Una missiva del Datec ha annunciato ai Municipi del Basso Mendrisiotto l’avvio dell’iter verso il varo del cantiere tra Coldrerio e Balerna
Dalle parti del Basso Mendrisiotto di corsia per i Tir lungo il tratto finale dell’A2 proprio non ne vogliono sentire parlare. Il progetto dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) non è andato giù né alle istituzioni locali, né alla politica, né ai cittadini: il fronte è compatto come non mai. Eppure queste resistenze non hanno fatto desistere l’Ustra dai suoi propositi. Anzi, semmai sembrano aver accelerato i tempi, qui come con la terza corsia autostradale fra Lugano sud e Mendrisio (anticipata di dieci anni, al 2030). Giusto ieri, lunedì, infatti, lungo il tratto che per 1’800 metri delimiterà la futura area di sosta dei mezzi pesanti sono spuntati i picchetti di rito. Aste di varia altezza, quelle posate tra l’area di servizio di Coldrerio e il viadotto di Bisio-Balerna, che traducono però un messaggio chiaro, anche agli automobilisti di passaggio: a breve lì si aprirà un nuovo cantiere. Lavori, quelli annunciati il settembre scorso dai tecnici federali ai Municipi di Balerna, Novazzano, Coldrerio e Mendrisio – toccati per territorio (come anticipato da ‘laRegione’ del 30 settembre 2021) –, che andranno ad aggiungersi a quelli varati una settimana fa alla rotonda di Pontegana e al risanamento (in corso) del viadotto Campaccio, a nord dello svincolo di Mendrisio.
Sono bastati, insomma, dei picchetti e ancor prima – era il 9 maggio scorso – la lettera raccomandata recapitata alle Cancellerie comunali per far tornare il dossier di stringente attualità e alzare la temperatura dentro le mura dei Palazzi civici della regione. Tanto che la tematica è finita nell’agenda delle sedute settimanali dei Municipi. Poco più di un mese fa a occuparsi della corsia per i camion nel Distretto era stato il Consiglio di Stato. Ancora a digiuno (per sua stessa ammissione) di piani e dati tecnici sul progetto, si era detto in attesa della pubblicazione dell’incarto federale. Di fatto nei Comuni è giunta, invece, una missiva, mittente il Datec, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni diretto da Simonetta Sommaruga, che informava sui passi già compiuti e su quelli imminenti. Una sorta di preavviso di quanto ieri è puntualmente accaduto.
In realtà, la versione definitiva del progetto esecutivo denominato ‘N2 Ep18 Balerna’ già nelle settimane precedenti è approdato sui tavoli del Datec, a Berna, per il visto finale. Nell’attesa l’Ustra si è portata avanti (sul campo) posando, come annunciato alle autorità comunali tramite raccomandata, piani e altra documentazione tecnica, picchetti e modine a segnalare altresì l’occupazione temporanea di alcune porzioni di terreno (come l’area di cantiere in zona Sant’Antonio). Un atto preparatorio (ma formale) in proiezione dell’intervento che seguirà, da qui al 2028, e porterà alla corsia per i Tir.
L’obiettivo dei Servizi federali? Incolonnare circa una settantina di mezzi pesanti diretti verso il valico autostradale di Brogeda in nome di una maggiore sicurezza in un punto trafficato dell’asse autostradale ticinese. Vista dai Municipi locali, però, l’operazione non fa altro che ‘legalizzare’ quanto da anni succede nel tratto finale dell’A2, in particolare in coincidenza con Chiasso. Non sono state sufficienti, in effetti, le opere correlate – come le barriere foniche o i nuovi impianti per il trattamento delle acque stradali – per far digerire quella corsia in più. I quattro Comuni toccati sul vivo, non a caso hanno messo nero su bianco la loro contrarietà in uno scritto indirizzato alla filiale di Bellinzona dell’Ustra. A fare muro c’è anche una petizione promossa dal Ppd del Mendrisiotto e che ha raccolto un migliaio di firme. D’altro canto, mal si comprende come possa servire un’ulteriore corsia a fronte del centro di controllo, stoccaggio e dosaggio che entrerà in funzione a Giornico. In realtà, da Berna si è già fatto capire che non basterà per una gestione ottimale dei flussi di camion.
In ogni caso, il governo cantonale ha confermato il suo impegno a "chiedere approfondimenti e, se necessario, misure di accompagnamento al nuovo progetto federale". E i Comuni? Si aspettano di più. Preso atto della comunicazione federale, adesso si stanno domandando quale potrebbe essere la prossima mossa. Resta da capire, procedura alla mano, quale sarà il margine per opporsi alla costruzione della corsia per i Tir. E non è escluso che, come è accaduto nel passato recente, il Basso Mendrisiotto faccia squadra per mettersi di traverso a un’opera che proprio non vuole.