Foletti: redazione del rapporto iniziata. Il legale del governo: sto valutando la richiesta di ulteriori prove
In seno alla Commissione parlamentare d’inchiesta a che punto è la stesura del rapporto sul caso Argo 1? «Dopo averne condiviso l’indice e quindi gli argomenti da affrontare, abbiamo cominciato a redigere il documento», dice alla ‘Regione’ il leghista Michele Foletti, coordinatore della Cpi, che in questi mesi ha interrogato, fra gli altri, funzionari ed ex funzionari che si sono occupati della gestione del controverso mandato – diretto e senza la necessaria risoluzione governativa – attribuito dal Dipartimento sanità e socialità nel 2014 alla società Argo 1 per la sorveglianza in Ticino di centri d’accoglienza per richiedenti l’asilo. Un mandato, decaduto agli inizi dello scorso anno e costato ai contribuenti 3,4 milioni di franchi, che è oggetto degli approfondimenti amministrativi e soprattutto politici della Cpi. «Ho sempre dichiarato – riprende Foletti – che l’obiettivo della commissione è di consegnare per fine giugno il proprio rapporto al Consiglio di Stato perché quest’ultimo possa prendere posizione. E ho anche sempre dichiarato che prima di terminare l’allestimento del nostro documento dobbiamo conoscere la conclusione delle indagini penali di cui è titolare il procuratore generale Noseda». Si tratta del procedimento aperto per l’ipotesi di infedeltà nella gestione pubblica, reato contemplato dall’articolo 314 del Codice penale e che può essere imputato a ‘membri di un’autorità’ o a ‘funzionari’. «Intendo incontrarmi presto con Noseda e il suo subentrante, cioè il neo pg Pagani, per avere un’idea dei tempi dell’inchiesta della magistratura – fa ancora sapere il coordinatore della Cpi –. Se il Ministero pubblico non prevede di prendere una decisione entro la fine di questo mese, come commissione dovremo allora chiedere all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, che si riunirà lunedì prossimo, una proroga del termine assegnatoci e ciò per il completamento del rapporto».
In relazione all’ipotesi di reato previsto dal 314 il governo si è costituito accusatore privato: è patrocinato dall’avvocato e già magistrato Maria Galliani. «Ho avuto accesso agli atti sin qui raccolti dalla Procura e sto valutando – afferma Galliani, da noi interpellata – se chiedere l’assunzione di ulteriori mezzi di prova».