La decisione presa da Zali viene impugnata al Tribunale federale dalla Federazione ticinese, che chiede anche l'effetto sospensivo
È ricorso al Tribunale federale da parte della Federazione dei cacciatori ticinesi (Fcti) contro le modalità di chiusura della caccia alla pernice bianca. Lo comunica la Federazione stessa in un comunicato odierno, precisando che la decisione di ricorrere è stata presa all'unanimità nel corso della riunione consultiva dei presidenti di tutte le società venatorie e dei distretti convocata negli scorsi giorni.
La decisione del direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali di stralciare la pernice bianca dalle specie cacciabili incluse nel Regolamento sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici viene stigmatizzata "poiché adottata in violazione della procedura di consultazione dalla quale è stata immotivatamente esclusa". "Ma non solo: – aggiunge la Fcti – tale decisione è stata addirittura presa malgrado il parere contrario dell’Ufficio della caccia e della pesca (Ucp), che per altro non è nemmeno stato informato, e senza addurre preventive motivazioni che potessero giustificare l’urgenza del provvedimento".
La Fcti informa di aver scritto più volte a Zali chiedendo un incontro "o quantomeno delle spiegazioni", ma non è mai stato dato un riscontro. Con la votazione dei presidenti è stato dunque conferito mandato alla Federazione ticinese di presentare un ricorso di diritto pubblico al Tribunale federale, con richiesta di effetto sospensivo, chiedendo l’annullamento della decisione di chiusura della pernice bianca per il 2019 e di conseguenza il ripristino di un sistema di caccia analogo a quello della stagione precedente. Malgrado la decisione di inoltrare ricorso, la Fcti precisa di non volersi sottrarsi a un confronto, anche immediato, in merito alla gestione di questa ed altre specie cacciabili.