Il Consiglio comunale di Novazzano mette nero su bianco la sua ‘ferma opposizione’ al progetto firmato dall’Ustra
Nessun compromesso è possibile. Non sulla creazione della corsia autostradale per i Tir tra Coldrerio e Balerna. Questa sera, lunedì, il Consiglio comunale di Novazzano l’ha detto chiaro e tondo; anzi l’ha addirittura messo per iscritto in una dichiarazione pubblica. L’aula consiliare ha, infatti, seguito i capigruppo - Pierre Sandrinelli (Ppd-Gg-Verdi liberali-Ind.), Mario Terzi (Plr), Bruno Davitti (Lega-Udc-Ind.) e Laura Panzeri Cometta (Insieme a Sinistra-I Verdi.Ind.) - e ha dato voce all’unanimità alla sua "ferma opposizione" a quei 1’800 metri che, nei piani dell’Ustra (Ufficio federale delle strade), da qui al 2028 sono destinati a diventare una zona di sosta (seppur temporanea) per i veicoli pesanti in attesa di sbrigare le pratiche doganali a Brogeda. La missiva, sostenuta con convinzione dal Municipio, sarà recapitata ai vertici cantonali e federali e alle Commissioni regionali dei trasporti.
Contro questo progetto nel Mendrisiotto negli ultimi mesi si è alzato un vero e proprio muro e opposta una resistenza che non conosce barriere partitiche. E i primi a farsi sentire sono stati proprio i Comuni toccati - Balerna, Novazzano, Coldrerio e Mendrisio -, determinati, al pari di altre istituzioni, gruppi politici, associazioni e cittadini, a concertare una strategia congiunta per evitare di ritrovarsi ufficializzata una prassi che, di fatto, è realtà da oltre una decina di anni. Una determinazione, quella manifestata nel Distretto, cresciuta la settimana scorsa, quando lungo il tratto sud dell’A2 sono spuntati picchetti e modine.
"Nonostante il chiaro e compatto disaccordo espresso da più parti - ha rimarcato il legislativo di Novazzano -, l’Ustra sembra voler accelerare la realizzazione di questo progetto: è infatti notizia di pochi giorni fa l’invio ai Comuni della relativa documentazione tecnica da parte del Datec (Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni) e la posa di picchetti e modine nell’area interessata". Il legislativo è, dunque, in linea con il suo Municipio e con quanti oggi non vogliono la corsia riservata ai camion. Un’opera, si è ribadito nella risoluzione, che "avrà un forte impatto negativo sul territorio, sull’ambiente, sulla sicurezza e sulla salute della popolazione". Quanto basta, come detto, per esprimere la sua contrarietà, "rifiutandosi di accettare compromessi".
A livello federale si fa leva su un argomento come la sicurezza per perorare la causa dell’intervento, corredato da barriere e foniche e impianti per la protezione delle acque. Vista, però, da sud, non è sufficiente. I consiglieri comunali, in effetti, si dicono "consapevoli" che su quella tratta vi è un problema, d’altro canto le posizioni sono nette. Tant’è che i Comuni, si ricorda, ritengono "inaccettabile" il progetto. Inoltre, si rimarca ancora, "in considerazione della costruzione dell’area di dosaggio e stoccaggio dei veicoli pesanti che entrerà in funzione a Giornico entro fine 2022, risulta difficile comprendere l’opportunità di questa nuova misura". Ciò che si capisce, semmai, è che questa sorta di sosta ufficiale capace di fare posto fino a 130 veicoli pesanti "aggraverebbe i problemi ambientali e di sicurezza che espongono quotidianamente soprattutto la popolazione del Basso Mendrisiotto alle conseguenze sulla salute e sulla qualità di vita derivanti da un forte inquinamento ambientale e da una situazione viaria prossima al collasso".
Il legislativo cantonale scrive alle autorità superiori? E il già sindaco di Chiasso Moreno Colombo, invece, aspetta sempre una risposta da Consiglio di Stato e Gran consiglio. Sono sette mesi, infatti, che sulla sua petizione tutto tace. Un silenzio che Colombo ieri ha rotto scrivendo al Cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri e al segretario del Gran Consiglio ticinese, sollecitando un riscontro.
L’ex sindaco, che conosce bene la tematica - fin dalla sua militanza come deputato -, esorta a trovare soluzioni alternative alla corsia per i Tir. Una prospettiva, quest’ultima, scrive in una mail, "da avversare con ogni mezzo". L’invito rivolto a governo e parlamento è a mettersi in ascolto delle autorità e della popolazione locali. Concretizzare il progetto dell’Ustra, annotava in ottobre nella sua petizione, significa compiere "un vero passo nella direzione sbagliata". La via da seguire e al più presto, rilancia, è quella della digitalizzazione delle pratiche doganali. E questo proprio per "evitare nel modo più assoluto la legalizzazione della corsia ad hoc per i camion". Tir, chiosa, che devono sparire dalla corsia d’emergenza.