Mendrisiotto

Mendrisiotto e corsia dei Tir, timori per il Gottardo bis

Il presidente della Commissione trasporti Andrea Rigamonti aspetta la prossima mossa dell'Ustra. ‘Il secondo tubo? Ne discuteremo’

Un aumento del traffico sarebbe disastroso
(Ti-Press)
2 agosto 2023
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Sarà pure un chiodo fisso, ma di sicuro il Mendrisiotto e Basso Ceresio hanno più di un motivo per tenere alta la guardia sul problema del traffico. A gravare sul cuore della regione ci sono, in effetti, le code quotidiane di veicoli così come i piani dell'Ufficio federale delle strade (Ustra), determinato a tracciare nuove corsie lungo il tratto sud dell'autostrada. Lo hanno capito bene pure l’Ufam, l’Ufficio federale dell’ambiente, e l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (Are), che in questi mesi hanno richiamato con severità l'Ustra sulle lacune che accompagnano il progetto della nuova area di dosaggio dei Tir pianificata fra Coldrerio e Balerna. All'appello, come anticipato da ‘laRegione’, mancano, infatti, un esame di impatto ambientale, agli occhi dei tecnici delle Strade non necessario, e un maggiore approfondimento delle alternative possibili alla corsia lungo l'A2.

E adesso, l'impatto ambientale

Per chi, come la Commissione regionale dei trasporti (Crtm) - al suo fianco anche i Municipi di Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio, oltre a una serie di privati -, si è messo di traverso al dossier, le parole e le critiche dei Servizi federali valgono una boccata di ossigeno. E adesso, quindi, si attende la prossima mossa dell'Ustra. «La Commissione regionale dei trasporti ha preso atto delle prese di posizione di Ufam e Are e ora resta in attesa che Ustra completi la documentazione – ci conferma il presidente Andrea Rigamonti –. In ogni caso, siamo convinti che aver presentato una opposizione al progetto sia stata la cosa giusta. Anche perché ha permesso, appunto, di evidenziare delle criticità del progetto».

Il silenzio del governo cantonale

Restiste, però, un rammarico. «Purtroppo in questa vicenda il Consiglio di Stato resta il grande assente», annota il presidente. Quello stesso governo al quale si è rivolto di recente, e una volta di più, l'ex sindaco di Chiasso Moreno Colombo, alzando l'asticella delle aspettative. Dal canto suo, la Crtm sente di non aver ricevuto il sostegno dovuto. «Di fatto non si è proferito parola, neanche dopo le osservazioni scritte dei due Servizi federali – commenta Rigamonti –. E questo spiace». Non si può ignorare, infatti, che le indicazioni formulate da Ufam e Are, e che hanno il sapore della bocciatura, siano decisamente di peso. La delusione, insomma, è palpabile. La Crtm lancia, però, un segnale di apertura. «Speriamo che proprio le dichiarazioni dei due Uffici diano modo di riavviare un discorso costruttivo pure con i rappresentanti del Cantone», spiega il presidente della Crtm.

Gottardo bis, chiesta la discussione generale

Di tematiche (o problematiche) sul suo taccuino la Commissione, del resto, ne ha e diverse. Tant’è che è giunta la richiesta di mettere all’ordine del giorno delle riunioni il raddoppio del Gottardo. Un'opera che non è esattamente dietro l'angolo - il secondo tubo sarà pronto nel 2029 -, ma che già preoccupa per le possibili ricadute sul traffico del Distretto, messo a dura prova tra andirivieni veicolari e opere autostradali. In effetti, ci conferma Andrea Rigamomti, i vertici della Commissione sono pronti a discuterne. Anzi, c’è da credere che il dossier verrà passato ai raggi ‘x’, tra interventi di risanamento - che saranno successivi alla costruzione della nuova galleria - e lavori di ampliamento. E non è escluso che la tematica possa essere oggetto anche di una risoluzione.

‘Immaginare due tubi in esercizio? Il cataclisma’

«Qui, al momento, posso esprimermi solo a titolo personale – puntualizza Rigamonti –. È chiaro che, immaginare due tubi del Gottardo, per l'intero Ticino sarebbe un cataclisma per i nostri flussi di traffico. Del resto, lo verifichiamo quotidianamente: tra cantieri aperti, pendolari, vacanzieri e turisti di passaggio, basta poco per mandare il crisi il sistema viario; è sotto gli occhi di tutti. Di conseguenza, senza un filtro a nord, all'imbocco del Ticino, la situazione potrebbe peggiorare. In altre parole, se venisse meno quel filtro, ci troveremmo confrontati con colonne generalizzate, da Chiasso al Sopraceneri».

D'altro canto, fa memoria ancora Rigamonti, i patti erano chiari. Messo in consultazione popolare (nel febbraio 2016), il progetto da oltre 2 miliardi di franchi prevede dei punti fermi, come il fatto di non aumentare la capacità autostradale ed essere funzionale alla separazione (e non al potenziamento) dei flussi di traffico. Ma da queste parti qualche dubbio su come andranno le cose persiste.

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