Ticino

Zali: ‘I rapporti tra governo e parlamento non sono buoni’

Il neo-presidente del Consiglio di Stato a tutto campo su rapporti col Gran Consiglio, obiettivi e su come vorrebbe segnare il suo anno presidenziale

Ti-Press
13 aprile 2018
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«Non penso di confidare un segreto di Stato se rivelo che i rapporti tra Gran Consiglio e governo, al momento, non sono buoni». È netto Claudio Zali, direttore del Dipartimento del territorio e dal 10 aprile presidente del Consiglio di Stato, nel riproporre il tema delle frizioni tra Esecutivo e Legislativo. Le ultime si sono manifestate su dossier che andranno a segnare il quadriennio che finirà il prossimo aprile: il caso Argo 1 e soprattutto quello dei rimborsi spese e dei benefit al governo.

Che rapporto auspica di avere quindi, da presidente del Consiglio di Stato, con il parlamento?

Sarebbe bello poter smussare reciprocamente gli angoli, anche se temo che l’avvicinarsi delle elezioni non porti con sé un clima così propizio per un cambiamento.

Nessun margine per un’inversione di tendenza, pare di capire.

Chi lo sa, vedremo anche con il cambio dell’Ufficio presidenziale (Up). Io, da parte mia, mi comporterò con cortese fermezza.

La stessa usata quando ha affermato che non risponderà ad atti con titoli provocatori o polemici?

Sì. In questi casi mi rivolgerò all’Up per emendarli da inutili polemiche. Quando ho parlato di questa mia intenzione, stavo per rispondere a un’interpellanza con domande che in sé non avevano nulla che non andasse bene anche se per alcune sarebbe stato sufficiente guardare la Legge: era il titolo a essere offensivo e che poteva essere risparmiato.

Parliamo degli oneri della carica. Siamo nell’anno pre-elettorale: ciò comporta, per il presidente del governo, mettere la faccia su tutta l’azione del Consiglio di Stato nel corso della legislatura.

Questo succede sempre, il presidente del governo ha per ruolo e funzione una maggiore visibilità.

Sì, ma quando ci si avvicina a una scadenza elettorale e vanno tirati i bilanci...

Beh, pochi giorni fa abbiamo presentato un Consuntivo a cifre nere, quando il Preventivo era in rosso. Per l’anno prossimo, seguendo l’obiettivo che ci siamo posti con il Piano finanziario, speriamo di presentare un Preventivo anch’esso a cifre nere. Il trend sta migliorando, se pensiamo che quando sono entrato in governo, nel 2013, si parlava di 200 milioni di deficit. Se si parte da queste cifre non c’è alcuno spazio per immaginarsi nuovi compiti, anzi, bisogna tagliare. Ma con la condizione attuale è un altro vivere, e credo che questa serenità si trasmetta a tutto il Paese.

Presentando il Consuntivo 2017 si è detto felice di iniziare l’anno presidenziale con una buona notizia. Quali altre vorrebbe dare da presidente?

La concretizzazione del dossier delle Officine, passando dalla dichiarazione d’intenti a un impegno vincolante tra Cantone, Città di Bellinzona e Ffs per la realizzazione del nuovo stabilimento. Un obiettivo in vista, che può essere portato a casa entro questo anno.  

Oltre la politica: ‘In questo anno vorrei incontrare chi è trascurato o in secondo piano’
Da giudice prima, da consigliere di Stato poi, si è creato la fama di decisionista. Un limite o un pregio nella conduzione dei lavori del governo?

Dipende dai punti di vista, lo lascio decidere agli altri. In presenza di profili tendenzialmente orientati a maggior dialogo e minor decisionismo io mi propongo in maniera differente. Anche perché non vengo dal mondo della politica, non arrivo da otto o dodici anni di Gran Consiglio. E non conto di rimanere in eterno in Consiglio di Stato, quindi cerco di fare le cose, compatibilmente coi tempi della politica.

È già tempo di bilanci per questa legislatura, almeno per quanto riguarda il Dipartimento del territorio?

Ci stavo pensando in questi giorni: io sono contento. Ho portato a casa il finanziamento del tram-treno, che non era scontato; siamo a progettazione avanzata con il collegamento A2-A13; sta funzionando la circonvallazione Agno-Bioggio. Sulla Lia stiamo preparando il messaggio e sulla tassa di collegamento aspettiamo che si pronunci il Tribunale federale.

Il suo rapporto con la Lega, immaginiamo, non cambierà.

Assolutamente no (ride, ndr). Noi si mangia e si beve esattamente come prima, mica si vedrà che sono il presidente. Continueranno a chiamarci ‘‘governicchio’’ come prima. Fortunatamente abbiamo un modo un pelino meno serio e più scanzonato di far politica. Il che, ogni tanto, non guasta.

Cosa vorrebbe mettere del Claudio Zali uomo, oltreché del politico, in questo anno? Ha già deciso che impostazione darà a questa funzione?

Devo ancora pensarci bene a dire il vero. Senza dubbio vorrei essere ancora più vicino alle persone e al territorio, scegliermi degli eventi che, magari, di solito sono trascurati dalla politica e metterci per un attimo sopra le luci dei riflettori. Magari, facendo delle visite un po’ inusuali, conoscere meglio persone e situazioni, facendo capire che per il Consiglio di Stato ci sono anche loro.