I tagli, spiega Il direttore Canetta, saranno effettuati principalmente attraverso prepensionamenti e mancate sostituzioni. Syndicom: 'Forte preoccupazione'
Saranno 12 posti di lavoro quelli che salteranno alla Rsi. Lo conferma alla 'Regione' il direttore Maurizio Canetta, che stamattina ha incontrato il personale per dare loro la comunicazione. «Queste sono le prospettive determinate dai nuovi dati finanziari. Rispetto a quanto previsto dal piano R dovremo sopprimere altri 12 posti di lavoro. Il nostro obiettivo è di riuscire senza dover fare dei licenziamenti, ma purtroppo non possiamo escluderli». Inizialmente i tagli, ha spiegato Canetta, saranno effettuati attraverso prepensionamenti e mancate sostituzione dei partenti. A pesare soprattutto sulle cifre della Radiotelevisione è il calo delle entrate pubblicitarie.
Canetta ha inoltre precisato un dato erroneamente anticipato dal portale 'Ticinonews': Il citato 'piano R' prevede la diminuzione del numero dei dipendenti dell'emittente pubblica che da 991 full time equivalent (tempi pieni, in buona sostanza) attive a dicembre 2019 deve scendere entro la fine del 2020 a 978. Ora la cifra dei dipendenti a tempo pieno della Rsi dovrà abbassarsi ulteriormente: entro la fine di quest'anno l'organico sarà composto da 966 unità.
Da parte del Sindacato dei media e della comunicazione syndicom «c'è forte preoccupazione», dice il segretario regionale Nicola Morellato, da noi raggiunto per una prima reazione. C'è forte preoccupazione, riprende Morellato, «nel vedere che il servizio pubblico dell'informazione mette in atto tagli che hanno ripercussioni sul personale, anziché rivedere e ottimizzare i processi interni, ridurre gli sprechi ed eventualmente rivalutare l'organigramma a livello dirigenziale». Oltretutto, prosegue il segretario di syndicom, «in un momento complicato per le redazioni giornalistiche in generale, le misure annunciate dalla Rsi sono un esempio terribilmente negativo, che rischia di ripercuotersi sull'editoria privata».
"Abbiamo preso atto delle comunicazioni del direttore Canetta, siamo coscienti che le difficoltà a livello di introiti introiti a causa della diminuzione della pubblicità, e l'evoluzione tecnologica obbliga a fare scelte diverse da quelle fatte finora. Ma a pagare queste scelte non devono essere i lavoratori". È netto Rolando Lepori, del Sindacato svizzero dei mass media, nel commentare l'informazione data stamattina dalla direzione della Rsi ai propri dipendenti. "Come sindacato siamo disposti a ragionare assieme per contenere, se possibile azzerare, l'impatto sul personale", aggiunge. Quindi, "trovare misure, correttivi che possano portare a una diminuzione di costi, a una valutazione di certe voci di spesa ma senza toccare chi lavora ogni giorno per la Rsi". E sul punto, Lepori ricorda come "dal 2016 a oggi grossomodo ci sono 120 persone in meno. I programmi non sono diminuit, anzi. Ma il medesimo lavoro, se non aumentato, deve essere effettuato dal 10% in meno di operatori". Dovessero ridurre ancora, "non vorrei diminuisse troppo l'offerta e la qualità dei programmi". Senza dimenticare, prosegue il sindacalista dell'Ssm, "che c'è un mandato di servizio pubblico che la Ssr svolge su mandato del Consiglio federale. E dunque ci vuole anche la consapevolezza del governo e del parlamento che i soldi ricevuti non sono sufficienti".
“L'Associazione ticinese dei giornalisti (Atg) è preoccupata per i risparmi che la Rsi dovrà realizzare nei prossimi mesi”, afferma Generoso Chiaradonna, membro di comitato dell'Atg. Come associazione di giornalisti “auspichiamo che queste riduzioni di organico avvengano senza licenziamenti“. Siamo anche coscienti che i risparmi non si esauriranno con i piano annunciato dai vertici dell'ente radiotelevisivo. "Ricordiamo alla Rsi il suo ruolo di servizio pubblico e chiediamo che si comporti con i suoi dipendenti e gli utenti rispettando i principi della responsabilità sociale". L'Atg, inoltre, vigilerà sulle novità, per ora solo annunciate e non contestualizzate, relative alle reti radiofoniche. "Se destinate al miglioramento del prodotto, senza incidere sul personale, possono risultare un fattore positivo”. Positivo pure l'annunciato potenziamento dell'Academy e in generale della formazione interna in altri ambiti che prepareranno una decina di persone in più rispetto alle 20 attuali.