Lo annuncia il Consiglio di Stato. A quel punto, si conferma, ‘si potranno chiedere approfondimenti e misure’
Il Consiglio di Stato (CdS) di progetti sulla futura corsia dedicata ai Tir, lì lungo l’A2 nel Basso Mendrisiotto, ancora non ne ha visti; non in veste formale, almeno. Questione di giorni, però, e il dossier federale firmato dai tecnici dell’Ustra, l’Ufficio federale delle strade, sarà in pubblicazione. Queste sono, infatti, le informazioni che l’Ustra stesso ha comunicato al Cantone. Sarà in quella occasione, come si rimarca rispondendo alle sollecitazioni di Claudia Crivelli Barella, deputata dei Verdi in Gran Consiglio, che "anche i competenti servizi potranno esprimersi e far confluire le proprie osservazioni nel preavviso cantonale". Ad attendere al varco i piani che, nelle intenzioni delle autorità superiori, aprono la strada alla costruzione, da qui al 2028, di una zona di sosta da riservare ai mezzi pesanti fra l’area autostradale di Coldrerio e il viadotto di Balerna, ci sono pure i Comuni del Distretto, che appaiono compatti nel fare muro a una simile opera. Contro questo intervento, infatti, è stata lanciata, per mano del Ppd del Mendrisiotto, una petizione che sin qui ha raccolto oltre un migliaio di sottoscrizioni.
L’autorità cantonale, dal canto suo, dà voce alla sua "preoccupazione" per la situazione viaria nella regione. E nel dar seguito agli interrogativi della parlamentare definisce come "non più sostenibile" quanto accade oggi sulla corsia di emergenza nel tratto finale dell’autostrada, divenuta di fatto negli ultimi anni un luogo di stoccaggio dei camion in attesa di passare la dogana a Brogeda. Si riconosce, in effetti, la pericolosità di questa soluzione: "In passato – si ricorda – ci sono già stati incidenti, persino con gravi conseguenze". Andando oltre quanto risposto solo qualche giorno prima a un altro deputato, Matteo Quadranti (Plr), evocando una problematica "fuori dalla portata giurisdizionale del governo cantonale", qui il CdS preannuncia di seguire, comunque, la faccenda da vicino, nel limite di ruoli e competenze.
Vista da Berna, in ogni caso, non si potrà fare a meno della nuova corsia per i Tir – capace di accoglierne fino a 130 a fronte dei 180 odierni – neppure dopo il varo, a fine anno, del Centro di controllo di Giornico. Dall’osservatorio di Palazzo delle Orsoline, d’altro canto, si fa capire che occorre garantire la sicurezza del tratto meridionale dell’A2. Aspetto, quest’ultimo, su cui l’autunno scorso aveva fatto leva lo stesso Ufficio federale delle strade, esortando i Comuni a mettere da parte gli "interessi locali".
Al contempo, a Bellinzona ci si impegna a "chiedere approfondimenti e, se necessario, misure di accompagnamento al nuovo progetto federale". In effetti, si ricorda ancora, "una volta visionato il dossier si potrà capire se ci sono ulteriori margini di ottimizzazioni tecniche/gestionali e di inserimento paesaggistico, senza compromettere – si ribadisce – l’obiettivo principale di mettere in sicurezza il tratto autostradale". Come dire che, in un modo o nell’altro, questo territorio dovrà fare i conti con le colonne dei ‘bisonti’.
C’è poi un altro nodo che vede confrontata questa regione di frontiera lungo il tracciato autostradale, quello dei cantieri. Qui il Consiglio di Stato rassicura, rivolgendosi ancora una volta a Quadranti. L’ottobre scorso, si conferma, la Comunità di lavoro Regio Insubrica ha organizzato una riunione in videoconferenza, che ha permesso di mettere sul tavolo il tema degli importanti lavori stradali e autostradali in corso su due lati del valico. L’incontro, annota il governo, si è svolto "in un clima collaborativo con la volontà di intraprendere misure condivise per mitigare i problemi alla mobilità lungo il territorio di confine durante i cantieri".