Mendrisiotto

Punto Franco a Stabio, atto primo. Precedenza alla logistica

Presentato un progetto per una parte del fondo da quasi 18 milioni. Previsto un complesso da dividere tra uffici e magazzini

Un comparto storico quanto strategico
(Ti-Press)
7 gennaio 2022
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L’area del Punto Franco a Stabio è destinata a cambiare fisionomia, almeno in parte. In realtà è da tempo che su quel comparto si vantano delle ambizioni, fin dallo studio presentato alle autorità comunali nel 2017 e soprattutto dall’evento pubblico che due anni orsono o poco più - era il settembre del 2019 - magnificava la creazione di un polo economico e residenziale. Il primo atto ufficiale firmato dal promotore (e proprietario), i Magazzini Generali con Punto Franco Sa, non si spinge per ora tanto lontano. Il progetto al centro della domanda di costruzione depositata in Comune a inizio novembre e in pubblicazione da martedì - e sino al 2 febbraio - si focalizza, infatti, sulla costruzione di uno stabile in grado di fare spazio a magazzini e uffici. In una parola il complesso sarà una nuova realtà della logistica e sostituirà tre grandi capannoni ormai vetusti, che nelle intenzioni dei titolari saranno demoliti. L’operazione prospettata, del resto, tradurrà un investimento di quasi 18 milioni di franchi da concretizzare, nelle previsioni, in venti mesi di lavori. Sarà il passo iniziale verso il più ampio piano di riqualifica di un’area da oltre 80mila metri quadrati? Per il momento la domanda resta in sospeso. Anche perché la proposta edilizia privata dovrà aderire anche alle attese del Municipio, il quale ha messo in cantiere tutta una serie di varianti pianificatorie sulle zone strategiche del territorio. Tra queste - diciassette in tutto - vi è pure quella che si sofferma sul Punto Franco, inaugurato nel 1961 e forte di un raccordo ferroviario.

Una costruzione a vocazione logistica

Il dossier sul tavolo oggi dell’esecutivo dichiara una precisa volontà legata a quel comparto: “risanare la parte a nord, denominata Stabio est” - a fronte di un’ala ovest - che affaccia sulla strada cantonale. Ovvero una porzione dove oltre agli edifici da smantellare è presente un’area sterrata ancora senza una destinazione. È lì che si è concentrata infatti l’attenzione dei promotori, a disposizione una estensione di più di 20mila metri quadri. “La necessità di aggiornare gli impianti e riqualificare le superfici, rispondendo anche alle nuove richieste di mercato - si spiega nella Relazione architettonica affidata allo studio Arc Atelier Sagl -, hanno generato la proposta di un intervento completo ed esauriente di tutta questa area, abbattendo i capannoni obsoleti e riunendo le attività in un’unica costruzione che prevede due vasti depositi con otto baie di carico ciascuno e un blocco centrale dedicato alle attività amministrative”. Un’opera che ci si riserva di realizzare a tappe.

Avvicinando la lente al progetto, si nota come il volume amministrativo verrà diviso in due immobili gemelli e speculari dalle facciate vetrate. Strutture che, come illustrano i piani, sovrasteranno in altezza i capannoni laterali. Fulcro e punto di incontro del complesso in cemento armato sarà la corte interna - a verde - sulla quale affacceranno gli uffici, posti su tre livelli. I due magazzini, invece, verranno rialzati per “agevolare le operazioni di carico“. Lo spazio interno, si precisa, sarà unico e "facilmente frazionabile e già predisposto con dei blocchi servizi e spogliatoi”.

La vocazione? Quella legata ad "attività di stoccaggio merci e magazzini di logistica”: superfici che, a oggi, si fa sapere, non sono ancora state assegnate. E a proposito di contenuti, il progetto annuncia la presenza di 45 addetti sul versante delle attività amministrative e di 9 persone in forza ai depositi.

‘Un esempio virtuoso’

L’intervento non trascura neppure la sistemazione esterna del comparto. “L’inserimento di un nuovo compatto volume ben definito e differenziato, aggiornato ai moderni standard di sicurezza, lavoro e tecnica - motivano i promotori -, aumenta e definisce nuovi e alti standard qualitativi di questa area così importante e storica; e può diventare un buon esempio di virtuosismo del buon lavorare e del ben risolvere con logica e criterio le nuove necessità dell’odierna società che cambia“. Si parte da qui per dare “grande rilevanza” alle aree verdi inserite nel progetto e che occuperanno circa 6’800 metri quadrati. L’obiettivo finale? Creare "un fronte verde perimetrale verso le strade - gli accessi sono dalla strada cantonale e da via Croce Campagna, ndr - e verso l’area di attività a sud”. In più, si osserva, si prevede "un grande spazio verde a ovest, che potrà accogliere anche delle aree di svago”. In effetti, si farà in modo di razionalizzare gli spostamenti interni alla proprietà e si ritaglieranno 29 posteggi lateralmente al complesso.

Accanto poi agli aspetti energetici - sul tetto saranno posati 350 pannelli per un impianto fotovoltaico immaginato in particolare per l’autoconsumo -, l’operazione non potrà non prestare attenzione al sito in cui si innestano i piani - iscritto nel catasto cantonale dei siti inquinati o potenzialmente tali - e ai materiali dei vecchi capannoni - datati 1967 e 1992 - da smaltire. Sarà migliorata altresì la gestione delle acque, a tutto vantaggio del fiume Laveggio.