Mendrisiotto

‘A Chiasso non deve esserci uno Stato di Polizia’

I Verdi del Mendrisiotto scrivono alla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, attesa in visita lunedì 6 novembre

Altre richieste per la Consigliera federale
(archivio Ti-Press)
1 novembre 2023
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A Chiasso, così come in tutto il Mendrisiotto, non deve essere instaurato uno ‘Stato di Polizia’. È questa una delle richieste messe nero su bianco da Filippo Piffaretti, per i Verdi del Mendrisiotto, in una lettera inviata alla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider in vista della sua visita nella regione di lunedì 6 novembre. L'invito formulato alla responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia è quello di “respingere con la massima determinazione qualsiasi invito da parte delle autorità comunali e cantonali di instaurare uno ‘Stato di Polizia’ nella nostra regione, magari delegando all'esercito compiti che dovrebbero essere svolti da Polizia Cantonale e Comunale. Chiasso è già sufficientemente percepita quale cittadina inospitale, nessuno desidera quindi che questa inospitalità venga ulteriormente accentuata da misure sproporzionate”.

‘Manca trasparenza’

Nella lettera Piffaretti evidenzia che “in Ticino la questione della migrazione è trattata in maniera estremamente riservata, oserei affermare che il principio di trasparenza dell'amministrazione non viene applicato a questo campo” e sottolinea come, “al contrario di altri cantoni, i centri dove i rifugiati sono confinati in regime semi-carcerario, non sono neppure accessibili ai nostri parlamentari. L'accesso di questi centri è gestito in maniera arbitraria”. Ne consegue che “la stampa si limita a fornire informazioni occasionali, spesso legate alla criminalità”. Il firmatario della lettera ritiene quindi che “la mancanza di trasparenza sia il primo problema della migrazione in Ticino. Il governo ticinese, per mano del suo ministro responsabile, ha mantenuto sino a oggi il massimo riserbo e non pubblica nessuna statistica sull'efficacia delle misure di integrazione”.

‘Integrazione spesso ostacolata, creiamo una borsa dell'impiego’

Integrazione che “appare spesso ostacolata – continua Piffaretti –. Non ci sono persone che si interessano seriamente alla loro integrazione e non ci sono ‘borse del lavoro’ che permettano loro di trovare un'occupazione remunerata. Va notato che molti disoccupati della regione sarebbero felici di lavorare nel settore dell'incoraggiamento all'integrazione”. La proposta è quindi quella di creare una ‘borsa dell'impiego’ dedicata ai migranti, in collaborazione con le industrie ticinesi, con lo scopo d'accelerare l'integrazione delle persone atte e in condizioni di lavorare. La popolazione e l'economia sono pronte a sostenerla!”. L'auspicio dei Verdi del Mendrisiotto è che la visita di Baume-Schneider “possa portare a dei cambiamenti nel modo in cui vengono gestiti i migranti in Ticino, e ciò nel senso di una maggiore trasparenza, di un'accoglienza più umana e di una migliore integrazione, soprattutto per quanto riguarda il diritto all'istruzione e al lavoro”. Nella lettera si evidenzia anche che “si contano almeno tre giovani migranti suicidatisi in un anno e numerosi episodi di microcriminalità. Questi decessi dimostrano il fallimento del sistema?”.

‘Accoglienza più decentralizzata’

Un altro auspicio formulato è quello che “l'accoglienza possa essere gestita in modo più decentralizzato” e quindi “in appartamenti affittati ‘normali’, soprattutto per quel che concerne le famiglie, che sicuramente pongono meno problemi d'integrazione”. Riguardo agli alloggi, “si afferma che non ve ne sarebbero a sufficienza, e ciò nonostante il fatto che il Mendrisiotto vanti uno dei più alti tassi di appartamenti sfitti della Svizzera”. Filippo Piffaretti porta anche un esempio personale. “Accolgo in un condominio di un altro cantone una famiglia di rifugiati: una madre e i suoi tre figli. Ammetto che all'inizio è stato a volte difficile, ma si è rivelato molto arricchente. Nel mio caso – conclude – i problemi sono stati risolti con tolleranza e astuzia”.