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‘Io oggi sogno un Mendrisiotto unito’

Abbiamo parlato di aggregazione con Giorgio Fonio. E il consigliere comunale di Chiasso e granconsigliere ha una sua visione per il futuro

Giorgio Fonio
(Ti-Press)
7 febbraio 2023
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Partiamo da una constatazione: oggi il Mendrisiotto su singoli temi come l’approvvigionamento idrico, la strategia di Ustra (Ufficio federale delle strade) sull’asse autostradale, le fermate degli Intercity, le infrastrutture sportive (con la nascita dell’Ente regionale) è riuscito a fare squadra e, nel caso dei treni a lunga percorrenza, a portare a casa un risultato importante. Si è riusciti a collaborare e a trovare un punto di incontro. Come mai, secondo lei, Giorgio Fonio, allo stesso modo, la politica – e il pensiero va al Basso Mendrisiotto – non riesce a tessere una intesa sul piano del processo aggregativo?

Questi esempi dimostrano che tutto può prendere il ‘la’ da una progettualità comune – ci risponde il politico della regione –. Dire, però, che più grandi significa più forti, è un argomento che, da solo, con tutta probabilità non basta a motivare i cittadini a sostenere un eventuale progetto aggregativo. È più utile spiegare le ragioni e i benefici di ciò che si vuole realizzare, magari partendo proprio da progetti concreti, come l’acquedotto regionale o l’Ente dello sport, o ancora la fermata degli Intercity. Aggiungo anche la difesa della sanità nel Distretto, della sua offerta ospedaliera. Cambiando prospettiva, quindi, forse sarebbe possibile fare dei discorsi diversi rispetto a una discussione focalizzata solamente sull’aggregazione, operazione più faticosa.

Servono quindi dei progetti forti e condivisi da cui partire?

Certo.

Questo approccio darebbe modo di superare pure il nodo della pressione fiscale, che è tra i motivi che frenano alcuni Comuni del comprensorio? Non a caso Chiasso ha appena ridotto di due punti il moltiplicatore.

Evidentemente ci sono le varie sensibilità comunali. Io sono dell’idea, comunque, che una aggregazione deve essere qualcosa che arriva dal basso: questo principio lo abbiamo sempre difeso anche a livello cantonale. Un processo come l’aggregazione non può mai essere imposto dall’alto. Soprattutto se vi sono realtà che funzionano; a quel punto diventa più difficile convincerle ad aggregarsi. Ritengo, quindi, che il tema dei progetti sia superiore a qualsiasi altro.

Nel suo partito, il Centro, ci sono visioni diverse nei vari Comuni del Basso Mendrisiotto. Lo si è visto a Balerna e a Novazzano, che hanno lasciato il tavolo promosso da Vacallo: e sono tutti Comuni a guida Centro. Giorgio Fonio è favorevole o contrario a una aggregazione nel Basso Mendrisiotto?

Devo dire la verità. Da ciò che ho visto durante la mia attività parlamentare a Bellinzona, vi sono tematiche che oggi mi fanno affermare che, probabilmente, più che un’aggregazione del Basso Mendrisiotto sia più necessario avere un’aggregazione del Mendrisiotto. Questo perché noi siamo una realtà grande ma non grandissima, a maggior ragione se divisa in due, tra Alto e Basso Mendrisiotto. Ma soprattutto vi sono alcune tematiche che oggi hanno fatto capire che c’è bisogno di una regione unita, coesa, forte, capace di portare avanti in maniera unitaria alcune tematiche. Tra l’altro a livello cantonale siamo una regione che soffre, nonostante le nostre bellezze e un importante potenziale.

Posso fare un esempio: abbiamo un Bellinzonese che continua a crescere a livello demografico (anche dei momò si sono trasferiti lì) e un Mendrisiotto dal quale la gente parte, come hanno mostrato le tendenze del passato recente. Ma per quale motivo si sceglie Bellinzona? Perché quel comprensorio è stato in grado di avere delle infrastrutture e dei servizi che vanno davvero a favorire la scelta di andare ad abitare in quel centro. Pensiamo alla Trasversale alpina, per noi ora il tema principale nel nostro Distretto. Un tema da portare avanti sulla spinta di un Alto e un Basso Mendrisiotto, che ha bisogno di una regione unita e forte, con una voce che arrivi là dove deve arrivare per rivendicare il prolungamento a sud.

Quindi se dovesse scegliere fra le tre opzioni oggi sul tavolo – ovvero Basso Mendrisiotto, Comune unico e Convivio dei sindaci (idea lanciata dal sindaco di Balerna Luca Pagani) –, lei punterebbe sul Distretto unito?

