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Finanze a Mendrisio, divisi sull’aumento del moltiplicatore

A rompere le file sono i commissari del Ppd. La maggioranza della Gestione attira l’attenzione sugli immobili. Caverzasio riflette sul debito

Il confronto tra i gruppi politici si consumerà stasera in Consiglio comunale
(Ti-Press)
9 maggio 2022
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Questa volta a Mendrisio il patto di ‘neutralità’ stretto in questi ultimi anni all’interno della Commissione della gestione davanti al Piano finanziario 2020-2027 della Città non ha retto. C’è da credere, insomma, che il dibattito che accompagna d’abitudine il dossier – non messo alla prova del voto – questa sera, lunedì, sarà più vivace del solito. A rompere le file e a firmare un rapporto di minoranza sono stati, infatti, i rappresentanti del Ppd, gruppo che con il cambio di sindacato (passato al Plr) in questa legislatura breve ha perso il controllo delle finanze, affidate al municipale Daniele Caverzasio (Lega-Udc-Udf). Basta questo per spiegare la presa di distanza di Gianluca Padlina (relatore), Fabrizio Poma e Davide Rossi dai colleghi-commissari? Il vero punto di rottura appare la previsione di aumentare il moltiplicatore – dal 75 al 77 per cento – a partire dall’anno prossimo. Mentre il rimprovero mosso al Municipio è quello di pensare troppo... positivo. Che questo sia il tempo delle incertezze dentro e fuori i confini cittadini, d‘altra parte, è chiaro a tutti. Restando sui fattori ’governabili’, il confronto politico si giocherà quindi su pressione fiscale, erosione delle riserve (il capitale proprio) e la strategia di risparmio (sulla quale si è interpellato anche un esperto esterno). Il resto? Visioni che, come sempre capita con i Piani finanziari, finiranno poi col fare i conti con la realtà dei fatti e dei dati economici.

I punti critici da discutere

Sta di fatto che i commissari del Ppd hanno, comunque, un obiettivo a breve termine. Non lasciare la seduta di legislativo senza aver messo nero su bianco almeno due indicazioni ("chiare") all’indirizzo dell’esecutivo. La prima intende dare un altolà al ritocco verso l’alto di 2 punti del moltiplicatore e la seconda si prefigge di esortare ad adeguare subito il documento finanziario al "mutato quadro congiunturale". I popolari democratici si aspettano poi di conoscere già per l’ottobre prossimo "le misure di riorganizzazione e risparmio in corso di elaborazione".

Nella maggioranza della Gestione si è preferito, per contro, fermarsi – in sede di rapporto, relatrice Claudia Crivelli Barella (AlternativA), a firmarlo con Sinistra e Verdi, Plr e Lega-Udc-Udf – a una analisi del dossier. Il Piano finanziario, si annota nelle conclusioni, è una "mappa di navigazione" che va corretta lungo la rotta. In ogni caso si sa che la Città intende mantenere un servizio alla popolazione di "buona qualità", che eventuali tagli dovranno essere frutto di scelte da condividere con il Consiglio comunale e che si è concordi nel non decurtare gli investimenti.

Le ricette possibili e gli aggravi del Cantone

Se vi sono dei nodi critici, comunque, servono anche dei rimedi. Quali sono, allora, le contromisure del Ppd? Stando a Padlina e ai suoi compagni di cordata sin qui si è effettuato un processo tutto tecnico e poco politico. Detto altrimenti, non basta rivedere la fiscalità per "risolvere tutti i problemi della Città". Ai loro occhi esiste un’altra via. "Il disavanzo strutturale –scrivono nel rapporto di minoranza – deve essere affrontato attraverso l’implementazione delle misure di riorganizzazione suggerite dal consulente esterno incaricato dal Municipio, rispettivamente attraverso misure di riduzione strutturale della spesa e non già attraverso l’aumento della pressione fiscale. Misura quest’ultima che, in una situazione come quella che stiamo attraversando – ribadiscono –, nella quale i privati già si vedono confrontati con l’inflazione, tutte le conseguenze legate all’aumento dei prezzi delle materie prime e i prospettati aumenti dei premi delle casse malati, deve essere assolutamente l’ultimissima ratio".

Quanto a spesa pubblica, si fa capire ancora, Mendrisio dovrebbe evitare di fare come Il Cantone. Visti poi gli effetti sugli enti locali. "Il caso del nostro Comune - attira l’attenzione il Ppd - è emblematico: nell’ultimo decennio, annualmente il Cantone ha (s)caricato sul Comune, direttamente o indirettamente, facendo capo a meccanismi perequativi, almeno 1 milione di franchi di oneri supplementari (ogni anno!). Importi che sono andati a caricare la gestione corrente e a erodere il già limitato margine di risorse di cui il Comune può disporre per interventi veramente strategici".

La politica degli stabili comunali

È invece la maggioranza della gestione a riaprire un tema già al centro delle riflessioni di un altro Piano finanziario (quello del 2014-2020): il destino degli stabili comunali. All’epoca ci si interrogava su due vie possibili: ristrutturazione o alienazione. Oggi dopo una vendita - quella di Casa Sonvico –, una riconversione – con l’ex casa comunale e asilo di Salorino - e un terreno in affitto, il processo si è un po’ fermato. D’altro canto, come ci fa notare il capo dicastero Finanze Daniele Caverzasio, il margine di manovra non è molto - in particolare per le casse comunali –, sebbene quello del riuso delle vecchie case comunali degli attuali Quartieri continui a rappresentare di sicuro un tema.

"Ci si chiede – si domandano i commissari della maggioranza – se non sia più riqualificabile fare una scelta degli stabili comunali da dare da vendere ai privati, con la clausola che dovranno essere riqualificati entro un paio d’anni, e con questi soldi sistemare gli stabili che necessitano interventi. Sarebbe un beneficio perché tutti gli stabili comunali andranno a essere sistemati e il territorio ne guadagnerebbe parecchio. Questo permetterebbe anche di avere un debito non così grande ma un autofinanziamento".

Per cominciare a Mendrisio ci si è concentrati sull’intuizione di trasformare la vecchia casa comunale e asilo di Salorino, destinando gli spazi interni a postazioni per i cittadini, le associazioni ed eventualmente per il telelavoro. Mentre è ancora in fase di elaborazione il progetto di recupero che ruota attorno all’ex Coop di Arzo e prende le mosse da una iniziativa privata (collaborazione ben vista): al momento, fa sapere il capo dicastero, si è in attesa della domanda di costruzione.

Su un aspetto non c’è discussione, comunque: non si vogliono far crescere ulteriormente gli spazi abitativi viste le attuali eccedenze di mercato presenti sul territorio.

‘La mia preoccupazione? Il debito pubblico’

Certo è che di incognite ne rimangono, sullo sfondo la guerra in Ucraina. «La situazione, in ogni caso – fa notare Caverzasio – è abbastanza sana. E d’altro canto, anche il governo cantonale fatica a dare una programmazione a lungo termine». Se dovesse evidenziare un aspetto sensibile del Piano finanziario? «C’è un punto che mi preoccupa un po’ – ci risponde il municipale –, è il debito pubblico che prospetta un aumento troppo marcato». A fare un certo effetto vi è l’ascesa di questa voce che, in proiezione, tra il 2020 e il 2027 passa da 81 a oltre 150 milioni di franchi. «Ci si dovrà fermare a riflettere su questo indicatore. Mi chiedo se non ci si debba interrogare sulla possibilità di sospendere per un momento gli investimenti».

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