Riuscita la raccolta firme pro studio aggregativo, sindaco e Municipio sondano una via parallela. Pagani: ‘Potrebbe essere una soluzione ponte’
Al tavolo di un bar come dentro le stanze dei Palazzi della politica (locale), l’aggregazione comunale nel Basso Mendrisiotto continua a far dibattere, e magari anche litigare. Ora che la spinta propulsiva, soprattutto a Balerna, viene dal basso, dalla popolazione stessa, è dentro le istituzioni che ci si deve chiarire le idee. E proprio a Balerna, dove il Municipio non ha voluto proseguire nell’esplorazione di uno scenario aggregativo regionale, si è aperta la via a un’altra strada possibile. Lontana dall’essere un surrogato alla ‘fusione’, potrebbe consegnare nelle mani degli amministratori comunali una piattaforma di dialogo all’interno della quale ragionare su temi e problemi comuni al territorio. Tant’è che per saperne di più, mercoledì, l’esecutivo ha invitato a casa sua il capo della Sezione enti locali (Sel) Marzio Della Santa. Ne è nato uno scambio, definito proficuo dallo stesso responsabile della Sel. Dove porterà? È ancora presto per dirlo. Di sicuro nella sala municipale di Balerna adesso si discuterà della possibilità di farsi ambasciatori della proposta verso i Municipi dell’intero Mendrisiotto. L’idea è, infatti, quella di muoversi sul piano distrettuale.
Un esempio a cui ispirarsi in Ticino, del resto, già esiste: è il Convivio intercomunale dei sindaci del Locarnese, che si è consolidato nel tempo e oggi riunisce tredici Comuni. Non a caso ad accompagnare Della Santa nella sua trasferta momò c’era un collega che, nel Locarnese, riveste pure la carica di municipale e che ha potuto così portare la sua testimonianza diretta. Ha fatto breccia? «L’incontro è stato senz’altro positivo – ci risponde il sindaco di Balerna Luca Pagani –. Come Municipio volevamo approfondire il tema di un diverso governo del territorio. E qui pensiamo a tutto il Mendrisiotto, indipendentemente da quello che succederà nel Basso Mendrisiotto. Siamo partiti, infatti, dalla constatazione che molti temi e molte opportunità da cogliere riguardano l’intera regione e non possono essere affrontati adeguatamente a livello di singoli Comuni, grandi o piccoli che siano. Vi è il bisogno di rafforzare il territorio e prevedere una gestione strategica diversa dall’attuale».
A quel punto con la Sel si sono messe le carte in tavola. «Da parte nostra – conferma Della Santa –, abbiamo esposto i punti di forza e quelli deboli di un tale percorso, soprattutto in merito alla soluzione di un Convivio. Ciò per dare modo di riflettere sulla modalità di coordinare l’azione politica, definendo quindi una strategia condivisa a favore dello sviluppo del comprensorio». L’altra chiave di lettura possibile è, in effetti, la collaborazione intercomunale. Che ora come ora, come ci ricorda il capo della Sel, di norma viene usata nell’ambito dell’erogazione di beni e servizi pubblici e che nel Mendrisiotto, anche dopo anni di confronto, ha espresso in particolare il Consorzio Arm, per l’Acquedotto regionale del Mendrisiotto, L’Ente regionale per lo sport o il Servizio idrico del Basso Mendrisiotto. «È vero, abbiamo delle collaborazioni intercomunali – fa presente Pagani –, ma puntuali, e che non hanno questo approccio strategico. Ci è sembrato, quindi, interessante pensare a una formula che possa costituire una sorta di regia sovracomunale in grado di determinare gli obiettivi strategici e verificare come attuarli».
Sta di fatto che in questo momento nel piatto della regione ci sono, da un lato, una istanza di aggregazione e dall’altro la possibilità di dare vita a un Convivio di sindaci. Queste due ‘scuole di pensiero’ sono conciliabili? «I due approcci non vanno messi in contrapposizione – ci spiega Della Santa –: sono due vie che possono essere complementari o sostitutive. Mi spiego meglio. Di fronte a una non aggregazione, si può cercare comunque di collaborare sul piano politico e strategico, definendo delle linee comuni, da portare poi avanti tramite le singole entità locali. Allo stesso modo, pur davanti a un Comune aggregato nel Basso Mendrisiotto, ragionando in termini distrettuali può diventare una soluzione per superare i limiti comunali. Si tratta di uno strumento di concertazione politica, non operativo, che può essere usato in entrambe le modalità, dipende sempre di quale realtà stiamo parlando». Agli occhi di Pagani il problema non sussiste. «L’idea di immaginare una piattaforma di dialogo distrettuale è nata prima della raccolta firme – precisa –. E può tranquillamente procedere in parallelo allo studio aggregativo: d’altra parte ha uno sguardo, un perimetro e dei tempi diversi. Non dimentichiamo che un progetto aggregativo richiederà almeno un paio di anni. Mentre un Convivio potrebbe essere messo in atto in breve tempo».
In ogni caso ci si muoverà su un piano diverso da quello aggregativo. Restando una sorta di via d’uscita di sicurezza. «Darebbe modo per lo meno di capitalizzare il lavoro comune fatto sin qui», fa notare ancora della Santa. Senza trascurare, richiama, che un Convivio ha, in ogni caso, un potere limitato. «Per esemplificare, nel Locarnese sono passati da lì per realizzare opere e infrastrutture finalizzate a una maggiore competitività sul piano turistico: focus comune e ampiamente condiviso». Servono, insomma, le condizioni per mettere a frutto questo tavolo di lavoro. Consapevoli che si può arrivare sino a un certo punto. «Pensiamo al territorio, unica risorsa vera degli enti locali. Qualsiasi accordo stretto tra Comuni non potrà mai toccare davvero il tema della gestione del territorio. E qualsiasi miglioramento della qualità di vita, soprattutto nel Mendrisiotto, passa anche dal coraggio di ripensare il territorio. E può essere affrontato da un unico governo».
L’esperienza del Locarnese, comunque, ha stimolato l’interesse dell’esecutivo di Balerna e del suo sindaco. «Ne abbiamo sentito parlare – ci dice Pagani –, e abbiamo visto che tramite il Convivio hanno potuto analizzare e capire la vocazione del territorio e coglierne le opportunità. Loro ci sono riusciti. Una delle ipotesi è che, una volta fissati gli obiettivi, li si possa perseguire attraverso gli enti già esistenti. E mi riferisco all’Ente regionale per lo sviluppo, la Commissione regionale dei trasporti o l’Organizzazione turistica regionale. Per essere chiari, oggi manca una vera politica regionale». E Pagani vede nella forma del gremio dei sindaci una soluzione ponte, in attesa del Comune unico. Di sicuro non si può dire che il Mendrisiotto non stia cercando la sua strada. «Infatti, abbiamo aderito volentieri alla richiesta, per dovere istituzionale ma anche per dare modo di mettersi alla prova – fa presente Della Santa –. E magari arrivare alla conclusione che vere alternative non ce ne sono. Qualora, dunque, non vi fossero le premesse per una aggregazione, rimane una via utile per risolvere taluni problemi di natura politica. In effetti, ciò che il Basso Mendrisiotto ha vissuto in termini di difficoltà nel convenire insieme delle azioni, è figlio di una impostazione politica che non è forzatamente stata condivisa».