Prevista per la seduta del 18 febbraio la discussione del parlamento sul rapporto
Le conclusioni sul piano amministrativo e su quello politico alle quali è giunta la Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) sul caso Argo 1 sarebbero tutto fuorché all’acqua di rose. Rimproveri seri insomma quelli che, stando a nostre informazioni, la Cpi muove a coloro che hanno avuto a che fare con la gestione del mandato affidato a suo tempo, e rinnovato negli anni senza la necessaria risoluzione governativa, dal Dipartimento sanità e socialità alla ditta di sicurezza per la sorveglianza dei centri d’accoglienza per asilanti.
Ieri la Commissione d’inchiesta si è riunita al completo – il leghista Michele Foletti (presidente), Claudio Franscella (Ppd), Carlo Lepori (Ps), Giorgio Galusero (Plr), Tiziano Galeazzi (Udc) e Michela Delcò Petralli (Verdi) – e a lungo. Una seduta fiume, dalle 9 alle 18, durante la quale, informa una nota, ha concluso la stesura della bozza di rapporto, sostenuta da tutti i membri. Una discussione serena, durata così a lungo appunto per smussare gli angoli e alcune divergenze d’opinione. Arrivando così ad avere una posizione univoca, tradotta in un documento che al momento conta tra le 100 e le 120 pagine.
Una bozza di rapporto che, si diceva, diventerà rapporto finale con delle precise tempistiche. Michele Foletti, da noi raggiunto, conferma che «in rispetto alla Legge sul Gran Consiglio» le persone a cui una Cpi muove dei rimproveri hanno facoltà di farsi sentire. In questo caso, entro metà gennaio. Starà alla Cpi stessa decidere se modificare il rapporto o andare avanti per la propria strada. Ad ogni modo, conclude, «contiamo di finire il lavoro per arrivare in Gran Consiglio il 18 febbraio».
Da quanto appreso dalla ‘Regione’, la Cpi contesta l’urgenza, visto che la sicurezza era comunque garantita da un’altra ditta prima della Argo 1, e rimprovera ai funzionari del Dss e del Dfe il fatto di non aver seguito alcune regole sul piano amministrativo e per aver pagato fatture senza aver compiuto prima le necessarie verifiche. Al governo, invece, si rimprovererebbe di aver sottovalutato il compito dato all’Amministrazione per quanto riguarda la sistemazione logistica dei richiedenti l’asilo. Il rimprovero mosso a Paolo Beltraminelli, direttore del Dss, è invece di natura politica: quello di non essersi reso conto di ciò che stava succedendo, fidandosi dei funzionari e della filiera. Di “carenze di natura amministrativa manifeste” ha parlato del resto anche il procuratore generale Andrea Pagani, spiegando i motivi, nella conferenza stampa tenuta poco più di un mese fa, per cui ha stilato i decreti d’abbandono che hanno scagionato penalmente gli alti funzionari che all’epoca dei fatti si erano occupati direttamente della gestione del mandato ad Argo 1. Parole quelle del pg che troverebbero conferma nel progetto di rapporto stilato dalla Commissione parlamentare.