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Mercato d’anniversario a Mendrisio per Slow Food Ticino

L’associazione festeggia i suoi primi 35 anni di vita in piazza del Ponte, tra prodotti da difendere e un’etica del cibo

Solo in Ticino i presidi sono una ventina
(Ti-Press)
28 settembre 2022
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‘Noi siamo ciò che mangiamo’. Il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach non se ne avrà a male se prendiamo in prestito una sua celeberrima frase. Oggi più che mai, del resto, cibarsi non è più solo una necessità: è un fatto di responsabilità sociale. Ogni alimento, infatti, ha una sua ragione d’essere. Soprattutto se è legato al territorio, alle sue tradizioni, alla fatica di chi lo produce. Nella metà degli anni Ottanta c’è voluto un movimento come Slow Food (oltre all’intuizione di un uomo come Carlin Petrini) per rimettere la madre Terra al centro dell’attenzione e frenare così la corsa al mordi e fuggi. Una filosofia che quasi subito (era il 1987) ha attecchito in Ticino (sulla spinta di Giorgio Canonica), facendo crescere una piccola grande realtà. Oggi, 35 anni dopo, la Condotta Ticino – come detto la prima creata al di fuori dei confini dell’Italia, patria dell’associazione – conta oltre 300 soci – un centinaio dei quali solo nell’ultimo anno –, una ventina di Presidi – a cominciare dallo Zincarlin momò – e una dozzina di ristoranti in linea con i principi ‘slow’. Numeri di tutto rispetto e che sono l’orgoglio di Franco Lurà, dal 2019 alla testa di Slow Food Ticino.

Si fa festa in piazza

«Diciamo che non mancano i motivi per festeggiare questo nostro anniversario», conferma Lurà a ‘laRregione’. Per sottolineare in modo degno la ricorrenza la Condotta Ticino si impossesserà (letteralmente) di una piazza (piazza del Ponte a Mendrisio) per dare voce e visibilità alle eccellenze ticinesi. Sabato – dalle 8.30 alle 16, in caso di pioggia se ne riparla l’8 ottobre – si allestirà, in effetti, un grande Mercato: una trentina le bancarelle sulle quali si potranno trovare (e acquistare a prezzi più accessibili) prodotti di casa, ma anche provenienti da oltre confine e dalla Svizzera interna. «Sarà un modo – anticipa Lurà – per avere uno scambio diretto con i produttori e per condividere la gioia di esserci dopo 35 anni. E questo facendo partecipe la popolazione e sensibilizzando sulla nostra attività. Abbiamo organizzato questa manifestazione pensando proprio ai consumatori e ai produttori».

Tutti i sapori e i profumi ‘slow’

La Città sarà quindi ‘invasa’ da sapori e profumi che raccontano delle storie: dai formaggi ai vini, dai salumi al pesce, dalle lumache alle conserve, dal pane al miele. Tutti prodotti che oltre al gusto testimoniano fattivamente il loro rispetto per la Terra e sono realizzati in modo socialmente equo. «Chi aderisce alla filosofia di Slow Food – spiega Lurà – riceve una sorta di marchio a garanzia della qualità. Non dimentichiamo che il nostro motto è ‘buono, pulito e giusto’».

Mendrisio, alle spalle un passato da Cittàslow, ha aderito dunque di slancio all’iniziativa («e con generosità»). «Credere e valorizzare i prodotti ‘slow’, d’altro canto, rappresenta un investimento, non una spesa. Ciò che se ne ricava – rende attenti il presidente – è qualità di vita, salute e una mano, seppur piccola, all’economia locale». Il movimento di Slow Food, oggi presente in 160 Paesi nel mondo, nasce infatti, come ci ricorda Lurà, dalla volontà di «attirare l’attenzione sulle realtà alimentari locali, dove si produce in modo buono e giusto e che magari rischiano di scomparire, con il loro sapere contadino».

‘Mangiare, atto politico’

Del resto, non si può ignorare che la scelta di un cibo ha un impatto sulla salute e sulla società. «In fondo – ci fa notare ancora Lurà – mangiare equivale a un atto politico. Da qui la promozione dei prodotti a chilometro zero, la lotta contro gli sprechi alimentari, il sostegno a una biodiversità consapevole e sana e un approccio attento alla protezione del clima». Ecco che l’impegno e il dibattito di Slow Food da anni va ben al di là dell’accendere i riflettori su questo o quel prodotto di nicchia. Al Mercato di Mendrisio ci sarà modo anche di farsi una cultura, attingendo a un centinaio di titoli editi dall’associazione.

Effetto Slow Food

Nello spendersi di chi ci crede, va ribadito, c’è una dose sostanziosa di passione e buona volontà. In questi anni i produttori vicini a Slow Food hanno potuto farsi spazio sul mercato cantonale? «Il riconoscimento di Slow Food ha avuto delle ricadute – ci illustra Lurà –. Il messaggio tra la gente è passato. Capita abbastanza spesso che turisti ci scrivano per saperne di più su prodotti e ristoranti». Un binomio, quello che si ritrova nel piatto, reso possibile dall’Alleanza dei cuochi, che riunisce i ritrovi che sposano i principi del movimento su prodotti locali ma pure etica del personale.

E gli anni della pandemia da Covid-19 hanno influito sulle realtà locali? «Da parte nostra – ci dice il presidente – abbiamo cercato di andare incontro a chi merita di essere segnalato. Per due volte abbiamo pubblicato, infatti, un calendario dell’Avvento per propagandare il lavoro dei produttori di casa. Una iniziativa che è stata seguita e ha suscitato interesse, tanto da conquistare estimatori e in alcuni casi anche migliaia di ‘like’ in rete, quasi in modo inaspettato».

Un riscontro alimentato altresì da un’altra idea della Condotta Ticino: la distribuzione di due buoni da 20 franchi l’uno a ciascun membro dell’associazione. «Naturalmente da spendere a vantaggio dei produttori del territorio, creando così un circolo virtuoso», rilancia Lurà. Il Mercato dell’anniversario di sabato ne darà l’occasione. A quel punto non resterà che scegliere tra la Farina bona e la cotognata di Zurigo, la mortadella di Bologna e il pane di segale vallesano, il Bitto e lo sbrinz d’alpeggio per concedersi un peccato di gola. L’importante è che sia... consapevole,

Come ama dire lo stesso Carlo Petrini, "il gusto, per tutti, è il diritto a trasformare in piacere il proprio sostentamento quotidiano".