Ticino

'Salario minimo, passaggio a 20,25 fr. da blindare'

I Verdi proporranno un emendamento al disegno di legge commissionale. Obiettivo: rendere il più possibile sicura l'applicazione a fine 2024 della terza forchetta

30 novembre 2019
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Salario minimo legale: il passaggio a fine 2024 alla forchetta di 19,75 (soglia minima)-20,25 (massima) franchi all'ora, i Verdi vorrebbero renderlo il più sicuro possibile, un passaggio da «blindare», per usare le parole di Michela Delcò Petralli. E a Giubiasco l'assemblea odierna degli ecologisti ticinesi ha seguito la propria ex coordinatrice nonché ex deputata al Gran Consiglio, dando mandato al gruppo parlamentare e in particolare a Samantha Bourgoin di proporre in Gestione, di cui fa parte, i necessari correttivi al disegno di legge confezionato e sottoscritto martedì dalla maggioranza commissionale: ovvero Lega, Ps, Ppd e gli stessi Verdi. Disegno di legge che attualmente prevede dal 1° gennaio 2021 e per un biennio un salario minimo tra 19,00  e 19,50 franchi all’ora, dal 2023 tra 19,50 e 20 franchi ed entro la fine del quarto anno tra 19,75 e 20,25 franchi. L'applicazione di quest'ultima forchetta non sarebbe però automatica, a differenza delle precedenti due. Secondo infatti il progetto messo a punto dalla maggioranza della Gestione, il Consiglio di Stato entro il mese di giugno del 2024 dovrà elaborare un rapporto sull’impatto che nel frattempo il salario minimo ha avuto sul mercato del lavoro ticinese: entro la fine di quell’anno il Gran Consiglio si pronuncerà sulle valutazioni del governo e se da queste dovessero emergere effetti negativi sull’economia potrà mantenere il salario minimo nell’intervallo 19,50-20 franchi per un ulteriore anno, alla fine del quale “dovrà nuovamente pronunciarsi nel merito”. Aderendo a quanto suggerito da Delcò Petralli, i Verdi chiedono ora che l'eventuale rinvio della forchetta di 19,75-20,25 franchi sia deciso da «una maggioranza qualificata» del parlamento. E che la forchetta in questione entri in ogni caso in vigore «scaduto» l'anno nel quale è stato mantenuto il salario minimo di 19.50-20 franchi. Se questo correttivo non verrà adottato dalla Gestione nella riunione di settimana prossima, i Verdi proporranno un emendamento al plenum del Gran Consiglio nella seduta che si aprirà il 9 dicembre quando si affronterà anche il tema del salario minimo legale.

Tema annoso, inserito nell'agenda politica ticinese da un’iniziativa popolare lanciata dai Verdi. «Nel 2013 l'avvio della raccolta delle firme, nel 2015 la votazione popolare (con il sì all’iniziativa, ndr.)», ha ricordato la neoconsigliera nazionale Greta Gysin. Quello che dopo non pochi anni ha partorito la  commissione parlamentare della Gestione «è deludente: la vostra frustrazione è dunque anche la mia», ha detto Gysin rivolgendosi alla sessantina di presenti all'assemblea. «Tuttavia – ha evidenziato – oggi in Ticino ci sono  persone che guadagnano sette, otto franchi all'ora, ciò che è più indecente dell’indecente». Il disegno di legge varato dalla Gestione è allora un compromesso pragmatico. «In Consiglio nazionale – ha assicurato Gysin – mi impegnerò affinché i Cantoni abbiano la competenza per introdurre un salario minimo economico e non solo sociale». Intanto i Verdi si batteranno per un salario minimo mensile a livello federale, tornando a rivendicare 4mila franchi.

All'assemblea si è parlato pure delle elezioni comunali dell’aprile 2020. «Nei centri urbani si stanno finalizzando le ultime trattative», ha sostenuto Usman Baig: «Per il Municipio a Chiasso si farà una lista insieme al Ps, a Mendrisio verrà presa una decisione a breve, a Bellinzona i Verdi saranno insieme al Forum alternativo e al Partito comunista, a Locarno è ancora tutto aperto...». E a Lugano ci sarà una lista unitaria rossoverde: correranno insieme Verdi, socialisti e Partito comunista.  

Nel frattempo il Partito comunista di Bellinzona ha precisato che "i Verdi e il Partito comunista non si sono ancora riuniti e non esiste al momento alcun accordo nel senso indicato dal signor Baig".