Direi, vogliamo aggregarci e avere dei progetti forti? Puntiamo sul Mendrisiotto unico. Ovvio, sono molto rispettoso delle decisioni che arrivano dalla base. Se, dunque, i Comuni coinvolti dovessero decidere di seguire un’altra strada, ne prenderei atto. Magari l’avvicinamento a tappe si rivela essere la soluzione preferita. Visto quello che si muove a livello cantonale, se vogliamo avere coraggio allora andiamo a meta, a quella tappa finale che potrebbe davvero darci un ruolo principale a livello cantonale.

Quanto a potere contrattuale, un Distretto unito potrebbe avere maggiore voce in capitolo. Ma, volendo essere pragmatici, Mendrisio, da un lato, per ora non ha intenzione di riprendere in mano il discorso dell’Alto Mendrisiotto, e la visione di una regione unitaria appare molto lontana. Parlare di Mendrisiotto unito non è un po’ un alibi per scantonare, mentre i problemi sono qui e ora?

C’è da capire se un’eventuale aggregazione del Basso Mendrisiotto non rallenti poi l’avvicinamento al Mendrisiotto unico. Domanda provocatoria ma interessante. Non so se chi evoca il Comune unico del Distretto voglia fare melina, perché sa che tanto sarà difficile arrivarci. So che la mia visione non è questa, per essere chiaro. Insomma, se io penso al Mendrisiotto del futuro, lo ribadisco, forte e che possa avere voce là dove deve averla, mi sento di spronare ad avere il coraggio di andare verso la soluzione di un solo Comune. Vi è un esempio. L’ultima grande aggregazione credo sia quella di Bellinzona. Ebbene, Bellinzona ha concretizzato subito il progetto in un’unica tappa. Oggi siamo nel 2023, quando si è parlato di Basso Mendrisiotto la prima volta era il 2007 (mi riferisco all’anno della votazione consultiva, che poi ha bocciato il progetto), si parla di 16 anni. Oggi stiamo ragionando su un tema di 16 anni fa. Di conseguenza se vogliamo ancora fare qualcosa di forte e di grande per il Distretto, la direzione, a mio parere, è il Mendrisiotto unico.

Lo scenario è ormai delineato: da una parte c’è Vacallo, che ha rilanciato il dibattito e vorrebbe portare avanti uno studio di opportunità, e dall’altra un gruppo di cittadini di Balerna che perora la causa dell’istanza aggregativa. Cosa ne pensa?

Le decisioni a livello comunale vengono prese in piena autonomia. E le rispetto. È difficile esprimersi sulle valutazioni che portano gli enti locali a imboccare l’una o l’altra strada. Chi vive il Comune sa ciò che è meglio per la loro comunità. Si dovesse decidere per la via del Basso Mendrisiotto unito, si andrà in quella direzione. Lo deciderà la popolazione. E non sarò di certo io a mettermi di traverso. Per contro, mi vedrete battermi qualora dovessero calare delle decisioni imposte dall’alto. In quel caso non ci sto. Con il mio partito lo abbiamo sempre difeso: che sia la popolazione a condividere la scelta e non la politica.

E sulla proposta del sindaco di Balerna di creare un Convivio dei sindaci del Mendrisiotto? In realtà un gruppo intercomunale dei Comuni già esiste, per Moreno Colombo rischia di essere un doppione.

Tutto ciò che permette di portare i sindaci del Distretto al tavolo della discussione su tematiche importanti per il territorio è benvenuto. Resta da capire se la proposta avrà un seguito.

Sempre per Colombo, già sindaco di Chiasso, a questa regione in sofferenza serve una via d’uscita. Visto dall’osservatorio parlamentare, come sta il Distretto?

Il Mendrisiotto ha, in tutta evidenza, delle problematiche. Prendiamo la corsia dei Tir, progettata da Ustra sull’A2 tra Coldrerio e Balerna con il dichiarato intento di mettere in sicurezza l’autostrada: nelle altre regioni del cantone hanno edificato delle infrastrutture, dove hanno creato dei posti di lavoro e dove hanno evitato di deturpare il territorio o di ritrovarsi con un posteggio di camion a cielo aperto. È nelle situazioni pratiche che vediamo le difficoltà. Come deputati del Centro in questi anni abbiamo denunciato la perdita di posti di lavoro cantonali, parastatali e delle ex regie federali nella regione. Un pezzo alla volta sono stati smantellati. Senza dimenticare il grande tema della Maternità all’Obv. Si capisce bene, quindi, che a essere in sofferenza è tutto il Mendrisiotto e i problemi concernono tutti. Pensiamo alle fermate dei treni a lunga percorrenza, riconquistate grazie alla mobilitazione del Distretto tutto intero. Si tratta di temi di politica regionale.

In cima alla lista delle priorità cosa c’è?

La necessità di avere AlpTransit a sud. Sarebbe la soluzione a tanti problemi.

L’aspirazione di Giorgio Fonio, dunque, è un Comune unico del Mendrisiotto.

Io lo sogno. Per me il futuro è quello.

Ma quando sarà?

Spero di vederlo prima di invecchiare.