Entro fine anno il Gran Consiglio designerà la squadra per il periodo 1° gennaio 2021/31 dicembre 2030. Il pg Pagani: rinforzi, la politica decida
I concorsi, pubblicati a metà maggio, si sono chiusi il 3 giugno e tutti i magistrati in carica al Ministero pubblico ticinese - venti procuratori pubblici più il pg Andrea Pagani - si sono candidati a un nuovo mandato decennale. Ma non ci sono solo gli uscenti. Da nostre informazioni vi sarebbero altre sette candidature: gli aspiranti pp sarebbero segretari giudiziari, vice-cancellieri e un paio di avvocati. Entro fine anno e anche alla luce dei preavvisi formulati dal Consiglio della magistratura (sulle candidature dei pp uscenti) e dalla Commissione di esperti (sulle nuove candidature), il Gran Consiglio, autorità di nomina delle toghe, designerà la squadra del Ministero pubblico per il periodo 1° gennaio 2021 - 31 dicembre 2030.
Procuratore generale Pagani, l'autorità giudiziaria da lei diretta è confrontata con un notevole carico di lavoro, nessuno però getta la spugna...
Questa professione la eserciti se ci credi, altrimenti non reggi ritmi e stress derivanti da un impegno accresciuto. E poi, inutile nasconderlo, il mondo del lavoro a causa della pandemia sta attraversando un momento difficile: oggi è tutt'altro che scontato trovare un impiego nel privato o aprire uno studio legale.
Sulla scelta dei suoi colleghi può aver inciso anche la riorganizzazione dell'ufficio che ha avviato a suo tempo?
Alcune misure che come Direzione abbiamo attuato anche per agevolare i procuratori pubblici nella loro attività quotidiana hanno probabilmente portato ad apprezzare maggiormente il lavoro e questo in particolare da parte dei procuratori con più anni di servizio, i quali avrebbero potuto approfittare della scadenza del mandato, il prossimo 31 dicembre, per beneficiare del prepensionamento.
Resta però aperto il discorso del potenziamento del Ministero pubblico. A che punto siamo?
La palla è nel campo della commissione parlamentare 'Giustizia e diritti'. Sono i deputati di questa commissione che devono decidere quale strada imboccare. E cioè se andare nella direzione del messaggio del Consiglio di Stato, che propone un procuratore ordinario in più, oppure se accogliere quanto prospettato da alcuni membri della stessa 'Giustizia e diritti': assegnare al Ministero pubblico quattro sostituti procuratori. Il tema rinforzi è tuttavia in ballo da diversi mesi. Ritengo che la commissione, dopo aver anche sentito tutte le parti in causa, abbia gli elementi per finalmente pronunciarsi e sottoporre così un rapporto al plenum del Gran Consiglio affinché quest'ultimo decida. Insomma, tocca alla politica prendere finalmente posizione. Chi ha la responsabilità dell’organizzazione del Ministero pubblico, ossia il procuratore generale, desidererebbe sapere su quali basi comincerà per l'ufficio il prossimo decennio.
Lei si è già espresso a favore dei quattro sostituti procuratori pubblici.
Tra un pp e quattro sostituti procuratori, preferisco quest'ultima soluzione anche per una questione di numeri. In ogni caso un procuratore pubblico non basterebbe. Ce ne vorrebbero almeno tre in più: uno da attribuire al gruppo di inquirenti che si occupano delle inchieste sui reati finanziari e due a quello dedito al perseguimento di tutti gli altri illeciti, i cosiddetti reati di polizia. I quattro sostituti pp li destinerei al gruppo che tratta i procedimenti sui 'reati di polizia', cosa che mi permetterebbe di riassegnare un procuratore di lunga esperienza, ora attivo in quel gruppo, al settore delle inchieste sugli illeciti finanziari. Ma il Ministero pubblico necessita di rinforzi anche per poter assolvere i compiti che il legislatore federale continua ad attribuirgli.
Novità legislative in vista?
Qualche esempio. È pendente una revisione del Codice di procedura penale che tocca pure il diritto di partecipazione delle parti, cosa che potrebbe tradursi in ulteriori oneri per le procure. Stesso discorso se il Ministero pubblico dovesse fare anche, come si ventila, delle mini istruttorie civili in caso di pretese da parte delle vittime di reati. Senza dimenticare che dal il 1° luglio, dunque tra pochi giorni, ci saranno nuove disposizioni procedurali riguardanti la violenza domestica. Va bene darci nuovi compiti, ma per svolgerli egregiamente serve forza lavoro.