Lo ha deciso la Sezione degli enti locali che non ha approvato il Regolamento comunale per la mediazione proposto da ex Ppd e Indipendenti in una mozione
Morbio Inferiore non avrà un mediatore. Non verrà quindi realizzata una prima in Ticino. Se la mozione presentata dal gruppo Ppd (oggi Il Centro) e Indipendenti del comune – che chiedeva l’inserimento di un servizio di conciliazione – ha ricevuto i voti del Consiglio comunale, lo stesso non è valso per la Sezione degli enti locali che non ha approvato il nuovo Regolamento comunale per la mediazione. Lo scopo della proposta e dell’annesso Regolamento comunale era quello di appianare i conflitti di natura civile fra i cittadini offrendo un nuovo servizio per risolvere o prevenire le divergenze in modo semplice ed economico. Sì, perché la mozione (primi firmatari, Fabio Bernasconi ed Enrico Pusterla), proponeva che le procedure di mediazione fossero finanziate dal Comune, fatta eccezione di una partecipazione che sarebbe potuta essere richiesta alle parti coinvolte.
Per la Sel "il Regolamento in discussione crea per il Comune un ruolo di regista di procedure di mediazione, attribuendogli competenze e per certi versi doveri nel campo della risoluzione di contenziosi di natura civile, che il diritto superiore non demanda però alle autorità comunali". In parole povere, il Regolamento presentato dai mozionanti va oltre i compiti di un esecutivo comunale e così come approvato dal Consiglio comunale del 14 giugno scorso non può essere ratificato. Un agire del Comune in un ambito di un servizio di mediazione non è però escluso a priori. "Potrebbe entro determinati limiti rientrare nei margini dell’autonomia comunale". Infatti, con ciò il Municipio "potrebbe in definitiva assumere un ruolo affine alla promozione del benessere della cittadinanza in senso lato, contribuendo alla risoluzione di conflitti". Questo agire comunale però, ha proseguito la Sel, "deve essere in linea con ruolo e competenze che sono istituzionalmente proprie al Comune. Quanto previsto dal Regolamento sulla mediazione in oggetto, va però, a ben vedere, oltre".
La proposta, lo ricordiamo, aveva ottenuto il benestare della Commissione delle petizioni che aveva rilevato "l’utilità del servizio proposto e il testo del regolamento" e del Municipio che tuttavia non intendeva accollare i costi alla cittadinanza. Per gli autori della mozione la mediazione "è adatta soprattutto per conflitti di diritto civile (liti di vicinato, contrasti in merito a costruzioni, locazioni ecc.)". Ed è "una procedura volontaria, confidenziale ed extragiudiziaria, durante la quale una terza persona neutrale e imparziale – il mediatore – aiuta le parti a trovare una soluzione giusta e duratura a un loro conflitto".
Lo stesso sindaco, Claudia Canova, interpellata da ‘laRegione’ prima dell’approvazione da parte del legislativo aveva dichiarato: «La mediazione rappresenta un servizio nuovo in Ticino. Mentre la mediazione familiare è affermata da anni, la mediazione negli altri ambiti è ancora agli antipodi, si tratta di una pratica ancora molto giovane. Sappiamo che ci sono mediatori che si propongono per questa tipologia di servizio e che si prodigano per snellire la procedura; al contempo si vuole offrire un servizio alla cittadinanza». Un servizio per arrivare a una soluzione «più "bonale" rispetto al giudice di pace, in un modo concordato fra le parti in conflitto. Si tratta di una via complementare che risponde alle esigenze delle parti. Secondo il Municipio la mediazione rappresenta una via alternativa, una via da prendere in considerazione».
Una via però che parrebbe non potersi concretizzare, a meno che i mozionanti non intendano muoversi in direzione di una revisione del Regolamento seguendo le disposizioni fornite nella risposta della Sezione degli enti locali. Insomma, se son rose, fioriranno.