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Slitta il cantiere per l'impianto di biogas a Stabio

Il Municipio ha presentato una variante del progetto. Il gas non verrà raffinato ma bruciato per produrre energia elettrica

In sintesi:
  • Una volta ottenuta la licenza edilizia, Municipio e Biogas Stabio Sa presenteranno l’istanza di sussidio alla Confederazione
  • L’impianto tratterà al massimo 5mila tonnellate l’anno di scarti organici da cucina, ‘umido’ o dell'industria alimentare
Esecutivo e Biogas Stabio Sa si allineano alle disposizioni federali
(archivio Ti-Press)
15 luglio 2023
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Slitta al 2024 l’inizio del cantiere per la realizzazione di un impianto di biogas a Stabio. Il Municipio ha infatti presentato una domanda di costruzione – l’incarto può essere consultato fino al 27 luglio all’Ufficio tecnico comunale – per una variante alla licenza edilizia ottenuta nel 2018. Variante che concerne l’introduzione di un sistema di cogenerazione per la produzione di energia elettrica (che sarà immessa nella rete Ams), eliminazione della raffinazione del biogas e dell’erogatore gas per veicoli. Municipio e Biogas Stabio Sa (la società per azioni detenuta al 50% dal Comune di Stabio e 50%, tramite Age Sa, dal Comune di Chiasso) hanno infatti deciso di allinearsi alle nuove disposizioni federali per la produzione di energia elettrica da energie rinnovabili entrati in vigore a inizio anno.

Gas bruciato per produrre energia elettrica

La decisione di aggiornare il progetto, ci spiegano dalla Cancelleria comunale di Stabio, è stata presa a seguito della nuova Ordinanza sulla promozione dell’energia (OPEn). La stessa stabilisce che la Confederazione può finanziare fino al 50 per cento gli impianti a biogas che producono elettricità. Un cambiamento importante, essendo allo stato attuale i sussidi per la produzione di biogas non molto elevati, per il ‘business plan’ del progetto e che ha quindi portato a questa scelta. Nell’impianto di Stabio non si procederà più con la raffinazione del gas per poi immetterlo nella rete, ma lo stesso verrà bruciato per produrre energia elettrica. Il cambiamento normativo ha quindi portato i promotori a rivedere l’impianto e a presentare una nuova domanda di costruzione, seguendo quindi gli indirizzi strategici scelti dalla Confederazione per affrontare la crisi energetica. La procedura che, stando alle ultime tempistiche note, avrebbe portato all’inizio del cantiere nell’ultimo trimestre di quest’anno e al conseguente inizio dell’attività dell’impianto nel corso del 2025, subisce quindi degli inevitabili ritardi.

I prossimi passi

Una volta ottenuta la licenza edilizia, Municipio e Biogas Stabio Sa presenteranno l’istanza di sussidio alla Confederazione. Dopo l’ottenimento dei contributi potranno essere avviate le procedure pubbliche. Al momento non è ancora possibile quantificare quanto ritardo verrà accumulato. Tutto, infatti, dipenderà dalla procedura appena descritta, dalla tempistica che servirà alle competenti autorità federali per esprimersi in merito alla richiesta di sussidio e, infine, dall’esito delle procedure dei concorsi pubblici. Come detto in apertura, l’auspicio dei promotori è quello di poter avviare il cantiere nel corso dell’anno prossimo. La variante al progetto non comporta nessuna modifica a livello di costruzione: a livello pratico il cambiamento riguarda unicamente l’ultimo modulo dell’impianto, che passerà dalla raffinazione alla bruciatura del gas per la produzione di energia elettrica.

All'anno cinquemila tonnellate di scarti organici

La pubblicazione della variante del progetto era stata anticipata dallo stesso Municipio di Stabio nella risposta a un’interpellanza del Centro (primo firmatario Luigi Croci) che chiedeva di fare il punto della situazione sul progetto. “La modifica di parte dell’impianto – viene spiegato – in quanto da gennaio 2023 i contributi della Confederazione per la produzione di elettricità da impianti di biomassa sono importanti”. Nella risposta l’esecutivo ricorda che “l’impianto tratterà al massimo 5mila tonnellate l’anno di scarti organici, come presentato nella domanda di costruzione”. La biomassa trattata dall’impianto “sarà principalmente di tipo agricolo (2’500 tonnellate/anno) e proveniente da scarti organici di cucina, ‘umido’ o dell’industria alimentare (2’000 t/a). Il verde (500 t/a) dovrà essere selezionato in quanto non è previsto nel processo di smaltimento il trattamento della parte legnosa”. Per quanto riguarda la ricerca di fornitori di biomassa, “al momento abbiamo avuto diversi contatti con enti, Comuni e industrie locali, oltre alla recente sottoscrizione di un impegno formale di alcuni agricoltori per il conferimento di biomassa e lo spargimento del digestato”. Vi sono anche “diversi contatti informali”. I contratti vincolanti “saranno sottoscritti solo all’inizio della costruzione dell’impianto”. Il Municipio fa infine sapere che uno studente di Stabio, nell’ambito della tesi di laurea alla Supsi, sta svolgendo uno studio sul potenziale di umido che si può recuperare a Stabio rispetto alle varie modalità di raccolta.

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