L'avvocato Pascal Delprete chiede l'assoluzione di Lisa Bosia Mirra o, in via subordinata, il pagamento della multa di 1 franco
«Lisa Bosia Mirra vuole essere giudicata per quello che ha commesso e non scappare dalle sue responsabilità». Con queste parole l'avvocato Pascal Delprete ha iniziato l'arringa difensiva al processo in corso da questa mattina davanti alla Corte d'Appello e revisione penale di Locarno. Alla sbarra, lo ricordiamo, c'è l'ex granconsigliera socialista accusata di incitazione all'entrata, alla partenza e al soggiorno illegale e condannata dalla Pretura penale a 80 aliquote giornaliere sospese. Se questa mattina la Procuratrice pubblica Margherita Lanzillo ha chiesto la conferma del decreto d'accusa e della condanna, il legale di Lisa Bosia Mirra si è battuto per il suo proscioglimento o, in via subordinata, del pagamento della multa di 1 franco.
«Lisa Bosia Mirra ha agito evidentemente per motivi umanitari - ha sostenuto l'avvocato Delprete -. Non ha infranto nessuna norma giuridica. Da anni è attiva in questo ambito sociale, ed è sensibile a queste problematiche: si è sentita in dovere di fare qualcosa per queste persone a pochi chilometri dal confine ticinese, non in un posto sperduto». A mente della difesa, «la procura ha cercato di costruire in quanto successo a Como un'organizzazione strutturata che la vedeva ai vertici. Lisa Bosia Mirra si è messa a disposizione come hanno fatto anche altre persone, niente di più. Questa mattina ha descritto la situazione come 'indegna per qualsiasi uomo': questa espressione riassume quello che veramente è successo a Como». In base all'accordo di Schengen, ha spiegato il legale, «le frontiere non sono più quelle nazionali ma quelle esterne allo spazio Schengen». Per questo Bosia Mirra «non ha commesso reato di entrata illegale perché la frontiera tra Svizzera e Italia è una frontiera interna». L'imputata «non è intervenuta in nessun modo nell'entrata di una frontiera Schengen: si è trovata a Como con queste persone già presenti». L'avere ospitato per una sola notte queste persone «non configura reato di soggiorno illegale». Il giudice di primo grado, ha fatto notare Delprete, «per giustificare il reato di soggiorno illegale ha argomentato in modo non corretto dicendo che, avendo ospitato più persone, c'è stato un cumulo di notti. L'interpretazione è errata: ogni episodio deve essere giudicato singolarmente». Un tema sul quale la presidente Roggero Will ha sollecitato la pubblica accusa a replicare.
Intervenuta a fine dibattimento, Lisa Bosia Mirra ha contestato di «essere la regista di una vasta organizzazione e di avere agito sull'onda di una necessità, di un senso di impotenza tale che a un certo momento sembrava che non vi fosse altro modo per aiutare queste persone».
La giudice Giovanna Roggero Will comunicherà alle parti la sentenza in forma scritta.