Pubblicata l‘Ordinanza per il 2023. Il capodicastero: ’Siamo soddisfatti. I veri problemi li riscontreremo a partire dal 2024’
In tempi di caro bollette, anche a Stabio gli utenti dovranno fare i conti con il costo del gas. Chi, tra economie domestiche e imprese, è allacciato alle Aziende municipalizzate (Ams) locali dal primo gennaio prossimo si vedrà, infatti, recapitare una fattura al rialzo, anche se di poco. Rispetto a chi vive e lavora nei comprensori di Chiasso e Mendrisio, in effetti, gli aumenti ci saranno, sì, ma si riveleranno meno incisivi, a tutto beneficio delle famiglie ma pure delle industrie, che rappresentano quasi il 60 per cento dei consumatori se paragonate al 26 per cento delle utenze domestiche e al 15 per cento delle attività artigianali (secondo i dati del 2021). Nel comune di confine, i grandi consumatori a libero mercato oggi si ritrovano già a fronteggiare la stangata dei rincari dell’elettricità, in taluni casi triplicata.
Il calcolo è presto fatto, dal 2023 nel comprensorio di Stabio la tassa di consumo sul gas naturale lieviterà, in media, di 1,2 centesimi a fronte del prezzo fissato a 7 centesimi e mezzo al chilowattora. È tutto lì nell’Ordinanza appena ufficializzata dal Municipio e in pubblicazione sino all’8 dicembre prossimo. Sul piano politico, e non solo, di che tirare (almeno per il momento) un sospiro di sollievo, dopo gli sforzi profusi anche per controllare i ritocchi verso l’alto delle tariffe elettriche. «Siamo particolarmente soddisfatti di essere riusciti a contenere gli aumenti, soprattutto grazie al fatto di aver acquistato il gas con largo anticipo, come Age Sa – ci dice con chiarezza il capodicastero Aziende municipalizzate Evaristo Reggi –. In realtà, il leggero rincaro che abbiamo registrato – precisa subito – è dovuto non tanto al mercato e alle attuali contingenze, bensì alla decisione della Confederazione di chiedere alle Ail (come agli altri grossisti del settore, ndr) di assicurarsi degli stock di gas in Italia».
A preoccupare davvero è semmai il futuro prossimo. E il capodicastero non lo nasconde. «I problemi si presenteranno a partire dal 2024 – rende attenti –. Comperando con due anni di anticipo le riserve di gas naturale godiamo di alcuni vantaggi, ma poi vi sono pure le ripercussioni negative. Acquistare adesso, per esempio, è proibitivo. Sebbene le condizioni siano un po’ migliori rispetto a questa estate». Così le Ams hanno preferito informare la propria utenza, a cominciare dalle realtà produttive più energivore. «Abbiamo ritenuto – conferma Reggi – fosse il caso di avvisare che fra due anni non potremo garantire gli stessi prezzi. D’altro canto, lo abbiamo toccato con mano: al momento il mercato è ballerino ed è difficile programmare gli acquisti, pur a tranche, del gas di cui abbiamo bisogno».
Ecco che per le Aziende comunali sta diventando arduo barcamenarsi tra quotazioni e oscillazioni: bloccare il prezzo giusto per tempo è quasi come vincere un terno al lotto. «Di fatto – ci spiega il direttore delle Ams Gianpaolo Pontarolo – occorre cogliere l’attimo. Oggi all’ingrosso il gas lo si paga anche 10 centesimi al chilowattora: il prezzo cambia di giorno in giorno o addirittura di ora in ora. Quindi nei prossimi anni assisteremo a degli aumenti evidenti».
A giocare a favore degli utenti, piccoli e grandi, a questo punto è l’attenzione ai consumi, che nel 2021 avevano registrato un incremento, sul piano globale e in modo trasversale nelle varie categorie – dagli edifici pubblici alle industrie, passando per artigiani ed economie domestiche –, di quasi il 17 per cento. A fine anno erano stati erogati, infatti, 57 gigawattora di gas.
Nel 2022 la tendenza qual è su questo fronte? «A livello di imprese i dati sono in linea con gli ultimi due anni, se non in leggera flessione – ci conferma il direttore –, mentre nelle famiglie, complice le condizioni meteorologiche e le temperature miti, i consumi si sono contratti e sin dall’inizio del 2022, con gennaio già in calo. Prendendo come riferimento il mese di ottobre, ad esempio, i numeri si sono quasi dimezzati. Se l’anno scorso si erano segnati consumi per un milione e 600mila, quest’anno siamo a quota 900mila circa».
Insomma, una bella differenza. Che potrà farsi sentire, questa volta in modo positivo, anche nel portafoglio dei cittadini.