La Gestione del Gran consiglio fissa un principio a commento del rapporto 2019 dell’Eoc. E i vertici presentano le strategie future dell’Obv
I gran consiglieri (del Mendrisiotto in prima linea) non intendono cedere neppure un metro sul terreno degli ospedali di prossimità. A maggior ragione se in discussione vi è il destino delle Maternità. Così al tavolo della Commissione della gestione giusto martedì mattina si è deciso di mettere nero su bianco un postulato che prelude a un impegno da parte del governo. Nel rapporto firmato da Matteo Quadranti (Plr) a commento del rapporto annuale 2019 dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) sarà scritto a chiare lettere l’"auspicio" dei commissari affinché proprio i reparti di ostetricia e ginecologia restino ancorati alle quattro sedi dell’ospedale multisito. Come dire a ciascuno le sue. La Gestione ha, infatti, accolto la proposta avanzata dal deputato del Ps Ivo Durisch, determinata a reagire alla scelta di ‘ottimizzazione’ delle cure nel settore inserito al primo posto del piano strategico dell’Ente. Inutile dire che il primo pensiero, soprattutto tra i parlamentari momò, è andato al futuro del Dipartimento donna-bambino dell’ospedale regionale della Beata Vergine (Obv) di Mendrisio, apparso più volte in bilico (l’ultima giusto un anno fa). Cosa ne sarà della Maternità del Distretto? La domanda per ora resta in sospeso. La direzione dell’Eoc non ha ancora preso una decisione definitiva. La conferma è giunta il 29 settembre scorso a Melano dallo stesso direttore generale Glauco Martinetti in occasione di un incontro allargato ai deputati della regione e al Gruppo di collaborazione intercomunale: sul tavolo l’avvenire della struttura sanitaria del capoluogo.
Oltre alle priorità dell‘Ente a preoccupare amministratori comunali e gran consiglieri, del resto, sono i numeri che Martinetti e il direttore dell’Obv Pierluigi Lurà hanno allineato durante quella serata. Tutti sono consapevoli oggi che l’ospedale si ritrova nella necessità di mantenersi in equilibrio fra il mandato di contenere i costi e l’aumento delle aspettative dei pazienti nei confronti di una realtà sanitaria che con la nuova ala in dirittura di arrivo - sarà aperta nel maggio dell’anno prossimo - ha dimostrato di saper essere all’altezza delle sue potenzialità. A cominciare dalla creazione dei tanto agognati letti Rami (Reparto acuto di minore intensità), trenta in tutto, per i quali il Mendrisiotto si è tanto battuto ai tempi della revisione della pianificazione ospedaliera cantonale e che troveranno posto al terzo piano della nuova ala. Un servizio che permetterà di prendersi cura dei pazienti in modo continuativo, rispondendo altresì ai bisogni di una popolazione che invecchia.
Certo non si può ignorare che per talune specializzazioni - come l’ortopedia, a esclusione della spalla, e l’otorinolaringoiatria - i pazienti del Mendrisiotto devono appoggiarsi alle strutture fuori Distretto, anche se, nel computo finale il 63 per cento si cura ancora in ’casa’. Un ruolo importante lo rivestiranno, quindi, le nuove collaborazioni che saranno perfezionate da qui al 2022 e che daranno modo di potenziare l’attività e la chirurgia ambulatoriali. D’altro canto i vertici di Eoc e Ospedale non hanno nascosto, documento alla mano, di aspirare a essere “il polo sanitario di riferimento per il Mendrisiotto e Basso Ceresio" e la “porta di accesso” all’Ente, oltre che il luogo un cui "il personale si possa sentire soddisfatto e fiero”: traguardi di sicuro ambiziosi.
