Per ora diventeranno un’area culturale e ricreativa. Al progetto partecipa anche l’Ers con 100mila franchi
La Città di Mendrisio ha trovato un alleato nel recupero degli ex bagni pubblici di Arzo. L’Ente regionale per lo sviluppo (Ers) ha concesso, infatti, un contributo a fondo perso di 100mila franchi. La conferma è giunta dal Comitato esecutivo il settembre scorso. Licenza edilizia alla mano – staccata in febbraio –, il Comune procede quindi con il progetto che restituirà alla comunità questo bene collettivo. Per il momento, però, non si ripristinerà lo ‘spazio acqua’. La valorizzazione darà modo di ritrovare l’antico impianto balneare come luogo di aggregazione da dedicare ad “attività culturali e ricreative” e capace, negli intenti del Municipio, di dialogare con le vicine Cave di marmo. Riportare l’acqua ai bagni, chiarisce l’esecutivo nel rispondere agli interrogativi sollevati nel luglio del 2020 da un gruppo interpartitico di consiglieri comunali, avrebbe comportato costi “spropositati” dovendo intervenire anche sulla struttura del bacino.
Interpellato il Cantone – e in particolare il Dipartimento del territorio e l’Ufficio dei beni culturali fin dalle prime battute e in modo proficuo –, resta aperta la possibilità di una partecipazione finanziaria a livello cantonale. Sinora, precisa ancora il Municipio, non è data, ma le trattative sono tuttora in corso.
D’altro canto, sull’operazione già nel 2017 è stato allestito uno studio di fattibilità, affidato all’architetto Enrico Sassi. Analisi che ha definito le necessarie previsioni finanziarie di massima e ragionato altresì sulla sistemazione del comparto intero, individuando quattro aree di interesse; ovvero la relazione con il fiume, l’area di svago, l’ex bagno pubblico e la passerella San Grato.