Mendrisiotto

Ottenere la carta d’identità con la Lingua dei segni italiana

Progetto pilota nella Città di Mendrisio. Si chiama ‘Deep’ e faciliterà la comunicazione fra persone con sordità e istituzioni

I segni e il loro avatar
(Ti-Press)
14 aprile 2025
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La struttura è semplice: un totem con videocamera e schermo in grado di permettere alle persone con problemi di sordità di esprimersi con la Lingua dei segni italiana (Lis), mentre un’applicazione web traduce i segni in italiano e viceversa. ‘Deep’ (Segna che ti sento!), questo il suo nome, è però il risultato di un’intensa ricerca scientifica e tecnologica che ha portato a quello che è stato definito, nel corso di lunedì della presentazione alla stampa nella sala del Consiglio comunale di Mendrisio, «un sistema rivoluzionario di comunicazione».

Finanziato per il 50% dall’Agenzia svizzera per la promozione dell’innovazione (Innosuisse), il progetto, per ora pilota, gode del sostegno oltre che dell’Amministrazione comunale del capoluogo, di Handy System e del Servizio informatica forense della Supsi che hanno progettato un sistema per facilitare il dialogo tra persone con problemi di udito e istituzioni. Un sistema – è stato evidenziato – “accessibile e intuitivo che elimina la necessità immediata di un interprete, garantendo maggiore autonomia”.

‘Comune inclusivo’

Daniele Caverzasio, capodicastero Socialità e pari opportunità, ha rimarcato la grande soddisfazione del comune nel quale ‘Deep’ sarà testato: «Mendrisio da anni percorre la strada dell’inclusione, ed è dunque facile, quando si ha un incontro di obiettivi e visioni, cogliere le opportunità per una crescita condivisa. Il sostegno della Città di Mendrisio al progetto Deep rappresenta un importante passo verso l’attuazione di una visione inclusiva e innovativa. Questo impegno evidenzia la determinazione della Città a fungere da catalizzatore per il cambiamento sociale positivo, utilizzando la tecnologia come strumento per abbattere le barriere che le persone non udenti affrontano nell’accesso ai servizi comunali. Anche in Gran Consiglio, come deputato, ho avuto modo di trattare questo importante tema e quindi, come ente pubblico, è fondamentale sostenere il messaggio che guarda alla costruzione di un positivo e inclusivo cambiamento sociale. Ed è stato proprio con la ricerca dell’aspetto tecnico che potesse aiutare a realizzare tutto ciò – non ha mancato di ricordare il municipale – che siamo stati contattati dai promotori. Un progetto importante che ha avvicinato mondi anche distanti e che nella sua fase pilota consentirà di approfondirlo e affinarlo ulteriormente. Ben vengano, dunque, gli sviluppi. Oggi serviva semplicemente un'entità pubblica che lo sostenesse, ora che è stato individuato in Mendrisio ci sarà sicuramente ancora molto da fare».

Un giorno speciale, anche come sottolineato da Daniele Raffa, Ceo di Handy System: «Oggi un sogno si realizza. L’interesse per la lingua dei segni mi accompagna da molti anni. Durante la pandemia di Covid-19, ho percepito ancora più chiaramente le difficoltà delle persone sorde nella comunicazione, specialmente a causa delle mascherine. Da lì è nata l’idea di sviluppare una tecnologia che garantisse accesso immediato e gratuito ai servizi, senza bisogno di dispositivi specifici. Però per realizzarlo servono anche le persone giuste che credono nei tuoi sogni e li fanno anche un po’ loro, per questo devo dire grazie al team della Supsi. Quel grazie che ho percepito dal suono di un sintetizzatore necessario alla comunicazione fra un signore paralizzato e la sua famiglia. Sono parole che non possano che emozionare... ‘Deep’ nasce, quindi, da una domanda molto semplice: come è possibile abbattere le barriere della lingua? La mia non era perciò soltanto un’idea ma doveva diventare qualcosa di concreto. Ne ho parlato con Alessandro Trivilini, responsabile del Servizio informatica forense della Supsi e ne è poi nato quello che presentiamo oggi. Fin da subito ho desiderato ad ogni modo che non fosse nulla di costoso o complicato, ma che aiutasse semplicemente a esprimersi liberamente. Una tecnologia accessibile a tutti».

Fra scienza e tecnologia

L’avvio del progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con il Servizio informatica forense (Sif) che ha applicato le proprie competenze tecnico-forensi nell’analisi video e nell’intelligenza artificiale per sviluppare un sistema di traduzione Lis-italiano altamente preciso e intuitivo. Il periodo di sperimentazione coinvolgerà in particolare l’Ufficio controllo abitanti della Città di Mendrisio. Poi potrà essere esteso ad altri ambiti, ad altri uffici comunali, alle farmacie, al settore delle emergenze e dei soccorsi.

Ma cosa c’entra l’informatica forense? Lo ha spiegato il responsabile del Servizio della Supsi, Alessandro Trivilini: «La ricerca scientifica sta entrando in una nuova era, in cui il concetto di transdisciplinarità porterà numerosi benefici nello sviluppo di soluzioni innovative. Il Sif, che dirigo da 14 anni, ha sviluppato fin dalla sua nascita (2011) un patrimonio di competenze, sia in termini di quantità sia di qualità, nel campo della sicurezza informatica e delle investigazioni digitali. Queste competenze ci hanno permesso di affrontare la complessità della traduzione Lis-italiano con un approccio scientifico rigoroso e multidisciplinare».

Con lui i due collaboratori scientifici, Nicolas Tagliabue ed Elisa Colletti: «La nostra sfida principale è stata creare una tecnologia che potesse cogliere tutta l’espressività della Lis, che non si basa solo sulle mani, ma anche su espressioni facciali e movimenti del corpo. Abbiamo sviluppato un sistema non invasivo, in grado di tracciare ogni dettaglio e restituire una traduzione accurata. Tuttavia, proprio questa diversità ha reso il processo di traduzione particolarmente impegnativo per un sistema di intelligenza artificiale».

Un aspetto chiave di ‘Deep’ è stato proprio il coinvolgimento diretto della comunità con disabilità uditive che in Svizzera conta 10mila persone e in Ticino circa ottocento: «Fin dall’inizio, abbiamo voluto che il sistema rispondesse alle reali esigenze delle utenti e degli utenti – hanno annotato i collaboratori scientifici –. Per questo, la comunità ha contribuito alla creazione di un corpus di oltre 62 ore di video in Lis, essenziale per addestrare l’intelligenza artificiale».