La Federazione dei cacciatori ticinesi critica la decisione del Dipartimento del territorio dopo le abbondanti nevicate.
Dando seguito alle richieste della Federazione cacciatori ticinesi, il Dipartimento del territorio ha provveduto a modificare le disposizioni vigenti per la caccia tardo autunnale al cervo a causa delle eccezionali nevicate, segnatamente chiudendo la zona 1 della Leventina e portando la quota massima per tutto il territorio cantonale a 1'200 m/slm. Cacciatori che ne hanno preso atto ma che – in un comunicato stampa sottoscritto dal presidente Fabio Regazzi – sottolineando come "queste restrizioni non siano adeguate e addirittura controproducenti soprattutto nell’ottica della sicurezza. Cacciare degli animali già duramente provati da queste avverse condizioni climatiche pone innanzitutto un problema etico, per cui sarebbe già per questo motivo raccomandabile – come del resto prevedono le vigenti norme – di sospendere la caccia”.
Ma a destare maggiore preoccupazione è il tema della sicurezza: “Per effetto di queste importanti nevicate, gli ungulati (in particolare cervi e caprioli) che vivono soprattutto nell’alto Ticino si sono spostati a quote più basse. Ciò comporterà una concentrazione della selvaggina e di conseguenza dell’attività venatoria in questi territori, con un rischio dunque marcatamente accresciuto di incidenti”. I cacciatori osservano, inoltre, che “la disposizione adottata dal Dipartimento di portare la distanza minima dagli abitati a 200 metri (che avevamo contestato ritenendola inutile e inefficace), escludendo di fatto una parte importante delle zone aperte alla caccia, avrà come effetto di aumentare ulteriormente la presenza di cacciatori nelle poche aree dove sarà possibile prelevare la selvaggina, con tutti i rischi che si possono facilmente immaginare”. Per questi motivi la Federazione cacciatori ticinesi chiede di non aprire, per lo meno nei distretti Leventina e Blenio, la caccia tardo autunnale per il termine previsto (sabato 23 novembre), con la possibilità di rivedere questa decisione a dipendenza degli sviluppi della meteo. Altresì “deplora come ancora una volta il suo parere sia stato ignorato anche su un tema sensibile come quello della sicurezza. Non rimane pertanto che invitare i cacciatori a valutare se, alla luce di questi elementi, sia opportuno prendere parte alla caccia tardo autunnale, in particolare nel valli del Sopraceneri”.