Ticino

Agente razzista, dalle comunità israelite 'preoccupazioni irrisolte'

Il presidente Herbert Winter risponde a Gobbi: I passi abbozzati non sono sufficienti per escludere ideologie antisemite dalla polizia ticinese

27 settembre 2018
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Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, accompagnato dal Comandante della Polizia cantonale, ha incontrato nelle scorse settimane il Presidente della Federazione svizzera delle comunità israelite Herbert Winter e il segretario generale Jonathan Kreutner. L’incontro ha permesso un proficuo scambio di opinioni tra le parti al fine di chiarire i dubbi che la Federazione aveva espresso sulla promozione di un agente della Polizia cantonale oggetto negli scorsi anni di una condanna penale sospesa condizionalmente, per alcune sue dichiarazioni sui social media".

Il termine "Alcune dichiarazioni" contenuto nel comunicato stampa del Dipartimento delle istituzioni, giunto questa mattina con il resoconto dell'incontro tra Norman Gobbi e il sopracitato Winter, nel comunicato di risposta della Federazione svizzera delle Comunità israelite (Fsci) è inteso come "interventi istigatori e razzisti su Facebook". Un comunicato di risposta così intitolato: "Convinzioni razziste devono essere un motivo di esclusione dalla polizia".

La Fsci apprezza la disponibilità del Consigliere di Stato, per un dialogo ritenuto "costruttivo e finalizzato alla ricerca di soluzioni", pur rimarcando come "molte preoccupazioni e riserve della Fsci non sono state dissipate". Cosa che sta nell'impossibilità di "raggiungere un’opinione condivisa sull’idoneità della persona in questione alla professione di agente o sottoufficiale di polizia né sulle circostanze della sua promozione". Il parere della Fsci è che "a causa della precedente condanna per esternazioni razziste nota e iscritta nel casellario giudiziario", quella promozione "non avrebbe dovuto aver luogo". Da qui la convinzione che "la permanenza nel Corpo di polizia di tale agente rimane un fatto molto preoccupante e inquietante. Siamo convinti che una mentalità e un atteggiamento irreprensibili e liberi da pregiudizi nei confronti di tutte le persone che vivono qui siano precondizioni essenziali per esercitare in maniera esemplare la funzione di agente di polizia".

La Fsci "constata con soddisfazione che nelle autorità ticinesi ci sono sia la disponibilità sia la volontà di trarre le conseguenze dal caso in questione" includendo "anche la sfera digitale nei criteri di valutazione nei processi di selezione e promozione". Tuttavia "i passi abbozzati non sono sufficienti per escludere ideologie razziste dalla polizia ticinese. Le esperienze fatte e le lacune identificate nei processi interni dovrebbero infatti dare adito a una revisione delle procedure di selezione e promozione".

Herbert Winter ritiene che "nella futura valutazione dei candidati alla scuola di polizia o a posizioni di comando dovrebbe essere garantita anche la ponderazione di comportamenti inadeguati e posizioni ideologiche non tollerabili, pur se non strettamente perseguibili penalmente". In particolare, "convinzioni incompatibili con la professione di agente di polizia dovrebbero costituire un motivo di esclusione".