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Espulso il quarto responsabile della rapina a Besazio

Un 26enne è stato condannato a 24 mesi dalla Corte delle Assise correzionali per aver commesso anche reati di furto e appropriazione indebita

Una escalation di crimini
(Ti-Press / Archivio)
8 novembre 2024
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Un susseguirsi di contraddizioni e «non ricordo». Anche quando il presidente della Corte delle Assise correzionali, Amos Pagnamenta, ha chiesto, come da prassi, le generalità al 26enne colpevole della rapina avvenuta in una notte di inizio maggio a Besazio – e messa a segno insieme ad altre persone già condannate –, quest’ultimo non ha saputo (o voluto) rispondere con precisione. L’uomo di origine rumena, oltreché di rapina, è stato giudicato colpevole di ripetuta infrazione alla Legge federale (Lf) sulle armi e munizioni e alla Lf sugli stupefacenti, ripetuta appropriazione indebita, ripetuto furto e infrazione alla Lf sugli stranieri e la loro integrazione, ha proseguito dicendo persino di non ricordare il nome di sua moglie. In questo clima di farsa, il 26enne commerciante di auto, difeso da Enrico Germano, è stato condannato a 24 mesi, dei quali la metà da scontare, a cui si aggiunge l’espulsione dalla Svizzera per sei anni.

Crimini sempre più gravi

Per tre estati consecutive, come emerso nell’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Margherita Lanzillo – al quale se ne è aggiunto un secondo firmato dalla pp Chiara Borelli –, il 26enne è entrato in Svizzera senza documenti per commettere i reati. Quattro furti nell’estate 2022, tutti in centri commerciali, durante i quali ha sottratto quasi esclusivamente bottiglie di alcol per un valore totale di 3’763 franchi; due appropriazioni indebite di automobili di lusso – una Mercedes G63 Amg da oltre 170mila franchi e un’Audi Rs6 Avant da 130mila franchi –, noleggiate nell’estate 2023 e guidate fino in Albania senza il permesso necessario; e infine, la rapina a Besazio, dove, armato di coltello a serramanico, si è fatto consegnare 400 franchi dopo aver accompagnato due escort, già condannate, a casa della vittima.

Per la procuratrice «siamo di fronte a un crescendo di crimini» e «l’atteggiamento non è stato collaborante, ha sempre negato le sue responsabilità. Durante l’inchiesta si è avvalso della facoltà di non rispondere e oggi in aula non ha reso dichiarazioni credibili». Considerato «l’andamento del suo comportamento sempre più grave» e «la spregiudicatezza» dell’ultimo episodio, la pp ha formulato la richiesta di 24 mesi di pena detentiva e l’espulsione dalla Svizzera per dieci anni. Germano, invece, si è battuto per la scarcerazione, definendo i sei mesi di carcere preventivo già scontati «ampiamente sufficienti» e ritenendo non credibile la versione fornita dalla vittima dei fatti di Besazio.

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