Dopo il veto delle Ffs alle richieste del Distretto, è il deputato Massimilino Robbiani a chiamare a raccolta i cittadini
Il 'no' calato nei giorni scorsi dalle Ffs sulle rivendicazioni delle istituzioni del Mendrisiotto è rimasto letteralmente sullo stomaco. Per il deputato (nonché consigliere comunale a Mendrisio) della Lega Massimiliano Robbiani questo è 'l'ennesimo schiaffo dato alla nostra regione'. Detto e fatto nelle ultime ore il gran consigliere ha lanciato una petizione online sulla piattaforma Change.org (la terza in un paio d'anni sul nodo gordiano dei collegamenti a lunga percorrenza, e non solo) per reclamare quello che è sentito prepotentemente come un diritto: 'poter contare su almeno una fermata della rete ferroviaria internazionale'.
Nella strategia delle Ferrovie, infatti, il Distretto ha una vocazione 'regionale'. Di conseguenza, fatta eccezione per alcune corse mattutine e serali dei treni a lunga percorrenza (gli InterCity), i momò si vedono costretti a far riferimento a Lugano, agglomerato che, al pari di Bellinzona e Locarno e a differenza di Chiasso e Mendrisio, è collegato con il resto della Svizzera per via diretta. Robbiani non ha dubbi, la bocciatura della causa perorata dalla Commissione regionale dei trasporti, dai sindaci dei due poli e dall'Astuti, l'Associazione ticinese utenti dei trasporti pubblici, è stata fatta in 'modo pretestuoso'. A questo punto la petizione (e i suoi firmatari: al momento si stanno avvicinando le 300 adesioni) si rivolge al Consiglio di Stato, sollecitato a 'presentare con forza questa legittima rivendicazione alle Ffs'.
Solo un mese fa era stato un ferroviere in pensione, René De Paris, a 'brandire' l'ariete della raccolta firme - sempre online, sul portale petizioni.com - per abbattere le resistenze che sembrano impedire di trattenere sul territorio locale i convogli IC, isolando di fatto il Distretto. Ad allarmarlo era stato il 'Progetto orario 2021'. Timori alimentati oggi dalla missiva delle Ferrovie alla Crtm. Già nel febbraio del 2018 a richiamare l'attenzione, sempre con una petizione popolare che superò le 2'500 sottoscrizioni, sulla stazione di Chiasso e sui pendolari (alle prese con disagi e disservizi), erano stati i partiti della cittadina di confine e di Balerna. Tutte iniziative che hanno subito mobilitato tanto le personalità locali che i semplici cittadini-utenti. Sin qui, però, le aspettative dei firmatari sono andate deluse.
Nell'estate del 2009 un centinaio di persone aveva manifestato sui binari, alla stazione di Chiasso, per domandare a gran voce la fermata del Cisalpino. Una protesta che aveva ricevuto il sostegno dell'intera cittadina (in testa l'allora sindaco Moreno Colombo) e dei politici locali. E pure allora su uno striscione si leggeva che il Ticino (e la Svizzera) comincia da Chiasso.