Interpellanza al governo dai deputati Pronzini e Sergi. Il caso è quello di Serena Bellotti, proposta dalla ‘Giustizia e diritti’
Le voci di presunte, inopportune, telefonate in vista della prossima nomina in magistratura girano da almeno una settimana. Ora si sono tradotte in un atto parlamentare. In un’interpellanza, depositata dai deputati del Movimento per il socialismo Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi. “Negli scorsi giorni siamo stati messi al corrente – anche da parte di alcune granconsigliere e alcuni granconsiglieri – di una sponsorizzazione insistente da parte del giudice Damiano Stefani, presidente del Consiglio della magistratura, della signora Serena Bellotti, candidata alla carica di giudice della Camera di esecuzione e fallimenti”, scrivono Pronzini e Sergi. Il presidente del Cdm, proseguono, “avrebbe contattato personalmente diversi parlamentari della commissione ‘Giustizia e diritti’ invitandoli a voler proporre al plenum del Gran Consiglio la signora Serena Bellotti”. Stando a quanto risulta a ‘laRegione’, Stefani non sarebbe stato l’unico giudice a chiamare.
Nella riunione di lunedì scorso la ‘Giustizia e diritti’, firmando il rapporto redatto dal suo coordinatore, il centrista Fiorenzo Dadò, ha optato per Bellotti, classe 1991, avvocato, dall’agosto 2018 cancelliera in seno alla seconda Camera civile del Tribunale d’appello: la commissione ha invitato così formalmente il plenum del parlamento a eleggerla. La nomina di un magistrato, che dovrebbe avvenire nella sessione di maggio del Gran Consiglio, si rende necessaria per la sostituzione, sempre nella massima autorità giudiziaria cantonale, del giudice Giorgio A. Bernasconi, area Centro (la stessa di Stefani), che a fine giugno andrà in pensione per raggiunti limiti di età, 70 anni. Come indicato nel bando di concorso, il magistrato che verrà eletto sarà assegnato alla Camera di esecuzione e fallimenti (Cef), la quale fa parte del Tribunale d’appello. E questo perché il presidente della Cef, il giudice Charles Jaques, ha nel frattempo esercitato il diritto di opzione, passando alla prima Camera civile diretta da Giorgio A. Bernasconi.
Da ricordare ancora che la ’Giustizia e diritti’ ha preferito Bellotti agli altri tre candidati, ritenuti pure loro, dalla Commissione di esperti, idonei a ricoprire la carica: Fernando Piccirilli, attuale capo della Sezione esecuzione e fallimenti all’interno della Divisione giustizia del Dipartimento istituzioni; Claudio Cortese, ispettore giurista presso la Camera di esecuzione e fallimenti; Brenno Martignoni Polti, avvocato ed ex sindaco di Bellinzona.
Entrambi avvocati, entrambi di area Plr, Cortese e Piccirilli possono vantare una lunga esperienza in un settore assai complesso e importante, soprattutto per l’economia di un territorio. Quello dell’esecuzione e dei fallimenti. Fernando Piccirilli, 61 anni, dagli anni Novanta è stato giurista presso l’Ufficio fallimenti di Lugano, vice-cancelliere alla Camera esecuzione e fallimenti del Tribunale d’appello, ispettore degli uffici esecuzione e fallimenti cantonali, ufficiale di esecuzione e fallimenti di Bellinzona e Valli, ufficiale di esecuzione di Lugano, ufficiale di esecuzione del Sopraceneri, responsabile del settore esecutivo cantonale, capo della Sezione esecuzione e fallimenti alla Divisione giustizia al Dipartimento istituzioni. Claudio Cortese, 45 anni, dopo aver esercitato la libera professione in uno studio legale, nel marzo del 2013 viene nominato cancelliere presso la terza Camera civile del Tribunale d’appello e in seguito, nell’ottobre di quell’anno, ispettore giurista presso la Camera di esecuzione e fallimenti, dove lavora tuttora. Inoltre tiene corsi di formazione per funzionari degli uffici di esecuzione e fallimenti. Dal 2024 è anche membro della Commissione federale in materia di esecuzione e fallimento. Non solo. Presta consulenza per gli uffici giudiziari e amministrativi che ne fanno richiesta e collabora nella tenuta di alcuni moduli in materia di reati fiscali e fallimentari per il conseguimento del Cas in diritto penale economico della Supsi.
Quello appena descritto è il contesto in cui si inserisce l’interpellanza dell’Mps. Se le voci delle suddette presunte telefonate, si afferma ancora nell’atto, “sono giunte a due parlamentari dell’opposizione, immaginiamo che siano giunte anche al Consiglio di Stato e al Dipartimento delle istituzioni”. Pronzini e Sergi chiedono allora al governo se abbia preso contatto con Stefani (“per ricordare al giudice Stefani che è completamente fuori luogo per la funzione che riveste esporsi in maniera così spudorata, tanto da imbarazzare alcuni membri della commissione citata”) e quali siano le spiegazioni da lui date.
Abbiamo provato a contattare Stefani per conoscere la sua versione dei fatti. Ma senza riuscirvi.
Nell’interpellanza si affronta pure l’aspetto delle competenze, in relazione a quelle richieste per la carica messa a concorso, della candidata proposta dalla commissione parlamentare quale giudice d’Appello della Cef. “Da una nostra ricerca nel web non siamo riusciti a trovare nulla che leghi la Legge esecuzione fallimenti alla signora Serena Bellotti nel frattempo proposta (con diversi mugugni) da parte della commissione ‘Giustizia e diritti’”. Pronzini e Sergi domandano allora al Consiglio di Stato “di indicarci per sommi capi quali sono le certificate esperienze e competenze in ambito di Lef della prescelta”.
Comunque sia, Pronzini e Sergi non hanno dubbi: “Il sistema d’elezione dei magistrati è incancrenito. Tanto più che esiste la separazione dei poteri e il compito di eleggere i magistrati spetta al Gran Consiglio”. È compito del parlamento, insistono gli interpellanti, “e nessun altro può e deve intromettersi”.