Nel Mendrisiotto si era resa protagonista di due rapine: nel 2010 a Besazio e nel 2011 ad Arzo
Tre condanne per complessivi 22 anni di reclusione e sette assoluzioni con formula piena o non luogo a procedere per sopraggiunta prescrizione. Questa in sintesi la sentenza pronunciata nel primo pomeriggio dai giudici del Tribunale penale di Varese nei confronti della ‘banda Vasi’. In sostanza i giudicanti hanno accolto le richieste di condanna avanzate nel febbraio scorso dal pm Lorenzo Della Palma, sostituto della Procura di Varese. Le pene inflitte tuttavia sono leggermente inferiori rispetto alla richiesta dell'accusa. Per le posizioni processuali degli imputati minori, hanno fatto breccia le argomentazioni delle difese.
Un peso determinante per arrivare alle condanne l'hanno avuto le drammatiche testimonianze sentite in aula da parte delle vittime delle rapine, oltre all'attività gli investigatori che al di qua e al di la della frontiera (strettissima la collaborazione) hanno lavorato a fondo per raccogliere robusti elementi probatori.
Al primo pronunciamento (ce ne saranno altri, in quanto i difensori degli imputati condannati hanno già fatto sapere di ricorrere in appello) si è giunti dopo cinque anni e mezzo, essendo il processo iniziato il 7 dicembre 2017. Gli imputati erano accusati a vario titolo di rapina aggravata, detenzione e porto abusivo d'arma da fuoco, estorsione e altri reati minori. La condanna più pesante è stata inflitta a Filadelfio Vasi, 43enne pregiudicato varesino, con numerosi precedenti penali, scarcerato nel gennaio scorso, dopo una detenzione durata anni, conosciuto come estremista di destra, capo degli ultras del Varese calcio.
Vasi è stato condannato a sette anni e sette mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 3’000 euro. Stessa la condanna inflitta a Marco Redentore Siverio, 42enne di Busto Arsizio. Nei suoi confronti il pm aveva chiesto la condanna a otto anni e sette mesi e una multa di 3’200 euro. Condanne dovute al fatto che i due rapinatori, entrambi con numerosi precedenti penali, sono stati ritenuti responsabili di tre rapine e una tentata rapina, messe a segno nell'arco di poco più di quasi un anno mezzo, dal 1° giugno 2010 al 1° ottobre 2011.
Gli servivano soldi per la latitanza in Spagna
Una forsennata attività motivata dal fatto che Filadelfio Vasi aveva bisogno di soldi, tanti soldi per pagarsi la latitanza in Spagna. Un disegno fallito in quanto prima dalla fuga erano arrivate le manette da parte dei carabinieri che, impegnati in una indagine per droga, intercettarono una conversazione in cui si faceva riferimento a un colpo che sarebbe stato messo a segno in una gioielleria di Arona. Da qui il fermo di un'autovettura sulla quale furono trovati gli attrezzi del mestiere: fascette, pettorine delle forze dell'ordine, parrucche e pistole, riconducibili alla banda Vasi.