Ticino

Giovani a caccia di spazi reali

Tra le proposte accolte dal governo la possibilità di disporre dei giornali in tutte le scuole medie

15 settembre 2018
|

C’è ancora bisogno di carta, in quest’era dove relazioni e informazioni corrono (e sfuggono) in rete. Non lo diciamo noi (parte decisamente in causa), bensì i giovani del Consiglio cantonale, che hanno sottoposto al governo una serie di richieste a favore degli “spazi reali”. Segno che la voglia di incontro, di aggregazione, di dialogo, di confronto non è stata totalmente assorbita dai social network e da quel mondo virtuale tanto affascinante quanto effimero, talvolta finto, persino falso. Le ‘fake news’ e i mezzi di informazione danno il titolo al primo dei cinque capitoli della risoluzione inoltrata al Consiglio di Stato a maggio. «Abbiamo voluto trattare questo argomento perché vogliamo garantire ai giovani un accesso più facile a informazioni attendibili», spiega alla ‘Regione’ Nicolas Orlandi per il comitato del Consiglio cantonale dei giovani. E la sollecitazione è stata in generale accolta dall’Esecutivo. Alla richiesta di “sensibilizzare le scuole a una maggiore accessibilità” ai principali giornali cantonale, il governo conferma che se nel post obbligatorio le copie sono a disposizioni nelle biblioteche così non è per le scuole medie. “Il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) verificherà la possibilità di assicurare la loro messa a disposizione degli allievi in tutte le sedi di scuola media”. Inoltre la tessera della biblioteca consente l’accesso alle versioni digitali. “Le bibliotecarie e i bibliotecari – assicura ancora il Consiglio di Stato – saranno invitati a informare le allieve e gli allievi che la tessera permette l’accesso a molte riviste e quotidiani e a stimolarli a farne uso”. Il progetto di “quotidiano in classe” nell’ultimo anno scolastico ha coinvolto 18 sedi di scuola media ticinesi e 2 grigionesi, oltre a 56 sedi di scuola comunale. “Il progetto sarà riproposto anche quest’anno scolastico e promosso in vista di un ampliamento”. Il tema scelto dai giovani era comunque molto ampio: “Tu da che parte stai? #spazivirtuali o #spazireali?”, «e l’idea di proporlo con il punto interrogativo è nata dalla volontà di coinvolgere il più possibile i potenziali partecipanti alle giornate del Consiglio cantonale – riprende Orlandi –. Quanto alla scelta dell’argomento, si avverte da parte dei giovani la necessità di una migliore sensibilizzazione alle nuove tecnologie, anche da parte della scuola. Tecnologie che tutti quanti utilizziamo e per cui è importante saperne fare un uso consapevole». Si torna a chiedere anche lezioni di informatica “nella griglia oraria, a partire dalla prima media”, con “almeno un’ora ogni due settimane dedicata all’insegnamento di nozioni di programmi”. Proposta che il Decs sta già valutando.

Tra i punti toccati dalla risoluzione, su cui tra l’altro il Consiglio cantonale dei giovani avrà occasione di dibattere alla presenza del governo nel corso dell’ultima giornata, in programma venerdì 21 settembre, c’è pure quello relativo ai ritrovi tipici: bar, centri giovanili, discoteche, eventi. E tra le richieste pure quella di “aumentare i controlli all’entrata dei locali, poiché l’accesso a questi ultimi è troppo permissivo sia per i minorenni sia per i malintenzionati”. E se a chiederlo sono gli stessi giovani dovrebbe suonare più di un campanello d’allarme... “La polizia esegue puntuali controlli mirati”, assicura il governo, ma l’obbligo di “garantire il rispetto delle leggi” è a carico del gerente. Le recenti modifiche normative consentono tuttavia al Dipartimento, su richiesta del Municipio, di “ordinare che l’esercizio pubblico organizzi a sue spese un servizio d’ordine adeguato, affinché il mantenimento dell’ordine venga assicurato”, qualora si riscontrino “ripetute violazioni della quiete e dell’ordine pubblico”.