Mendrisiotto

Corsia per i Tir, il Distretto non indietreggia

Andrea Rigamonti, presidente Crtm: ‘Pronti ad appellarci al Tribunale amministrativo federale’

Braccio di ferro
(Ti-Press)
20 giugno 2023
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Non parlate di corsia per i Tir lungo l'autostrada ai momò. Da queste parti quel progetto dell'Ustra, l'Ufficio federale dei trasporti, è rimasto decisamente sullo stomaco. Tant‘è che i primi a non volere un'area di sosta a cielo aperto nel tratto finale dell'A2 sono proprio le istituzioni toccate per territorio (oltre alle associazioni e ai privati cittadini). E lo scritto recente di Ustra al Dipartimento del territorio, a seguito della richiesta formale di fermare la procedura indirizzata dal Gran consiglio, non ha fato altro che alzare ancora di più il muro. Obiettivo, tenere lontana l'infrastruttura immaginata da qui al 2028 tra Coldrerio e Balerna per fare posto fino a 130 mezzi pesanti, in attesa di attraversare il valico di Brogeda. Il tutto per un investimento di quasi 20 milioni (a fronte di un costo globale di oltre 55 milioni) per la sola corsia.

‘Argomentazioni sbagliate’

«Siamo profondamente convinti che le argomentazioni portate a sostegno della corsia per i Tir siano sbagliate, e soprattutto si basino su una documentazione tecnica vecchia di dieci anni», sgombra il campo Andrea Rigamonti, presidente della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm). Tutte ragioni alla base anche delle opposizioni depositate davanti alle autorità federali, in testa i Municipi di sei comuni (Mendrisio, Chiasso, Balerna, Coldrerio, Novazzano e Stabio), la Crtm e Ata, l’Associazione traffico e ambiente.

‘Pronti ad appellarci al Tribunale amministrativo federale’

Morale: «Sul tema il Distretto sarà intransigente: manterrà la propria posizione. E se sarà necessario, e i Comuni lo riterranno, si andrà anche al Tribunale amministrativo federale – fa sapere Rigamonti, Che aggiunge –: in effetti, ci sono argomenti giuridici che meritano di essere approfonditi da parte di un tribunale».

‘Diamo tempo alla digitalizzazione delle dogane’

Al contempo, agli occhi del presidente della Crtm, e non solo, occorre dare tempo al processo di digitalizzazione delle pratiche doganali alla frontiera – oggi in fase di sperimentazione, ndr – di compiersi. «Siamo persuasi – chiarisce Rigamonti – che così facendo a un certo punto l'opera non sarà più necessaria».