La Corte di Lugano ha condannato a 3 anni e 3 mesi il 65enne che aveva partecipato all'assalto al portavalori nel 2019
È stato condannato senza troppe cerimonie a 3 anni e 3 mesi di carcere, l’uomo che, nel 2019, insieme ad altre sei persone, aveva partecipato alla rapina di un portavalori Raiffeisen a Molinazzo di Monteggio – nel comune di Tresa –, fuggendo poi in Italia con un bottino di oltre 3 milioni di franchi. Nei confronti del 65enne, cittadino italiano, la Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta (giudici a latere Chiara Ferroni ed Emilie Mordasini), ha predisposto anche l’espulsione dalla Svizzera per un periodo di 10 anni. Si tratta della quinta condanna inerente a questo caso, e l’ultima, secondo il procuratore generale sostituto Moreno Capella, riguardante gli autori principali. La pena è stata concordata tra le parti prima del dibattimento, e l’uomo ha riconosciuto tutti i fatti contenuti nell’atto d’accusa.
Il 65enne, stando a quanto riferito dal suo avvocato difensore Pascal Cattaneo, pur avendo partecipato attivamente al colpo, avrebbe avuto un ruolo tutto sommato marginale, fungendo solo da accompagnatore e compiendo delle ronde a mo’ di palo. Il nome dell’uomo è emerso in corso d’inchiesta, e la sua presenza sul luogo del misfatto è stata confermata dalle riprese video.
I fatti risalgono alla mattina del 5 luglio del 2019, quando i cinque autori materiali del colpo hanno preso il controllo di un furgone portavalori all’esterno della Banca Raiffeisen di Molinazzo di Monteggio, dopo aver minacciato l’autista con un'arma da fuoco finta. I malviventi sono poi fuggiti in Italia, attraversando la dogana di Ponte Cremenaga, e abbandonando in seguito il furgone in una zona boschiva di Arcisate, con all’interno l’autista legato. I rapinatori non si erano allontanati troppo dal portavalori. Tanto che i Carabinieri di Varese li avevano sorpresi alle prese con le scatole contenenti il denaro, mentre tentavano di aprirle, senza riuscire, però, a fermarli.
I primi arresti avverranno solo nel 2020, grazie all’indagine portata avanti dagli inquirenti della Polizia cantonale in collaborazione con le autorità italiane. A finire in manette, nell’agosto di quell’anno, due uomini, uno residente in Italia, mentre il secondo era stato fermato in Polonia a seguito di un mandato di cattura internazionale. Poche settimane dopo, un terzo componente della banda si costituirà spontaneamente alle forze dell’ordine. Il quarto arresto avverrà nell’ambito di una rapina sventata – sempre alla Raiffeisen, sempre a Monteggio – nel 2021, alla quale l’uomo aveva preso parte insieme ad altre persone. L’imputato processato quest’oggi invece, è stato estradato dall’Italia nell’aprile del 2023, ed è stato immediatamente posto in carcerazione preventiva fino al 15 maggio dello stesso anno: da allora l’uomo si trova in esecuzione anticipata della pena.
I primi tre arrestati sono stati processati nell’ottobre del 2020. I tre, tutti cittadini italiani, erano stati condannati a pene simili tra loro, dai 4 anni e 5 mesi di carcere per l’allora 46enne siciliano domiciliano nel Lazio, ai 4 anni e 8 mesi per l’allora 63enne pugliese residente nella fascia di confine, ai 4 anni e 7 mesi per il più giovane, un allora 40enne pure residente in Lombardia. A tutti era stata inoltre inflitta l’espulsione per 12 anni dal territorio svizzero. Tutti avevano diversi precedenti penali, e due di loro erano già stati condannati per omicidio in Italia. Altri due componenti della banda hanno poi ottenuto una riduzione della pena, dopo aver presentato ricorso alla Corte di appello e di revisione penale, nel 2021, e aver confessato tutti i fatti nel dibattimento di primo grado.
Il quarto membro della banda a venir processato, era stato definito dal presidente della Corte delle Assise criminali di Lugano come un «rapinatore seriale». L’allora 55enne era stato condannato a una pena di 8 anni, per aver preso parte a svariate rapine, oltre a quella del 2019 e a quella, sventata, del 2021.
Interpellato sulle ragioni che lo abbiano spinto a partecipare alla rapina, l’imputato protagonista del dibattimento odierno ha dichiarato di averlo fatto dietro la promessa di un compenso di 20mila euro. Il 65enne era già stato condannato in Svizzera per fatti analoghi.