Pubblicata la domanda di costruzione per il futuro stabile. La cittadina si prepara a investire 4,3 milioni di franchi
Da tempo era nella lista dei "buoni propositi" del Comune di Chiasso. Da venerdì, invece, il progetto di dare una nuova "casa" all’Ufficio tecnico (Ut) comunale si iscrive di diritto nell’elenco dei cantieri a un passo dal varo. Scelto quasi un paio di anni fa il... "Carapace" (per dirla con il nome della proposta architettonica vincente), ora la cittadina passa dalle intenzioni ai fatti pubblicando (fino al 20 maggio prossimo) la domanda di costruzione che apre la strada alla costruzione dello stabile destinato a sostituire l’attuale sede dell’Ut, lì in via Cattaneo.
Un intervento, quello pianificato, che, di fatto, va a completare la reinterpretazione di un comparto, tutto riservato ai servizi – accanto Polizia comunale e caserma dei Pompieri –, nell’area del Quartiere Soldini. Nei piani l’incarto dovrebbe approdare nell’aula consiliare entro la fine dell’anno con la richiesta di credito, quella strategica, dopo aver già staccato, a suo tempo, i 300mila franchi per la progettazione.
Dopo aver messo mano, di recente, al dossier dello stand di tiro della Rovagina prospettando un investimento di 4,6 milioni di franchi oggi sul tavolo dei consiglieri comunali, il Municipio cittadino si appresta quindi a lanciarsi in una nuova operazione, altrettanto importante dal profilo finanziario oltre che logistico. Operazione che è parte integrante del pacchetto di opere messe in programma per questa legislatura assieme a una spesa di oltre 30 milioni.
Per realizzare l’edificio che farà posto a quanto serve all’Ufficio tecnico e ai suoi dipendenti – una ventina in tutto – di milioni ne serviranno 4,3 circa. Prima, infatti, si darà gas alle ruspe per demolire la sede attuale, poi si plasmerà un fabbricato allungato che si eleverà su due piani, rispettando gli standard Minergie, e sarà rivolto verso il "cuore" della cittadina. Sul suo fronte, affacciato su via Cattaneo, metterà radici un giardino alberato che si prefigge di restituire qualità allo spazio pubblico. Si è calcolato che ci vorranno 18 mesi di lavori prima di consegnare le chiavi nelle mani dei responsabili. Quando si pensa di partire? La primavera prossima.
Certo è che per chi, oggi, vive la propria quotidianità all’interno delle mura dell’Ut con il nuovo immobile sarà tutta un’altra cosa. Innanzitutto, la soluzione immaginata dagli architetti Briccola e Aguiar prevede una precisa organizzazione quanto ad accessi pedonali, veicolari e parcheggi (che sono e resteranno 13 ed esterni); anche all’interno l’area che interagisce con gli utenti risulterà separata dai locali di lavoro del personale, già a partire dagli ingressi e a tutto vantaggio di funzionalità e flessibilità, grazie a una organizzazione "semplice e chiara", come emerge dalla relazione tecnica allegata alle mappe.
Nella ridistribuzione degli spazi, al piano terra si troveranno in particolare i vani di servizio, la mensa e gli spogliatoi e le docce dedicati ai dipendenti dell’Ufficio tecnico. Con una peculiarità: la nuova costruzione ha introdotto i locali destinati alle donne, sinora assenti (come peraltro delle operaie, almeno per il momento). In questa parte dell’edificio, però, ci si è riservati di mantenere una certa versatilità dei contenuti e la possibilità di convertire le superfici a ufficio. Chiasso, insomma, guarda avanti e a una eventuale aggregazione.
Il primo livello, per contro, verrà suddiviso tra segretariato, accoglienza, sale riunioni nella parte iniziale, e i diversi uffici dei vari settori propri al servizio comunale a seguire per tutta la lunghezza dell’immobile.
A dare, infine, una precisa identità al complesso saranno, come detto, il "generoso" spazio verde e con esso le facciate. Quella rivolta a sud si mostrerà come un "guscio protettivo in calcestruzzo a vista", guardando verso l’area retrostante dei magazzini, di controcanto quella a nord sarà "caratterizzata dalla ripetizione ritmata di pilastri ravvicinati in calcestruzzo" e si aprirà sulla "pace del giardino alberato antistante".
Una presenza verde che negli obiettivi dei progettisti, come si ribadisce nella relazione, diventa un "importante elemento di riferimento per l’utenza e, unitamente al linguaggio della facciata lungo la strada, permette una chiara identificazione e caratterizzazione dello stabile pubblico".