Ticino

Rsi, Atg e Syndicom chiedono seria consultazione

Le organizzazioni degli giornalisti richiamano l'azienda, confrontata con altri tagli occupazionali, a maggiore responsabilità nei confronti dei dipendenti

Entro il 2024 verranno eliminati altri 34 posti di lavoro (archivio Ti-Press)
7 ottobre 2020
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A seguito dei tagli annunciati dalla Rsi, Syndicom richiama l′azienda alla sua responsabilità e sostiene l’appello lanciato dal personale e dai suoi rappresentati nell’aprire una seria e approfondita consultazione.

“Il servizio pubblico deve infatti basarsi su di un partenariato sociale forte e considerare priorità assoluta la ricerca di soluzioni alternative alla soppressione d’impieghi”, si legge in una nota. Misure quest’ultime che avrebbero un impatto molto negativo sulla qualità dell’informazione.

Syndicom ricorda inoltre che “il servizio pubblico dev’essere garantito indipendentemente dal calo degli introiti pubblicitari perché la qualità dell’informazione è un elemento essenziale per il funzionamento della nostra democrazia. E per creare contenuti di valore è indispensabile che giornalisti e operatori dei media possano usufruire di elevati standard professionali e qualitativi”.

Anche Atg-Impressum (Associazione ticinese dei giornalisti) ha preso posizione in merito ai tagli annunciati. La Rsi ha “comunicato che nel corso dei prossimi quattro anni verranno soppressi ulteriori 34 posti di lavoro, dopo gli 11 già tagliati nel corso del 2020”. L’azienda radiotelevisiva si è impegnata a procedere a questa ristrutturazione attraverso fluttuazioni naturali del personale. Non si escludono però licenziamenti dopo il 2012. A fronte di questa evoluzione, Atg sottolinea “la necessità di preservare il più possibile i posti di lavoro nel settore dell’informazione, vera colonna portante dell’azienda”, si legge in una nota a firma del presidente Roberto Porta e della segretaria Natascha Fioretti. “E per informazione - si sottolinea - si intende anche quella culturale e sportiva”, come pure tutte le professioni tecniche.

Atg torna anche sulla mozione presentata lo scorso 14 febbraio dal deputato Lorenzo Jelmini - firmata anche da altri partiti- che chiede al Gran Consiglio ticinese di intervenire in aiuto al settore dei media, con un occhio di riguardo in particolare alla stampa scritta e ai media elettronici privati. L’associazione esorta “il mondo politico ticinese a non abbandonare a sé stesso il settore dei media locali, struttura portante del dibattito democratico nel nostro Paese”.