Slow Food Ticino torna in piazza a Mendrisio con le sue bancarelle. Al centro una trentina di piccole aziende, i presidi e un'altra gastronomia possibile
Tre anni orsono tutto è nato un po‘ come un esperimento. Motore la voglia di provare a issare la bandiera di Slow Food Ticino, si è salpati un po’ come dei pirati nel grande mare del mercato mordi e fuggi per andare alla conquista dei cuori dei consumatori. Gli stessi che anno dopo anno si sono dimostrati non solo pronti ad aprirsi al movimento ispirato da Carlo Petrini, ma anche consapevoli che un'altra agricoltura e un'altra economia alimentare non solo sono possibili ma persino necessarie. Non a caso il successo del Mercato dei piccoli produttori di Mendrisio è andato crescendo e quest'anno, alla sua terza edizione, sabato vedrà in piazza del Ponte una trentina di piccole aziende in rappresentanza dell'intero cantone. Dal Gottardo a Chiasso, ciascuna con la sua storia e le sue specialità, dalle 10 alle 17 racconteranno un pezzo della realtà agricola e gastronomica ticinese. I confini di Slow Food, però, sono ben più ampi, come dimostreranno i Presidi, un ventina, provenienti anche dal resto della Svizzera e dall'Italia: dall'olio di noci tradizionale del Canton Vaud al torrone di Caltanisetta, in Sicilia.
Sulle bancarelle che seguono la ‘lumaca’ rossa – simbolo del cibo... lento – si troverà, insomma, un mondo. Con l'orgoglio di portare nel centro di Mendrisio il mercato più grande a livello svizzero, tanto da guadagnarsi il sostegno convinto della Città e di partner privati. «E pensare – ci confida Franco Lurà, presidente di Slow Food Ticino –, che siamo partiti spinti da uno spirito di avventura, da un pizzico di incoscienza e una dose di sperimentalismo». Il seguito dell'iniziativa vi ha dato ragione. «Il marchio Slow Food parla di genuinità e qualità ed è garanzia di prodotti spesso bio. Si cerca, in altre parole, di promuovere i prodotti locali e la filiera corta e al contempo di difendere specialità legate al territorio», ricorda Lurà.
Del resto, dietro pane e formaggi, salumi e verdure (fresche e fermentate), bevande e dolci vi è impegno e lavoro, oltre alla difesa – come nel caso dei Presidi – di prodotti tipici e tradizioni agroalimentari minacciati di scomparire. «Diciamolo, a volte si pensa a Slow Food come a una compagnia di ghiottoni, di epicurei – fa notare Lurà –. Ciò che ci muove, invece, è l'idea di far conoscere prodotti e piccole realtà che vedono anche tanti giovani lavorare con qualità e passione e al contempo l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione. Ne va della salute dei consumatori, che possono quindi accedere a del buon cibo, della biodiversità e di un mercato locale che tutela l'ambiente».
Così per avvicinare ulteriormente consumatori e produttori, ci fa sapere il presidente, quest'anno si è pensato di organizzare pure una lotteria: acquistando un biglietto (per 1 franco) si potranno vincere dei buoni per l'acquisto di prodotti presenti sulle bancarelle del Mercato, montepremi 700 franchi. A questo punto non resta che avventurarsi tra il cioccolato artigianale di Piotta, i prodotti ittici di uno degli ultimi pescatori professionisti, le uova delle galline di Pro specie rara e i salametti di manzo della Valle Bedretto, o ancora andare alla scoperta del progetto ‘Teste di rapa’ che in due anni ha salvato oltre due tonnellate di merce dal macero. Non mancheranno poi le piantine per l'orto bio e i libri di Slow Food, per saperne di più. E chi vorrà togliersi l'appetito potrà contare sui cibi prepararti per l’occasione dagli chef dell'Alleanza dei cuochi del movimento, da un Food Truck e da un gruppo di donne afghane presenti alla bancarella dell'Associazione Mendrisiotto Regione Aperta.