Ecco perché tra i progetti di punta l’Obv ci mette il nuovo ospedale di giorno, che sarà realtà nel settembre del 2023. Una struttura con la quale, come hanno spiegato Martinetti e Lurà ai rappresentanti del Distretto, si intende dare una risposta all’evoluzione della medicina e alle esigenze dei pazienti, ovvero “maggior comfort, minor permanenza in ospedale”. Competenze, quelle che si concentreranno negli ambulatori chirurgici e internistici - disposti su tre livelli della nuova ala - che saranno affiancati da servizi come la dialisi e lo Iosi (Istituto oncologico della Svizzera italiana), che potranno contare su spazi più moderni e accoglienti. Il tutto nel segno delle collaborazioni e delle sinergie. Gli interventi infrastrutturali non si fermeranno, però, qui e interesseranno anche l’ospedale attuale. Nei piani dell’Obv, nell’arco dei prossimi quattro anni, ci sono riorganizzazioni e ristrutturazioni. Al centro dell’attenzione si troveranno, a tappe, il blocco operatorio, i vari Pronto soccorso - quello generale al pari del servizio di ginecologia-ostetricia e di pediatria -, la medicina intensiva, il rinnovo del reparto di Medicina 1, la gestione delle degenze e persino la caffetteria (ma sarà l’ultima fase, nel 2025).
I politici locali non possono dimenticare, però, che ci sono pure delle precise criticità all’Obv di Mendrisio. La prima rimanda, come detto, al timore di veder chiudere la Maternità. La casistica presentata da Martinetti e Lurà, in effetti, non depone a favore di un mantenimento del servizio. “Il numero di nascite - si è annotato il 29 settembre - risulta fortemente in calo negli ultimi anni". Dai 457 parti del 2008 si è passati ai 270 del 2019 e ai 252 (totali, 117 dei quali fuori Obv) del 2020 (anno segnato però dalla pandemia e dalla sospensione temporanea dell’ostetricia locale). La conclusione degli esperti è presto tirata: "Scientificamente - si è fatto presente nel corso dell’incontro -, l’attività del reparto (di ostetricia, ndr) è troppo bassa per garantire a medio-lungo termine la sicurezza per la presa in carico neonatologica e il mantenimento delle necessarie competenze mediche e infermieristiche”. Come dire che ce n’è a sufficienza per preoccuparsi. Se poi si aggiunge, spostandosi in pediatria, che lì in reparto al giorno si registrano un paziente e mezzo in degenza, il quadro non migliora.
Il Mendrisiotto lo ha fatto capire più volte, ma si sa ‘repetita iuvant’: se l’Eoc dovesse decidere di smantellare la Maternità troverà pane per i suoi denti. Il Distretto non intende rinunciare a un Dipartimento donna-bambino. Anzi, mai come su questo tema la politica è compatta, da Destra a Sinistra. E il principio fissato in seno alla Gestione del Gran consiglio non fa altro che rafforzare le posizioni. Per il deputato Ivo Durisch (Ps) l’Ente ospedaliero cantonale deve trovare una strategia funzionale a garantire l’esistenza di un ospedale multisito. «Sono contento - commenta a ‘laRegione’ - che la Commissione abbia accolto questo invito: si tratta di un servizio di prossimità fondamentale, a maggior ragione a fronte delle vocazioni di un ospedale multisito». La parlamentare Simona Arigoni Zürcher (Mps-Pop), poi, non fa sconti: rinunciare all’ostetricia sarebbe «una scelta scellerata». Oggi più che mai il gruppo è contrario a una chiusura. Ma non è il solo. «Non a caso - chiarisce il gran consigliere Giorgio Fonio (Ppd) - anche durante l’incontro abbiamo riaffermato in modo chiaro la centralità e l’importanza di un Dipartimento che va mantenuto. Siamo coscienti che la problematica è lungi dall’essere chiusa, ma il Distretto ha bisogno di poter contare su un tale servizio». A tal punto che nella regione si è pronti a salire sulle barricate. «I vertici Eoc non hanno ancora preso una decisione sulla Maternità all’Obv, ma sanno già che si darà loro battaglia - dice a chiare lettere il deputato Daniele Caverzasio (Lega) -. Quella sera nessuno fra i gran consiglieri e le autorità comunali si è tirato indietro». Anzi, si è già pronti a combattere. «La mia sensazione - annota - è che si sta facendo di tutto per giustificare una scelta che appare inevitabile. Noi però non saremo spettatori passivi: questo non è un Distretto di serie ‘B’ e neanche ’C’». Il messaggio è forte e chiaro.