I richiedenti l'asilo saranno una sessantina e tutti con permesso di soggiorno. La presa a carico è stata affidata alla Croce Rossa
In totale saranno circa una sessantina. Perlopiù si tratterà di famiglie afghane o curde e di alcune persone sole già in possesso di un permesso di soggiorno e assegnate al Canton Ticino. Sarà per loro che dal primo novembre prossimo – e sino al 29 febbraio 2024 – La Perfetta di Arzo riaprirà le porte a persone rifugiate in Svizzera. Una decisione che, di fatto, risponde alla necessità delle autorità cantonali di trovare altri alloggi disponibili a fronte della mancanza di posto all’interno delle strutture ordinarie. Raggiunto l’accordo con il Municipio di Chiasso, proprietario della scuola verde, la conferma ufficiale all’esecutivo di Mendrisio – sul cui territorio si trova l’edificio – è giunta il 12 ottobre scorso. Una conferma che si sarebbe voluta più tempestiva, come lamentato a ‘laRegione’ dal capo dicastero Sicurezza pubblica Samuel Maffi. Lo stabile era già stato convertito in un punto di accoglienza supplementare e temporaneo l’inverno dell’anno scorso, in piena emergenza, ospitando profughi ucraini e richiedenti l’asilo attribuiti al Canton Ticino.
Come anticipato, la prima mossa l’ha fatta il Municipio di Mendrisio, che si è fatto parte attiva e il 17 ottobre ha incontrato Gabriele Fattorini, capo della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie e Renzo Zanini, capo dell’Ufficio cantonale dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati “per avere tutte le delucidazioni necessarie”. Ora si sa, come chiarisce l’esecutivo dando seguito agli interrogativi (e alle resistenze) sollevati dal gruppo Lega-Udc-Udf – primo firmatario il consigliere Roberto Pellegrini –, che la presa a carico verrà garantita, dietro mandato cantonale, dagli operatori sociali del servizio sanitario della Croce Rossa Svizzera-Sezione del Sottoceneri. I richiedenti l’asilo che saranno ospitati a La Perfetta seguiranno, come spiega ancora l’esecutivo, “un percorso d’integrazione a fasi coordinato da Crss, valorizzando da subito l’apprendimento della lingua italiana”. Condizioni base, a cominciare dallo statuto delle persone alloggiate, che agli occhi dell’autorità cittadina restituisce “un buon presupposto al rispetto dell’ordine pubblico da parte delle stesse”.
Il Cantone, in effetti, non prevede misure eccezionali o d’urgenza per la gestione del centro. Ovvero nessuna sorveglianza sull’arco delle 24 ore o presidi. Il Comune, però, ha deciso di non trascurare la possibilità di far capo a una Polizia di prossimità visto “il sopraggiungere nel quartiere residenziale di Arzo di persone in situazione purtroppo disagiata, con lingue, usi e costumi differenti”; e quindi l’esigenza di tenere presente il “sentimento soggettivo di sicurezza percepito dagli arzesi, come pure dai migranti”. Tutto ciò, si ribadisce nella riposta all’interrogazione, è “finalizzato al benessere e a una convivenza armoniosa, pacifica e in sicurezza delle comunità”.
Concretamente, il Municipio intende rafforzare la presenza sul posto della Polizia comunale, tramite agenti e/o assistenti, “in modalità ben visibili o più discrete”, a tutto vantaggio anche del Quartiere. A questo punto il Municipio di Mendrisio auspica “che la convivenza possa svolgersi in modo pacifico e positivo, ricalcando quanto già avvenuto durante il periodo novembre 2022-febbraio 2023”. Come affermato dai funzionari cantonali, “fino a oggi la convivenza fra la popolazione e i centri di accoglienza ha sempre funzionato bene e non vi sono stati grandi problemi di ordine pubblico”.
D’altro canto, non è escluso che oltre a La Perfetta il Cantone debba aver bisogno di altre soluzioni logistiche. «Al momento la pressione migratoria resta elevata – come ci ha confermato nelle scorse settimane lo stesso capo dell’Ufficio cantonale dei richiedenti l’asilo e dei rifugiati Renzo Zanini –, e il Cantone sta reperendo spazi per l’alloggio temporaneo di persone durante l’autunno e l’inverno, periodo in cui il numero di richiedenti l’asilo in arrivo in Ticino potrebbe aumentare fortemente».
Se ulteriori assegnazioni di richiedenti l’asilo al Ticino appaiono quasi certe, sulla collocazione geografica delle strutture di riserva (come la scuola verde), per ora, si mantiene il riserbo.
In ogni caso, conclude il Municipio di Mendrisio, “la situazione è difficile ed è dovuta a un arrivo inaspettato e straordinario di rifugiati su suolo svizzero. Il Cantone subisce l’attribuzione da parte della Confederazione della quota di richiedenti l’asilo per il nostro territorio. Oggi non vi è una soluzione per far fronte a questa situazione”. Il tema, insomma, resta aperto.