Morisoli e Schoenenberger: il prolungamento non si giustifica. Gianella e Agustoni: lunedì ci aspettiamo spiegazioni e chiarezza da parte del governo
«Ritengo che oggi non vi siano assolutamente gli elementi indicati dalla Legge cantonale sulla protezione della popolazione che giustificano in Ticino una proroga, oltre il 31 maggio, dello stato di necessità e quindi un’ulteriore attribuzione di pieni poteri al governo». Il capogruppo Udc in Gran Consiglio Sergio Morisoli non usa giri di parole nel manifestare il proprio disappunto per la decisione presa mercoledì dal Consiglio di Stato di prolungare di un mese, sino al 30 giugno, lo stato di necessità legato all’epidemia di coronavirus. Una decisione che fa discutere. «Secondo i numeri comunicati dal medico cantonale, i dati epidemiologici e l’attuale situazione delle strutture sanitarie non sono certo quelli di marzo o aprile, pertanto non si capiscono le ragioni di questa proroga, che permetterebbe all’Esecutivo anche di comprimere o addirittura sospendere diritti fondamentali (rammento che sono state annullate le elezioni comunali), motivando queste come altre limitazioni con l’epidemia». Il deputato democentrista non ci sta e preannuncia: «Come gruppo parlamentare, e spero che una discussione possa già avvenire in seno all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, proporremo una modifica della Legge sulla protezione della popolazione affinché il parlamento possa votare almeno il prolungamento di uno stato di necessità, che in ogni caso dovrebbe essere limitato nel tempo». Ora, aggiunge Morisoli, «ho l’impressione che lo Stato maggiore cantonale di condotta e il governo ci stiano prendendo gusto: vogliamo andare avanti con gli ’stati di necessità’ fino alla scoperta del vaccino?! Ricordo che la nostra è una democrazia dove anche gli organi legislativi sono chiamati a dire la loro». Per esempio «sui costi derivanti dalla gestione di uno stato di necessità».
Dopodomani il Gran Consiglio tornerà a riunirsi e lo farà al Palacongressi di Lugano. «Mi attendo che in quell’occasione l’Esecutivo ci spieghi nel dettaglio i motivi della proroga», ha dichiarato l’altro ieri al nostro giornale il presidente del parlamento Claudio Franscella. «Aspettiamo appunto le spiegazioni del Consiglio di Stato», afferma il leghista Daniele Caverzasio, che si appresta a subentrare al popolare democratico Franscella. «In ogni caso - sottolinea Caverzasio - non bisogna dimenticare la centralità del parlamento in democrazia: anche in uno stato di necessità può e deve svolgere il proprio ruolo». A livello federale, annota la capogruppo del Plr in Gran Consiglio Alessandra Gianella, «è ancora in vigore la situazione straordinaria, a livello cantonale siamo alla terza proroga dello stato di necessità. Ci aspettiamo che lunedì in Gran Consiglio il governo dia un’informazione chiara e una prospettiva: è importante che si torni il prima possibile a una situazione ordinaria e che il parlamento torni quindi a svolgere il compito di legislatore, ridando valore e funzionalità alle procedure democratiche, che vanno di pari passo con il ritorno alla normalità. Fermo restando che tutti i cittadini dovranno avere un comportamento responsabile perché non vi sia un nuovo picco dell’epidemia».
Anche per Maurizio Agustoni, capogruppo Ppd, vi è la volontà di «capire per quale motivo il Consiglio di Stato ha bisogno dello stato di necessità per gestire questa fase». Sono necessari chiarimenti, perché «non è una decisione che può essere presa alla leggera». Tuttavia, si tratta pur sempre di una decisione presa da «un governo nel quale sono rappresentate tutte le sensibilità». E sostiene di non avere l’impressione che l'Esecutivo abbia abusato dello stato di necessità.
Per la granconsigliera socialista Anna Biscossa, quella presa dal Consiglio di Stato è «una decisione difficile da capire. Possiamo accettare l’idea di un prolungamento dello stato di necessità se ci sono le condizioni sanitarie che lo giustificano. Tuttavia, alla luce dei dati epidemiologici attuali non ci sembra che ci siano le basi per farlo», a meno che il governo abbia informazioni riguardanti la situazione sanitaria «di cui non siamo a conoscenza». Un’altra ipotesi è che il Consiglio di Stato «voglia continuare ad avere voce in capitolo per discutere con Berna della riapertura della frontiera con l'Italia», indica ancora Biscossa. Che conclude: «Lunedì ci aspettiamo insomma delle risposte».
Risposte attese pure da Nicola Schoenenberger, capogruppo dei Verdi. Il quale è però categorico: «Non vi è alcun bisogno di prolungare lo stato di necessità». Anche perché in caso di un peggioramento della situazione sanitaria, l’Esecutivo «potrebbe applicare la clausola d’urgenza» per trasmettere al parlamento pertinenti messaggi che vanno trattati in modo rapido. Con lo stato di necessità ci si trova invece in una situazione nella quale il Consiglio di Stato può prendere decisioni senza passare dal legislativo. E ciò «torna comodo al governo, ma non è molto democratico».
Rileva il granconsigliere del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini: «Il Consiglio di Stato prima fa riaprire le attività e poi prolunga lo stato di necessità per contenere la diffusione del virus. È una contraddizione. E non si capisce per quale ragione il governo debba continuare ad avere poteri accresciuti». Sulla stessa lunghezza d’onda Tamara Merlo di Più donne: «È una decisione che si concilia male con l’accelerazione delle aperture». Osserva a sua volta il deputato comunista Massimiliano Ay: «Sono molto sorpreso, dopo che il governo ha deciso di riaprire praticamente tutto. Conferirgli ancora poteri straordinari non mi sembra opportuno. Immagino che lunedì ci dia delle spiegazioni su questa proroga dello stato di necessità».