Un 38enne è stato condannato alle Assise correzionali per aver rubato 33mila franchi in oggetti vari in cinque località
«Mi aveva dato un tetto. Mi pagava la droga. Ma da me voleva solo una cosa, che lo aiutassi a rubare». Davanti alla Corte delle Assise correzionali un 38enne cittadino rumeno è stato condannato dal presidente della Corte Siro Quadri a 20 mesi, dei quali 7 da espiare, per furto aggravato (per mestiere), in correità con terzi e in parte tentato; danneggiamento ripetuto; violazione di domicilio ripetuta; ricettazione; infrazione alla Legge federale (Lf) sugli stupefacenti e contravvenzione alla Lf sugli stupefacenti. La pena è giunta da un accordo tra le parti, la procuratrice pubblica Margherita Lanzillo e l’avvocato della difesa Felicita Soldati.
Da inizio maggio a inizio giugno 2023, i furti nei quali il 38enne ha partecipato sono stati quattro: a Vacallo, Mendrisio, Lugano e uno a Basilea Campagna. Nei fatti ticinesi, il 38enne è entrato nelle case dopo aver rotto finestre o porte e ha rubato dispositivi elettronici, denaro contante, oggettistica varia e gioielli per un valore complessivo di poco inferiore ai 33mila franchi; il suo correo nel frattempo lo aspettava all’esterno fungendo da palo. Nei fatti avvenuti nel Nord della Svizzera i ruoli, invece, si erano invertiti, ma in quel caso il furto era stato solo tentato in quanto il proprietario di casa ha notato la presenza dei due mentre erano intenti a recuperare degli attrezzi dal giardino della proprietà. La pp nel suo atto d’accusa ha inserito anche un quinto episodio, dal quale però è stato scagionato, in quanto i fatti non sono completamente accertati.
Durante la requisitoria la pp ha sottolineato che «il 38enne ha ammesso i fatti che sono di una certa entità. Il suo delinquere era causato dalla sua tossicodipendenza e il correo lo forzava per aiutarlo nei furti». Nella sua arringa, Soldati si è trovata d’accordo con quanto detto fino a quel momento dalla pp e ha rimarcato che «come attenuante c’è da considerare la sua dipendenza dalle droghe».
Il giudice Quadri nella sua sentenza ha accettato la pena proposta aggiungendo 8 anni di espulsione dal territorio elvetico: «Il 38enne ha ammesso i fatti spiegati dalla pp, tranne quanto successo nel quinto episodio. In questo caso, non essendoci impronte e testimoni e non essendo il suo correo il suo solito, non è possibile accertare la richiesta secondo il dubio pro reo».