In commissione si affaccia una proposta, firmata da Andrea Censi (Lega), di riforma della Lear, la legge che regolamenta in Ticino bar e ristoranti
Anzitutto un numero inferiore di articoli: ventuno. Ventuno rispetto agli attuali cinquantanove. E poi i contenuti. Sono soprattutto questi a fare la differenza tra la proposta del deputato leghista Andrea Censi e la vigente Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione, la Lear. I cui cinquantanove articoli sono attualmente sotto la lente della commissione parlamentare ‘Costituzione e leggi’ in seguito al messaggio varato un paio di anni fa con il quale il Consiglio di Stato suggerisce l’introduzione di alcuni correttivi (tra le modifiche normative prospettate quella riguardante i ‘take away’). Censi ha quindi colto l’occasione di questa revisione della Lear per chiedere... una nuova Lear. Ha così allestito e distribuito di recente ai membri della commissione un progetto di legge, che attribuisce ai Comuni – ed è l’aspetto centrale – la competenza di rilasciare (e ritirare) le patenti, obbligatorie, per gestire bar e ristoranti. In altre parole, non sarebbe più il Cantone a dare l’autorizzazione, oggi accordata una volta superato l’esame, organizzato dal Consiglio di Stato, per l’ottenimento del diploma cantonale di esercente. Di conseguenza salterebbe l’esame. Il testo messo a punto da Censi contempla inoltre una serie di motivi per i quali la patente non può essere concessa dal Comune e non sono solo di tipo penale: non può essere rilasciata se il richiedente, per esempio, “ha una comprovata fragilità finanziaria attestata dall’Ufficio esecuzione e fallimenti”. Concretamente, per gestire un esercizio “la persona deve allegare alla sua domanda un estratto recente del casellario giudiziale, l’estratto esecuzione e fallimenti e la comprova di non aver violato ripetutamente o in modo grave nel corso degli ultimi cinque anni la legislazione federale o cantonale sulle derrate alimentari”. E ancora: “Annualmente il detentore della patente deve frequentare un corso riconosciuto dalla Repubblica e Cantone Ticino conforme alll’Ordinanza federale sui requisiti igienici per il trattamento delle derrate alimentari”.
«Non essendo ancora stata trattata è prematuro parlarne, ma non ho inventato nulla – tiene a precisare Censi, da noi interpellato per saperne di più sulla sua proposta –. Mi sono ispirato alla legge esistente nel Canton Grigioni, che regolamenta egregiamente il settore, adattandola alla realtà ticinese. Ritengo che la nostra normativa, la Lear, comporti più che altro costi e burocrazia. E non credo – aggiunge il granconsigliere della Lega – che il conseguimento di un diploma cantonale sia garanzia di maggiore qualità. Nei cantoni che non hanno una normativa invasiva la ristorazione non è sicuramente di livello inferiore alla nostra. Nelle verifiche preliminari che ho fatto il consenso degli esercenti contattati è stato ampio e diffuso». I ventuno articoli messi a punto da Censi non sono stati ancora discussi in seno alla ‘Costituzione e leggi’, ma di sicuro il dibattito dentro e fuori la commissione non mancherà.
Quello che Censi prospetta «è un cambiamento che personalmente condivido: in altri cantoni si è già andati da un pezzo nella direzione proposta e la situazione del settore non è certo fuori controllo”, osserva il deputato liberale radicale Fabio Käppeli, membro della commissione parlamentare. «Se la nuova legge, la nuova Lear, dovesse passare, avremmo una normativa più snella che in particolare conferisce ai Comuni – i quali conoscono peculiarità, dinamiche ed esigenze locali – un importante margine di manovra. Penso che questa sia l’occasione per dare un’impronta liberale, perlomeno è ciò che io auspico, alla Lear».
«Si tratta di una proposta arrivata nei giorni scorsi, che la commissione non ha ancora avuto il tempo di approfondire nel dettaglio», rileva contattato dalla ‘Regione’ Carlo Lepori (Ps), che si dice comunque sorpreso che la bozza sia uscita precocemente dalle stanze della commissione Costituzione e leggi. «Non perché non si voglia una discussione pubblica, ma semplicemente perché siamo a un livello d’esame ancora molto preliminare ed è prematuro fare delle considerazioni politiche», continua Lepori. Ad ogni modo la bozza di nuova Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione stilata da Censi «presenta una semplificazione normativa che merita un approfondimento. Riprende grosso modo quanto è già in vigore nei Grigioni lasciando più autonomia ai Comuni in questo campo; fermo restando che gli obiettivi di tutela del consumatore, del rispetto delle norme igieniche per quanto riguarda le derrate alimentari e di requisiti di professionalità dell’esercente, devono essere comunque rispettati», continua Lepori. «Detto questo, siamo ancora a uno stadio molto precoce dell’iter parlamentare. E non è detto che alla fine la Lear verrà riformata in quella direzione. Attendiamo una verifica giuridica che verrà chiesta al servizio giuridico del Gran Consiglio anche per capire se sia compatibile con altre leggi in vigore», conclude il deputato socialista.
La proposta di modifica va nella direzione di semplificare il processo di concessione dell’autorizzazione all’esercizio della professione di esercente e non di deregolamentare un settore che anche nel regime attuale, almeno in Ticino, conosce già oggi una densità sopra la media nazionale di bar e ristoranti.