante l’estate erano maggiormente i giovani che si scambiavano il virus». E anche all’inizio di questa settimana, le persone risultate positive «sono in gran parte giovani e giovanissimi. Vi sono però anche alcune persone anziane che fortunatamente per il momento non hanno ancora avuto decorsi gravi».

Ma l'impennata dei contagi è da imputare alla mancanza di attenzione da parte della popolazione? «Ovviamente siamo tutti un po’ stufi e con il numero basso di contagi delle ultime settimane, abbiamo probabilmente abbassato un po’ la guardia. D’altro canto, le misure le conosciamo (igiene delle mani, distanza e mascherina quando è necessario) e mettendole in atto in modo adeguato siamo riusciti a tenere sotto controllo la pandemia. Dobbiamo quindi tutti continuare a prestare la dovuta attenzione», conclude il medico cantonale.