Ticino

Bosia Mirra, Quadri: 'Le leggi si cambiano, non si infrangono'

Oggi l'appello per l'accusa di "incitazione all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegale”. Intervista con il consigliere nazionale leghista (2/2)

(TiPress)
10 settembre 2019
|

Oggi a Locarno si terrà il processo in appello per il caso di Lisa Bosia Mirra, condannata in primo grado nel 2017 per “ripetuta incitazione all’entrata, alla partenza e al soggiorno illegale”. Per un paio di settimane nel 2016 Bosia aveva aiutato 24 profughi eritrei e siriani verosimilmente minorenni a entrare in Svizzera, e ne aveva ospitati alcuni a casa sua. Molti di questi erano diretti in Germania.

Se ne discute con Lorenzo Quadri, consigliere nazionale leghista, municipale di Lugano e titolare del Dicastero formazione, socialità e sostegno. Dirige il settimanale ‘Il Mattino della domenica’.

Quadri, al momento della condanna di Lisa Bosia Mirra in primo grado, lei non ha avuto dubbi: condanna e sanzione erano giuste e necessarie. Lo pensa ancora?

Beh, chiaramente è opportuno aspettare tutti i gradi di giudizio. Ma il reato risulta commesso e già due istanze giudiziarie si sono espresse per la sanzione. Di conseguenza, credo che chi ha violato la legge debba assumersene le conseguenze.

Non trova però che senza una depenalizzazione si rischi di contestare una specie di ‘reato di solidarietà’?

Se si è scontenti delle leggi le si cambiano, ma bisogna ottenere la maggioranza; non le si infrangono. Comunque parliamo di persone che erano a Como, non sotto le bombe. Non credo che la situazione rendesse necessario violare la legge, non vedo un oggettivo stato di necessità.

Però molti reportage hanno mostrato le condizioni di degrado e incertezza per quei migranti: accampamenti e strutture inadeguate, sovraffollamento. Non basta?

Che si trattasse di condizioni difficili può anche darsi, ma il pericolo di vita è un’altra cosa. Da qualche parte bisogna pure tirare una linea. Poi non può essere la Svizzera – la cui tradizione umanitaria non credo si possa mettere in discussione – a farsi carico di tutti i problemi dei Paesi vicini. E nemmeno può tollerare o agevolare il passaggio di clandestini verso Paesi terzi. Trovo difficile giustificare le azioni di Bosia, se non alla luce di un’ideologia che ritiene che tutti possano recarsi e stabilirsi dove vogliono, in barba a qualsiasi legge e normativa, e che uno Stato non abbia diritto di decidere la sua politica migratoria. Non esiste una libera circolazione delle persone a livello mondiale, per fortuna.

Non crede che ci siano grandi attenuanti? Al di là della situazione di quei ragazzi, penso alla condizione di stress di chi ne sente le storie tragiche e si sente impotente.

Intanto bisogna vedere quanto ci sia di vero in ciascuna storia, dato che di racconti copiaincollati da altri ne circolano parecchi. Peraltro la grande maggioranza dei richiedenti eritrei non ottiene l’asilo in Svizzera in quanto non si ritiene provenga da situazioni di oggettivo pericolo.

Parliamo comunque di Paesi che violano sistematicamente i diritti umani: le storie di sofferenza riportate da Bosia sono coerenti con quanto documentato dagli osservatori.

Posso capire che la signora Bosia, dal suo punto di vista soggettivo e ideologico, ritenesse di fare la cosa giusta. Ma questa è appunto la sua visione soggettiva. Ricordo che, come deputata, ha promesso di rispettare le leggi: avrebbe dovuto ricordarsene. Anch’io vedo molti ticinesi in difficoltà, ma non posso violare leggi per aiutarli.

Eppure la Lega, ieri come oggi, ha incitato a campagne di disobbedienza civile senza andare per il sottile sulla loro legalità: penso alla ‘taglia sui radar’ di Giuliano Bignasca o all’invito a fare ‘aeroplanini con la Billag.’

A parte che si tratta di violazioni di gravità ben diversa, Bignasca per la taglia sui radar venne condannato e non presentò mille ricorsi.

Quindi è giusto condannare e punire Bosia, ma lo fu anche fare lo stesso con Bignasca?

Se c’è una violazione della legge, chi la viola se ne assume le conseguenze, diverse comunque a seconda della violazione. Ma mentre nella Lega lo si è fatto, spesso i difensori dell’accoglienza senza condizioni invocano per loro tutte le attenuanti e pretendono di venire scagionati, malgrado avessero piena consapevolezza delle proprie azioni. Salvo poi urlare all’illegalità se sono persone con altri orientamenti politici a infrangere i codici. Infastidisce la pretesa che l’obbligo di rispettare la legge debba valere solo per gli altri, e il tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