Sul Pac il Municipio svela le problematiche procedurali che accompagnano la verifica delle zone edificabili e l’elaborazione del documento
Le intenzioni del Municipio di Novazzano sono chiare: avere un Programma di azione comunale (Pac) entro l’anno. Anche perché avere tra le mani questo documento significa possedere i mezzi per rileggere il territorio con maggiore consapevolezza e attenzione per l’‘uso’ del territorio. Ma tra il dire e il fare, a volte, ci sono di mezzo le difficoltà applicative. Se ne è reso conto, di recente, anche il Comune del Basso Mendrisiotto.
Il ‘cantiere’ è aperto. A oggi è stato il pianificatore del Comune, Matteo Huber, a prendere le misure delle zone edificabili del Comune di Novazzano. Il calcolo preliminare, fa sapere lo stesso esecutivo, è già stato inviato al Dipartimento del territorio per un primo esame. Il responso definitivo, del resto, rappresenta un dato chiave: "costituirà la premessa conoscitiva indispensabile per individuare gli ambiti d’intervento del Pac".
Il punto, come esplicita ancora l’autorità comunale rispondendo nei giorni scorsi alle sollecitazioni del gruppo Insieme a Sinistra-Verdi-Indipendenti, è che non si parla di tempi brevi. A livello cantonale, infatti, c’è la fila di Comuni che attendono di tirare le somme. In più, tiene a far notare il Municipio dando seguito all’interrogazione, "sulla scheda R6 (del Piano direttore, ndr) regna grande incertezza". Come dire che bisognerà aspettare anche per assegnare l’incarico di elaborare il Programma a un consulente esterno ed entrare così nel vivo della procedura. Ciò che è certo, ribadisce ancora, è che "il Pac detterà le future scelte politico-pianificatorie del prossimo quarto di secolo, segnando di fatto la vita comune di tutti i cittadini".
Gli enti locali, però, si stanno scontrando con delle difficoltà pratiche. In effetti, si dice ancora a chiare lettere confrontandosi con le aspettative del gruppo (che esorta a non sprecare questa occasione), "alcuni Comuni hanno già avviato il percorso, scontrandosi con la difficoltà oggettiva di una mancanza di chiarezza che si palesa a livello istituzionale superiore e che grava nella valutazione oggettiva dei Piani regolatori dal lato del loro dimensionamento, impedendo l’elaborazione del Pac".
Il nodo della questione è, d’altro canto, a livello cantonale. Consiglio di Stato (CdS) e Consiglio federale non si sono trovati, infatti, sulla stessa lunghezza d’onda su alcune modifiche d’ufficio apportate dalla Confederazione agli adattamenti del Piano direttore cantonale, peraltro approvato nella sua ossatura e nella sua adesione alla Legge federale sulla pianificazione del territorio (Lpt). Il focus, ancora una volta, è su tre schede, con la R6 (sullo Sviluppo degli insediamenti e gestione delle zone edificabili), si iscrivono anche la R1 (sul Modello territoriale cantonale) e la R10 (sulla Qualità degli insediamenti).
E gli adattamenti, come fa sapere il governo ai Comuni in uno scritto del dicembre scorso, "hanno sollevato reazioni di preoccupazione da più parti". Il CdS conferma infatti di non condividere "le modifiche imposte dal Consiglio federale" e che "si batterà per una revisione della situazione e per un’applicazione rispettosa delle particolarità della situazione ticinese e dei legittimi interessi dei suoi cittadini". In tal senso il Dipartimento del territorio è pronto a incontrare, uno per uno, i Comuni per illustrare loro le "modalità operative e le possibilità pratiche a disposizione".
Tornando allo strumento del Pac e alle strade per centrare l’obiettivo, "il tema se affidarsi a un professionista o a un gruppo interdisciplinare di operatori – come suggeriscono i firmatari dell’atto parlamentare – dovrà essere attentamente valutato". A fronte dell’importanza del documento, si riconosce, "la scelta non dovrà in ogni caso essere sottovalutata". Gli esempi, d’altra parte non mancano, ricorda l’esecutivo di Novazzano, orientato altresì a informare direttamente il Consiglio comunale e la popolazione, "tempi e modalità verranno definiti a tempo debito".
Quanto alla possibilità suggerita da Insieme a Sinistra Verdi di dare forma e sostanza a un gruppo di conduzione politica del progetto e/o a un gruppo di accompagnamento tecnico, anche qui l’autorità locale annota che "le modalità sono da definire, prendendo anche esempio dall’esperienza dei professionisti e degli altri Comuni".
Infine, il Municipio tiene la porta aperta pure sul comprensorio. "In alcuni ambiti il Pac dovrà sviluppare il tema delle relazioni e le sinergie con i Comuni confinanti - si ribadisce rispondendo alla domanda puntuale degli interroganti -. Lo si fa già operativamente per esempio in ambito di azioni di mobilità aziendale, dove i Comuni di Novazzano, Balerna e Chiasso hanno elaborato un piano di mobilità settoriale che unisce idealmente le zone industriali/artigianali dei tre Comuni in un unico comprensorio". A questo punto, "bisognerà coinvolgere i Comuni e definire dei temi da condividere e sviluppare puntualmente".