Raggiunto un accordo tra il Municipio di Chiasso e il Consiglio di Stato per l'inverno. Si attiva pure l'esecutivo di Mendrisio. La scelta fa discutere
La Perfetta di Arzo tornerà ad aprire le sue porte ai rifugiati. E lo farà per la seconda volta. Già convertita, in piena emergenza, dal Cantone in un punto di accoglienza supplementare e temporaneo dalla metà del novembre scorso al febbraio di quest’anno, la struttura è, quindi, di nuovo nel radar del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) quale soluzione logistica in un momento in cui la politica d’asilo è di nuovo sotto pressione.
Nelle scorse settimane, infatti, il Municipio di Chiasso ha messo a disposizione l’edificio di sua proprietà al Consiglio di Stato, alla ricerca di spazi idonei per collocare queste persone. Contattato da laRegione, il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni conferma che «abbiamo messo a disposizione La Perfetta per il periodo invernale». Indicativamente da novembre alla fine di febbraio, quindi, gli spazi saranno a disposizione del Cantone che, aggiunge il sindaco, «ha manifestato il suo interesse verso la struttura». Come capita quasi sempre, durante i mesi invernali l'edificio è poco utilizzato da gruppi e visitatori esterni che lo prenotano per le loro attività. Per definire gli accordi tra Comune e Cantone manca unicamente una conferma scritta da parte di quest'ultimo. Conferma attesa in questi giorni.
Stretta una nuova collaborazione tra i servizi cantonali e l’autorità chiassese, la notizia è corsa nei corridoi istituzionali ed è arrivata all’orecchio del Municipio di Mendrisio, sul cui territorio si trova la scuola verde. Ad oggi, infatti, a Palazzo civico non è giunta alcuna comunicazione ufficiale. «Sono venuto a sapere di questo potenziale riutilizzo in forma assolutamente ufficiosa», ci mette a parte il capodicastero Sicurezza pubblica Samuel Maffi. Come accaduto in precedenza, la Città non ha quindi ricevuto nessuna informazione preventiva. Cosa che, a fronte dell'esperienza passata – almeno sul piano istituzionale – non si sarebbe voluto rivivere. Come dire che sarebbe bastata una telefonata di cortesia per ovviare all’inconveniente.
Di conseguenza, in questa occasione è stato lo stesso esecutivo di Mendrisio a prendere l’iniziativa, a darle una veste formale e a rivolgersi a chi di dovere. «In effetti – ci conferma Maffi –, ne abbiamo discusso nella seduta settimanale di ieri, martedì, e abbiamo ritenuto di farci parte attiva nei confronti dell’autorità cantonale – referente il Dss, ndr –, dunque, di contattarla per capire come sta evolvendo la situazione. Su una tematica del genere, infatti, ci si aspetta una comunicazione tempestiva».
La Città, si tiene a precisare, resta aperta. «Il Municipio è solidale, visto le circostanze, e ha sempre mostrato la sua disponibilità, nel limite delle possibilità – sottolinea il capodicastero –. Occorre però ricevere altresì delle garanzie e potersi preparare pure per il potenziale tema della sicurezza soggettiva, pensando alla popolazione locale. Per essere chiari, comunque, non vogliamo creare allarmismi. La volta scorsa tutto è andato bene, e proprio dal profilo della sicurezza, oggettiva e soggettiva. Infatti, non abbiamo registrato particolari problemi». Tra il novembre e il febbraio scorsi erano stati accolti alla Perfetta una sessantina di rifugiati provenienti da Afghanistan e Turchia, in prevalenza persone sole e famiglie.
Resta da capire, lascia intendere Maffi, se questa opzione manterrà il carattere dell'eccezionalità o se nel tempo assumerà una maggiore stabilità. «Se questo approccio dovesse diventare una routine – annota – qualche interrogativo in più si porrebbe dal profilo della sicurezza e anche da quello finanziario».
Sta di fatto che la decisione ha già suscitato le reazioni della politica locale. Tant'è che oggi, il gruppo Lega-Udc-Udf di Mendrisio – primo firmatario il consigliere Roberto Pellegrini – ha già indirizzato sul tema una interrogazione al Municipio cittadino. I firmatari dell'atto parlamentare si dicono addirittura "indignati" per la scelta caduta sulla Perfetta, collocata, si annota, "in un quartiere residenziale" e pensata "per accogliere scolaresche, gruppi e associazioni che si dedicano al tempo libero e allo sport".
La conclusione è presto detta: "È arrivato il momento – ribadiscono – di dire basta a queste decisioni irrazionali e imprudenti che mettono a rischio la sicurezza e l'identità della nostra comunità". E qui il riferimento è anche alla presa di posizione delle Commissioni di quartiere di Chiasso.
A questo punto la lista degli interrogativi girati all'esecutivo mendrisiense è assai lunga e mirata a sapere se l’autorità locale si sia già attivata e come e se vi saranno disagi e ricadute (a cominciare dai maggiori costi per la sicurezza). Anche perché gli autori dell'interrogazione ritengono che il Municipio di Mendrisio "debba esser coinvolto vista la situazione delle ultime settimane" e andrebbe tenuto aggiornato "costantemente sul grado di occupazione della struttura".
E non da ultimo, l'esecutivo "ha sentito l’ufficio cantonale competente per vedere se esistono altre strutture più adatte dove collocare i richiedenti d’asilo e questo dopo il precedente caso di collocamento".