Il Tribunale di Varese infligge sei anni di reclusione al 31enne mentre esce indenne dal processo l’imputato varesino di 38 anni
Si è chiuso in Tribunale a Varese, con una assoluzione ("per non aver commesso il fatto"), l’iter giudiziario per le tre rapine al distributore Piccadilly di Brusino Arsizio (7 aprile e 6 novembre 2017 e 4 aprile 2018) che, ai due autori materiali degli assalti, fruttarono complessivamente oltre 90mila franchi. Un consistente bottino di cui si era avuta notizia a Mendrisio nel corso del processo davanti alla Corte delle Assise correzionali a uno dei due rapinatori celebrato nel settembre 2021. A uscire indenne dal processo di Varese, un 38enne varesino chiamato in causa per la sola rapina del 6 novembre di cinque anni fa. Per lui, un personaggio noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti, l’accusa era di concorso in rapina, per aver prestato il proprio scooter agli autori della rapina, che lo avrebbero usato per raggiungere e poi dileguarsi da Brusino Arsizio. E sullo scooter si è incentrata la discussione fra le parti. Nessun dubbio per il pm Luca Petrucci, che ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione, con l’aggiunta di una multa di 3mila euro, per il 38enne imputato. Una tesi accusatoria, quella sostenuta dal magistrato inquirente basata sul materiale fotografico e video raccolto dagli investigatori ticinesi e varesotti. Tesi messa in discussione dal difensore, che ha invece posto l’accento sul fatto che la polizia cantonale individuò uno scooter Yamaha, quello usato dai rapinatori, mentre per i poliziotti italiani era un Honda. Quindi? Assoluzione per il 38enne. Più pesante la condanna al 31enne, pure lui varesotto, che nelle scorse settimane si è visto infliggere 6 anni di reclusione.