Il Tribunale cantonale amministrativo dà ragione alla Città sulle limitazioni a fasce orarie. Ma Stabio è già pronto ad appellarsi all’Alta Corte
La Città di Mendrisio segna un altro punto a suo favore. I giudici del Tribunale cantonale amministrativo (Tram) hanno, infatti, dato semaforo verde alla chiusura oraria del nucleo di Ligornetto. Una strategia viaria attorno alla quale si dibatte e ci si scontra ormai da anni: su un fronte il capoluogo determinato a concretizzare la misura, sull’altro il vicino di Stabio, oltre a un buon numero di cittadini del comprensorio, tenace nell’opporsi. Il verdetto del Tram, giunto in questi giorni dopo oltre un anno, era quindi quanto mai atteso. A questo punto sulla carta Mendrisio potrebbe posare da subito i cartelli che limitano il viavai di veicoli nel cuore del Quartiere durante le ore di punta, la mattina e la sera: obiettivo, contenere il traffico dei pendolari. Il condizionale è d’obbligo, però, visto che il Municipio di Stabio ha deciso di non demordere, neppure stavolta: porterà la vertenza sino al Tribunale federale. Insomma, alla saga è destinato ad aggiungersi un nuovo capitolo.
Il capodicastero Sicurezza pubblica di Mendrisio, Samuel Maffi, raggiunto da ‘laRegione’, non nasconde, in ogni caso, la sua soddisfazione per la sentenza pronunciata dal Tribunale, nella sostanza in linea con quanto già deciso, in prima istanza, dal Consiglio di Stato nel 2019. Il governo, chiamato a fare da arbitro, allora aveva respinto una ventina di ricorsi; convincendo poi l’autorità comunale di Stabio ad appellarsi al Tram. «I giudici - commenta Maffi - ci hanno dato ragione su tutta la linea e hanno confermato la correttezza delle misure viarie prese dalla Città», ci dice corroborando la notizia. Un ulteriore responso positivo, dunque, che rafforza Mendrisio nelle sue convinzioni. «In effetti, è un’ulteriore conferma per noi - sottolinea il capodicastero -, soprattutto per quanto riguarda il carattere proporzionale dell’intervento pianificato nel nucleo di Ligornetto. D’altro canto - ci fa memoria - durante l’anno di prova avevamo dimostrato che la chiusura parziale funziona».
Non l’avevano pensata così, però, né l’esecutivo di Stabio, né il drappello di cittadini residenti anche in altri Quartieri della Città, fautori di una petizione che aveva raccolto 2’256 firme. Per loro impedire il transito, seppur a fasce orarie, attraverso Ligornetto ha sempre significato peggiorare altrove una situazione già critica sul piano della viabilità e dell’ambiente nel Distretto. Un prezzo che a Stabio, appunto, non si vuole pagare. Tant’è che il Municipio locale, preso atto del verdetto consegnato dal Tram, è già pronto, come ci conferma il segretario comunale Claudio Currenti, ad andare all’Alta Corte di Losanna e a sollecitare altresì l’effetto sospensivo del provvedimento.
E qui si apre un altro problema per Mendrisio: in attesa della decisione dell’ultima istanza la Città potrà rendere operativa la misura? Tutto dipenderà, come ci fa capire lo stesso Samuel Maffi, da come si determinerà il collegio giudicante davanti alla richiesta di riconoscere o meno l’effetto sospensivo. Il municipale non lo dichiara apertamente, ma si mostra propenso a credere che difficilmente su questa materia sarà concesso. «In effetti - ammette -, come Dicastero sicurezza pubblica abbiamo già ricevuto l’incarico dal Municipio di valutare modalità e tempistica dell’introduzione della chiusura parziale. D’altra parte - ribadisce ancora Maffi -, ci sentiamo abbastanza legittimati a portare avanti la nostra strategia».
Si può ben dire che delle vicissitudini del nucleo di Ligornetto sono piene le cronache dei giornali degli ultimi anni. La prima volta che si è data ufficialità all’intenzione di delineare una cosiddetta ‘zona rossa’ ci riporta al 2012, con la prima pubblicazione della misura. Voluta e scelta dagli abitanti del Quartiere (quando ancora era un Comune autonomo), questa soluzione ha innescato da subito reazioni e resistenze, quindi ancora da prima che si riorganizzasse lo svincolo autostradale a Mendrisio. Non a caso nel tempo è stato un susseguirsi di perizie, controperizie e ricorsi. Per dirla tutta, il dossier non è la prima vota che finisce davanti al Tribunale cantonale amministrativo. E non è neppure la prima volta che il Tram dà l’imprimatur alla chiusura a fasce orarie: è già successo nel 2015; e pure allora a essere bocciata era stata la tesi di Stabio. A proposito di corsi e ricorsi storici. Per appianare le divergenze nel 2017 a tentare di fare da paciere ci si era messa anche la Commissione regionale dei trasporti, coinvolgendo pure il Dipartimento del territorio. Nemmeno i nuovi studi messi in campo l’anno successivo, però, erano riusciti a mettere tutti d’accordo. Tant’è che nel 2021 si ritrovano ancora davanti ai giudici, favorevoli e contrari. E Mendrisio è già pronto a issare i cartelli: centro storico chiuso, dalle 5 alle 8 e dalle 16.30 alle 19.30.