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Caro bollette, Stabio contiene gli aumenti del gas

Pubblicata l‘Ordinanza per il 2023. Il capodicastero: ’Siamo soddisfatti. I veri problemi li riscontreremo a partire dal 2024’

In compenso i consumi quest’anno sono in calo
(Ti-Press)
15 novembre 2022
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In tempi di caro bollette, anche a Stabio gli utenti dovranno fare i conti con il costo del gas. Chi, tra economie domestiche e imprese, è allacciato alle Aziende municipalizzate (Ams) locali dal primo gennaio prossimo si vedrà, infatti, recapitare una fattura al rialzo, anche se di poco. Rispetto a chi vive e lavora nei comprensori di Chiasso e Mendrisio, in effetti, gli aumenti ci saranno, sì, ma si riveleranno meno incisivi, a tutto beneficio delle famiglie ma pure delle industrie, che rappresentano quasi il 60 per cento dei consumatori se paragonate al 26 per cento delle utenze domestiche e al 15 per cento delle attività artigianali (secondo i dati del 2021). Nel comune di confine, i grandi consumatori a libero mercato oggi si ritrovano già a fronteggiare la stangata dei rincari dell’elettricità, in taluni casi triplicata.

‘Siamo riusciti a limitare il rincaro’

Il calcolo è presto fatto, dal 2023 nel comprensorio di Stabio la tassa di consumo sul gas naturale lieviterà, in media, di 1,2 centesimi a fronte del prezzo fissato a 7 centesimi e mezzo al chilowattora. È tutto lì nell’Ordinanza appena ufficializzata dal Municipio e in pubblicazione sino all’8 dicembre prossimo. Sul piano politico, e non solo, di che tirare (almeno per il momento) un sospiro di sollievo, dopo gli sforzi profusi anche per controllare i ritocchi verso l’alto delle tariffe elettriche. «Siamo particolarmente soddisfatti di essere riusciti a contenere gli aumenti, soprattutto grazie al fatto di aver acquistato il gas con largo anticipo, come Age Sa – ci dice con chiarezza il capodicastero Aziende municipalizzate Evaristo Reggi –. In realtà, il leggero rincaro che abbiamo registrato – precisa subito – è dovuto non tanto al mercato e alle attuali contingenze, bensì alla decisione della Confederazione di chiedere alle Ail (come agli altri grossisti del settore, ndr) di assicurarsi degli stock di gas in Italia».

‘L’anno problematico sarà il 2024’

A preoccupare davvero è semmai il futuro prossimo. E il capodicastero non lo nasconde. «I problemi si presenteranno a partire dal 2024 – rende attenti –. Comperando con due anni di anticipo le riserve di gas naturale godiamo di alcuni vantaggi, ma poi vi sono pure le ripercussioni negative. Acquistare adesso, per esempio, è proibitivo. Sebbene le condizioni siano un po’ migliori rispetto a questa estate». Così le Ams hanno preferito informare la propria utenza, a cominciare dalle realtà produttive più energivore. «Abbiamo ritenuto – conferma Reggi – fosse il caso di avvisare che fra due anni non potremo garantire gli stessi prezzi. D’altro canto, lo abbiamo toccato con mano: al momento il mercato è ballerino ed è difficile programmare gli acquisti, pur a tranche, del gas di cui abbiamo bisogno».

Come in Borsa

Ecco che per le Aziende comunali sta diventando arduo barcamenarsi tra quotazioni e oscillazioni: bloccare il prezzo giusto per tempo è quasi come vincere un terno al lotto. «Di fatto – ci spiega il direttore delle Ams Gianpaolo Pontarolo – occorre cogliere l’attimo. Oggi all’ingrosso il gas lo si paga anche 10 centesimi al chilowattora: il prezzo cambia di giorno in giorno o addirittura di ora in ora. Quindi nei prossimi anni assisteremo a degli aumenti evidenti».

Si frena sui consumi

A giocare a favore degli utenti, piccoli e grandi, a questo punto è l’attenzione ai consumi, che nel 2021 avevano registrato un incremento, sul piano globale e in modo trasversale nelle varie categorie – dagli edifici pubblici alle industrie, passando per artigiani ed economie domestiche –, di quasi il 17 per cento. A fine anno erano stati erogati, infatti, 57 gigawattora di gas.

Nel 2022 la tendenza qual è su questo fronte? «A livello di imprese i dati sono in linea con gli ultimi due anni, se non in leggera flessione – ci conferma il direttore –, mentre nelle famiglie, complice le condizioni meteorologiche e le temperature miti, i consumi si sono contratti e sin dall’inizio del 2022, con gennaio già in calo. Prendendo come riferimento il mese di ottobre, ad esempio, i numeri si sono quasi dimezzati. Se l’anno scorso si erano segnati consumi per un milione e 600mila, quest’anno siamo a quota 900mila circa».

Insomma, una bella differenza. Che potrà farsi sentire, questa volta in modo positivo, anche nel portafoglio dei cittadini.

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