Da settembre costo dell'Arcobaleno ridotto per gli allievi delle Medie. Governo però contrario alla gratuità sollecitata dalla petizione dei giovani per il clima
Ventidue pagine di risposta, più una settantina di allegati. E la disponibilità ad un incontro “per approfondire gli orientamenti del Cantone nel campo della politica ambientale”. Nulla da eccepire: il Consiglio di Stato ha fatto i compiti e dato seguito alle sollecitazioni che i giovani del coordinamento cantonale ‘Sciopero per il clima’ avevano destinato, dipartimento per dipartimento, a ciascun consigliere di Stato durante il sit-in davanti a Palazzo delle Orsoline nella settimana delle vacanze pasquali. Quale nota si meritano questi “compiti” è presto per dirlo, ma almeno il governo ha raccolto l’invito di incontrare a tu per tu i giovani... «Sì, e questo è senz’altro positivo. È chiaro però che noi abbiamo formulato richieste specifiche e ci aspettiamo si possa entrare nel merito», dice alla ‘Regione’ Zeno Casella, membro del coordinamento cantonale, rinviando la valutazione del documento ai prossimi giorni. Comprensibile, considerato il volume di informazioni contenute. E necessario, per studiare i dossier. Anche perché – spiega a più riprese l’Esecutivo – negli anni la politica “non è rimasta immobile”. Perciò a diverse richieste risponde che molto già sta facendo, o che se non fa è perché esula dalle proprie competenze.
Spulciando fra i paragrafi, si apprende della recentissima decisione governativa di ridurre dal prossimo anno scolastico la partecipazione finanziaria delle famiglie degli allievi delle scuole medie per l’abbonamento arcobaleno a 75 franchi (erano 100). Decisione che si inserisce nella valutazione – più ampia – di non concedere comunque la gratuità del trasporto pubblico ai giovani in formazione, come invece propone la petizione al Gran Consiglio sottoscritta da oltre quattromila firmatari consegnata in occasione del primo sciopero del clima organizzato in Ticino a marzo. “Anche il trasporto pubblico ha un impatto sull’ambiente”, valuta l’Esecutivo, e quindi una “riduzione dei prezzi del trasporto pubblico o la gratuità implicherebbe un notevole aggravio di spesa per gli enti pubblici; mentre l’efficacia del provvedimento dal profilo ambientale andrebbe certamente approfondita”.
Per lo meno curioso invece il suggerimento in merito agli imballaggi di plastica, di cui i giovani domandavano di limitare l’uso. Poco può fare l’autorità cantonale. “Gran parte del potere è nelle mani del consumatore – valuta il governo, che cita a mo’ di esempio cosa fare davanti a imballaggi spropositati, come ad esempio quelli per le schede digitali –: spacchettare il prodotto appena acquistato e lasciare l’onere di smaltimento della confezione al rivenditore potrebbe spingere quest’ultimo a ripensare la confezione”.
In materia di educazione, in generale il CdS evidenzia come “la competenza ecologica non passa dall’inserimento di un’educazione ambientale, sia pur essa interdisciplinare, nei piani di studio. Si tratta piuttosto di applicare e utilizzare sempre di più approcci e strumenti che già esistono”. Fra quelli messi a disposizione degli allievi per limitare la loro ‘impronta ecologica’ l’Esecutivo ricorda che si è recentemente detto disponibile – recependo lo spirito della mozione a firma Lelia Guscio e Maruska Ortelli (Lega) – a stanziare un credito di 100mila franchi per compensare le differenze di costo a favore delle classi che opteranno per il treno per le loro gite scolastiche. Una decisione che però è “ancora pendente” in Gran Consiglio. E al parlamento il Consiglio di Stato fa pure appello sulla questione dell’emergenza climatica, che i giovani domandano di dichiarare (nel frattempo è pure giunta un’iniziativa parlamentare dei Verdi). Un “atto di natura meramente politica” giudica l’Esecutivo, i cui “contenuti rimangono a tutt’oggi piuttosto vaghi e indeterminati”. Ciò premesso, “vista la sua portata, la dichiarazione non può che essere di competenza del Gran Consiglio mediante decreto legislativo oppure risoluzione generale”.